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DAAL Jessica Attene
 

Tornano a distanza di meno di due anni i DAAL con un nuovo album e con nuove sfide. Siamo felici di ritrovare questo duo in splendida forma e con tante idee per la testa. Tanta creatività si concretizza in un album ancora una volta sperimentale ed interessante, “Destruktive Actions Affect Livings”, in una nuova etichetta discografica, la Agla Records, in un box-set contenente un bonus CD il cui ricavato è destinato alla beneficenza, in una fabbrica di gong… e in molto altro che i nostri eroi, DAvide Guidoni e ALfio Costa, ci raccontano in questa doppia intervista. Vorrei farvi notare che le domande sono state somministrate separatamente ai nostri due amici ma le risposte sono tutte abbastanza simili e coerenti a dimostrazione del fatto che questa coppia è in perfetta simbiosi… sempre che i due ovviamente non si siano presi gioco di noi mettendosi preventivamente d’accordo… ma anche questo fa parte del mondo del Prog e io vi auguro buon divertimento

Per la realizzazione del vostro esordio discografico vi siete ritirati in campagna in pieno isolamento. Come avete lavorato questa volta?

DA Beh, la prima volta c’è stata questa occasione di rimanere completamente isolati dal resto del mondo e conoscerci bene, visto che la nostra frequentazione era stata soltanto via mail. Questa volta, per una serie di circostanze non tutte favorevoli abbiamo utilizzato i nostri studi privati per creare e registrare le parti. Era una cosa che volevamo ripetere assolutamente e in futuro si ripeterà. Credo che si senta questa differenza nella musica contenuta nei due cd. “Disorganicorigami” è molto piu’ improvvisato di “Destruktive Actions Affect Livings”!

AL Inizialmente era nostra intenzione ripetere l’avventura vissuta in occasione della lavorazione di Disorganicorigami. Personalmente incontrai Davide nell’ottobre del 2009 a Roma e in quell’occasione iniziammo a definire le idee per il nuovo album. Purtroppo a causa di alcuni imprevisti, mi è stato impossibile scendere ancora nella campagna Viterbese e rinchiudermi con Davide in quella splendida casa di campagna. Così ho iniziato a comporre in perfetta solitudine nel mio studio casalingo ed in seguito abbiamo affinato il tutto grazie alle potenzialità di internet, come avevo già fatto in precedenza con l’esperienza del Colossus Project.

Destruktive Actions Affect Livings è un titolo in un certo senso angosciante, vuoi spiegarci a che si riferisce di preciso?

DA Ho sempre amato i giochi di parole ed alcuni titoli di LP del passato di grandi gruppi come Pink Floyd o gli Emerson Lake Palmer. Il titolo (che è stato coniato da Marco Piva, dopo alcune nostre indicazioni!!) in un certo senso è un acrostico che riporta al nome del gruppo, ma principalmente sta a significare che questo disco è nato sotto l’influenza di avvenimenti privati drammatici, relazioni familiari in subbuglio, persone che hanno fatto sentire la loro improvvisa assenza. Azioni distruttive che influenzano la vita direi che calza a pennello come concetto di alcune situazioni vissute da me e da Alfio. Su questo siamo in sintonia su una lunghezza d’onda abbastanza inquietante io e lui!!!

AL Avevamo bisogno di un titolo che descrivesse il nostro stato d’animo di fronte a quello che sta succedendo nel mondo e che in qualche modo si sposasse con le nostre esperienze personali. Ci ha dato una mano l’amico Marco Piva che ha ben coniugato le nostre intenzioni, sfruttando con originalità le lettere che compongono il nome del progetto …. “D A A L” … Credo che sia un titolo molto azzeccato anche per descrivere il suono oscuro e profondo del nostro album…

Oltre alla normale edizione in CD avete pubblicato un box-set contenente un EP inedito in edizione limitata, che tra l'altro è andato letteralmente a ruba. Avete donato il ricavato ad una onlus che si occupa di bambini malati di cancro. Volete spiegarci come è nata questa iniziativa?

DA Fare beneficenza coadiuvato da una persona come Alfio ti fa capire certi significati profondi della vita in maniera più chiara.
Come detto in una precedente intervista, non siamo più dei ragazzi, ed ognuno di noi ha seguito varie volte il solito iter prove-arrangiamento-registrazione-serate live. I DAAL per forza di cose sono un side project esclusivamente di studio, e se c’è una cosa che ci siamo promessi io ed Alfio è quella di fare qualcosa di diverso e stimolante, ma non solo musicalmente parlando.
Quindi il primo cd è nato in una campagna isolata viterbese, per il secondo cd abbiamo pensato di poter beneficiare qualcuno con la nostra musica. In tre giorni il 90% dei box-set erano stati venduti, i restanti nei 3-4 giorni successivi. È stato un successo per diverse ragioni: il prezzo molto basso per una limited-edition, il fatto che il nostro cd bonus (a tutti gli effetti il nostro terzo cd!!!) fosse venduto solo col box-set, ed infine il discorso della beneficenza. Credo che un buon 15% delle persone lo abbia acquistato per questo motivo, ma ci ha comunque riempito di gioia ed inorgoglito. Credo sia la cosa più bella che mi sia successa da quando faccio musica. In futuro la cosa si ripeterà sicuramente.

AL Volevamo qualcosa di speciale per questo album. Davide ha avuto questa bellissima idea e sono onorato di averla potuta condividere. In effetti lui aveva già in mente tutto. Come realizzare praticamente il cofanetto e come organizzare la prevendita e il commercio dello stesso. E’ stato incredibile! Da parte mia, non posso negarti che inizialmente avevo un po’ di paura di esagerare e di arrivare al classico “troppo che stroppia” , in fondo il bonus cd incluso nel cofanetto, “Echoes of Falling Stars”, è di fatto il terzo album dei DAAL. Ma una volta iniziato, mi sono buttato completamente in questo progetto. Abbiamo lavorato duro entrambi, determinati a raggiungere questo obbiettivo speciale, ma mai ci saremmo aspettati di vendere tutte le 60 copie del box-set praticamente in due giorni di prevendita. Siamo commossi per la risposta avuta e sicuramente rifaremo qualcosa del genere in futuro.

Adesso che è passato un po' di tempo e possiamo tirare un po' di somme, come è stato accolto il vostro album di debutto? Siete soddisfatti o comunque avete l'obiettivo di riuscire ad arrivare a più persone con questo nuovo album?

DA La speranza di coinvolgere più persone possibili nell’ascolto del nostro progetto resta ovviamente una priorità fondamentale, e per quanto siamo consci che il nostro genere sia molto di nicchia (anzi direi di nicchia nella nicchia stessa!!!) l’obiettivo ovviamente rimane di vitale importanza, soprattutto adesso che siamo un gruppo che si auto produce.
In questa ottica stiamo cercando di fare più promozione possibile, dedicando una buona percentuale di CD che abbiamo stampato alla promozione. Devo dire che “Disorganicorigami” è stato accolto molto bene, più di quello che mi potevo aspettare per un disco del genere, soprattutto per il fatto che molte cose erano veramente improvvisate. Forse il pubblico ha recepito positivamente la nostra vena “avventurosa” e sperimentale. Diciamo che la sorpresa più grande che hanno sottolineato in molti e che ci si aspettava (visto i progetti da cui proveniamo) un incrocio tra il sinfonismo dei Taproban e dei Nuova Era, al rock a tinte dark di Tilion e Prowlers. Felici di sorprendere un po’ tutti! D’altronde lo spirito principale del progetto è sempre stato la ricerca…

AL Guarda, personalmente sono molto soddisfatto di quello che è successo con “Disorganicorigami”. L’album è stato molto apprezzato anche da chi non ascolta Progressive Rock. Abbiamo avuto molti buoni riscontri sia di pubblico che di critica e sinceramente non me l’aspettavo, visto il genere di musica che proponiamo. Detto questo, è naturale che si cerchi di arrivare a più persone possibile. Certo, “Destruktive” è forse ancora meno commerciale di “Disorganic” e sicuramente non sarà facile replicare il successo del nostro esordio. Personalmente però ho intrapreso questa avventura musicale senza pormi il problema di piacere per forza o di arrivare il più possibile ovunque. Daal per me resta la possibilità di esprimermi liberamente e al meglio, senza vincoli o intenti particolari. Davide ha sicuramente un senso del progetto più manageriale rispetto a me, tanto è vero che si occupa personalmente della promozione e dei contatti col nostro pubblico.

DAvide, Vuoi raccontarci come è nata la tua passione per i gong e come hai usato le tue creature per arricchire il sound dei DAAL?

DA Ovviamente sono sempre stato attratto dal mondo della percussione, sin da piccolo (mio fratello suonava la batteria), ed in particolar modo dai piatti che io considero come dei colori su una tavolozza, capaci di colorare la musica che sto facendo. Ho sempre avuto dei set percussivi con molti piatti di tutte le dimensioni ed ho sempre letto riviste e libri riguardanti il mio strumento.
Devo dire che negli ultimi 4-5 anni (non a caso dalla mia fuoriuscita dai Taproban!) ho subìto in maniera sempre più crescente il mio interesse verso le percussioni di tutto il mondo.
I Gong rappresentano un mondo a parte, forse il più antico strumento dall’età del ferro… veniva usato generalmente come accompagnamento a orchestre etniche ma anche in feste, danze, canti, ballate, nelle antiche gare cinesi, nella danza del leone e in occasione di un ottimo raccolto… insomma parliamo di almeno 2000 anni fa…
Ho parlato tempo fa con uno dei più grandi gong maker esistenti oggi (Mark Nolan) il quale mi ha suggerito una serie di processi e tecniche per la realizzazione di tale strumento. Trovando informazioni anche in rete per quanto riguarda i vari processi di tempratura e martellatura del materiale grezzo, ho cominciato quasi per gioco ed oggi posso dire di aver creato almeno 50 gong di varie misure e forme, di cui la metà sono stati venduti (Furio Chirico ne ha acquistati 3!!). Naturalmente sono ancora all’inizio di un lungo processo di apprendimento… ma i percussionisti sembrano apprezzare molto e questo per me è veramente incredibile. Una soddisfazione indescrivibile.
Nell’ultimo Daal ovviamente mi sono sbizzarrito e ne ho usati almeno 12 di diverse grandezze ed intonazioni. Alfio ancora mi manda le sue maledizioni!!! Per esempio su “The Dance of the Drastic Navels part.II” ed anche su “Echoes” ho utilizzato da solo complessivamente circa 30 tracce tra batteria e percussioni e gongs!! Un vero tripudio!!! :-)

ALfio, come giudichi l'attività di Davide come artigiano di gong? Pensi che abbia aggiunto qualcosa al sound dei DAAL?

AL Beh sicuramente con i suoi stramaledetti gong mi ha messo a dura prova durante le registrazioni dell’album… ahahahaha.
A parte gli scherzi, è davvero incredibile il modo in cui realizza questi gioielli percussivi. Inizialmente pensavo fosse tutto uno scherzo, poi lo scorso anno mi regalò il gong dei DAAL che, oltre ad essere esteticamente bellissimo, ha un suono splendido. Come ti dicevo nella scorsa intervista, Davide è un artista vero, una persona con una sensibilità e intelligenza fuori dal comune. Penso che siano queste due caratteristiche che lo portano a realizzare musica, art work e percussioni artigianali con indiscussa professionalità e infinita passione. Durante la realizzazione dell’album si è sbizzarrito e ha finalmente potuto registrare in libertà i suoni della sua bottega artigianale Kimerism. Ascolta il brano “Noises from an interlude”, sentirai il suono di alcuni gong che non sono i convenzionali suoni di questi antichi strumenti musicali. …. Anche questa è ricerca e sperimentazione e penso che potrebbero in futuro diventare una delle caratteristiche della nostra musica.

Questo nuovo album è uscito per una nuova etichetta discografica... che se non sbaglio è un marchio di Alfio. Di che si tratta? Cosa vi ha spinto verso questa decisione e quali sono i suoi pro ed i suoi contro?

DA Personalmente dobbiamo molto a Mauro Moroni, un discografico che alla lunga si è rivelato molto meglio di quello che si dice e sicuramente più disponibile a trame sonore anche complicate e pesanti come le nostre. Un personaggio che almeno, a differenza dei suoi colleghi, non spara pillole di saggezza a caso, per poi proporre come contratti degli autentici capestri che favoriscono solo l’etichetta. Ma sentivamo comunque la necessità di fare un salto nel vuoto per cercare di capire cosa potevamo fare da soli. I risultati sono che in due mesi dalla data di uscita del nostro secondo CD, noi abbiamo già guadagnato il doppio di quello che abbiamo investito. E questo grazie soprattutto al box-set a tiratura limitata i cui proventi sono andati in beneficenza ma che ripeto, è stato un autentico successo per svariati motivi. Oggi come oggi, con un po’ di buona volontà e molto tempo a disposizione, si può pensare di autoprodursi e seguire personalmente tutte le fasi della gestione amministrativa del gruppo. A costo di essere disposti a passare dentro diversi ingranaggi tritacarne!

AL AgLa Records è un’etichetta fantasma dietro la quale si cela in realtà un’autoproduzione. L’idea mi era venuta già all’epoca di “Disorganicorigami” ma non avevamo tempo e denaro da investire. Per rendere il nostro progetto veramente libero, ho pensato di non rivolgermi più a discografici e produttori dell’ambiente Prog. Onestamente il nostro è un discorso musicale artistico che esula da fastidiosi concetti di marketing e commerciali. La nostra musica viene realizzata allo scopo di essere condivisa e in primo luogo per darci la possibilità di esplorare artisticamente orizzonti sonori in qualsiasi direzione. Mi sembrava davvero assurdo sottostare a discorsi sentiti e strasentiti durante questi 26 anni di onorata carriera nel mondo progressivo italiano e straniero. In questo modo siamo padroni e liberi al 100%... Solo in questo modo abbiamo potuto realizzare un progetto come quello del box-set a tiratura limitata ad un prezzo accettabile (20 euro) e soprattutto offrire il nostro secondo album (solo se comperato da noi) in versione classica a 10 euro: prezzi umani e accessibilissimi a chiunque. Ti immagini un discografico che realizza una cosa del genere e devolve i suoi guadagni in beneficenza? Sicuramente questa decisione ci ha costretti a realizzare tutto da soli e fare un po’ di salti mortali, dalla registrazione all’artwork, dalla stampa al mastering, fino ai costi burocratici di SIAE e compagnia bella. AgLa ha iniziato col CD solista di Davide ”B-Rain”… quello è stato un po’ una prova per sondare se eravamo in grado di sostenere (non solo economicamente) il peso di una etichetta (quanto odio ‘sto termine) indipendente e veramente libera. Per il futuro mi piacerebbe molto pubblicare le due suite realizzate dai Tilion per i progetti di Colossus-Musea, in un unico CD… ma vedremo.

Quali sono secondo voi le differenze sostanziali fra il vostro debutto e questo secondo album?

DA Le differenze sostanziali sono nella forma in cui hanno preso vita le nuove composizioni. Meno improvvisazione rispetto al disco di esordio, una cura maggiore nei particolari, e poi secondo me ci sono composizioni molto più ispirate in questo secondo lavoro (ma anche nel bonus CD!!)
Complessivamente è stato un lavoro più lungo e certosino. Da un punto di vista puramente formale credo che abbiamo approfondito alcune cose rispetto all’esordio, a me sembra un lavoro più convinto.

AL Secondo me dal punto di vista musicale, non esistono differenze
rilevanti tra i due album. “Disorganicorigami” è il manifesto sonoro dei DAAL. In quell'occasione,
durante la lavorazione all'album abbiamo deciso di non dare alla nostra musica connotati specifici, ma di spaziare, ispirati dalla nostra creatività. Quell'album presenta tutte le caratteristiche del nostro suono e resta secondo me un gioiellino per come è stato concepito. “Destruktive” è senza dubbio più completo e "finito" rispetto al suo predecessore: abbiamo ulteriormente approfondito ed esaltato le sonorità e affinato la composizione dei brani. Se “Disorganicorigami” è un album molto "impulsivo", “Destruktive” è sicuramente più "studiato e ricercato". In sintesi direi che “Destruktive” è un ulteriore passo avanti verso quell' affascinante anarchia sonora che contraddistingue la nostra musica...

Pensate di rendere disponibile il bonus album pubblicato nel cofanetto anche per quelli che non hanno avuto modo di acquistarlo?

DA Assolutamente no!
quello è e rimarrà una prerogativa di chi ha acquistato il box-set adesso... e di chi lo farà in futuro!!! infatti è una formula che ripeteremo anche per il prossimo lavoro. Chi ha appoggiato la nostra fiducia comprando in prevendita il box-set deve essere in qualche maniera "privilegiato" secondo noi...

AL Non credo sarebbe una cosa giusta nei confronti di chi ha acquistato il cofanetto. "Echoes of Falling Stars" resta un bonus CD riservato a
quel contesto e per quel numero di copie.

Così come per il vostro primo album, anche in questo nuovo lavoro fioccano le collaborazioni: in che modo i vostri ospiti hanno contribuito ad arricchire il vostro sound? Hanno dato dei contributi attivi o si sono limitati a seguire le vostre direttive?

DA Generalmente lasciamo abbastanza carta bianca, crediamo sia giusto lasciare esprimere liberamente il musicista ospite. Personalmente amo molto il suono di strumenti acustici nella nostra musica: credo sia un bel contrasto con il muro sonoro e molto elettronico che a volte il nostro sound può creare.

AL Solitamente lasciamo piena libertà di interpretazione ai nostri ospiti, dopo aver dato loro alcune indicazioni fondamentali per il brano. L'unica eccezione per questo lavoro è stata quella di Guglielmo Mariotti, col quale mi sono rinchiuso in studio per alcune serate ed insieme abbiamo lavorato ad alcuni arrangiamenti e alla melodia di "The Dance of the drastic navels pt2". La voce di Guglielmo è una delle mie preferite in ambito prog e in questa occasione ho avuto la possibilità di "modellarla" in prima persona e adattarla al contesto DAAL ... è stato piacevole e stimolante lavorare con lui.
Tutti gli interventi dei nostri ospiti sono stati fondamentali per arricchire il suono e gli arrangiamenti dei brani del nostro album. Purtroppo capita che in alcuni casi ci sia bisogno di tagliare qualcosina e ho sempre la paura di offendere la sensibilità artistica del musicista in questione. Per fortuna abbiamo sempre avuto a che fare con Grandi persone, oltre che con ottimi musicisti.

Ancora una cover dei Pink Floyd... perchè? Inoltre mi ha molto incuriosito la scelta del cantante solista (bellissima la sua interpretazione): Simone Cecchini, una voce che istintivamente associo al Prog Italiano.. come vi è venuta l'idea?

DA Il brano in realtà è stato preparato per il tributo della Mellow che dovrebbe uscire entro l’anno. Un tributo ai Pink Floyd… e le antenne di Alfio che si drizzano tutte!!
Abbiamo pensato subito a “Echoes” per una serie di motivi svariati, oltre al fatto che lo riteniamo uno degli apici della musica moderna. Simone Cecchini (e Guglielmo Mariotti!) hanno dato un sicuro contributo alla riuscita del progetto con la loro voce. In questa occasione i DAAL avevano la parvenza di un gruppo classico d 5 elementi, una particolarità che forse potrebbe ripresentarsi in futuro.

AL “Echoes” è stato preparato per il tributo ai Floyd che la Mellow Records pubblicherà entro la fine dell'anno. Inutile far finta di niente, per me i Pink Floyd sono sempre stati uno dei gruppi più importanti in assoluto. Suonavo “Echoes” negli anni Ottanta e Novanta con i Prowlers: nei nostri concerti dedicavamo sempre una buona parte allo storico gruppo inglese che più ci ha influenzati. Rilavorarci ora con DAAL e con l'aiuto di Salvo, Flavio, Guglielmo e Simone è stato davvero stimolante... anche se un po' strano... per me è stata una sorta di deja-vu con personaggi ed interpreti diversi. Ho chiesto personalmente a Simone Cecchini di cantare in questo brano e a Guglielmo Mariotti di sostenere le parti dei cori, in occasione del nostro incontro per le composizioni di un altro mio progetto che ci vedrà coinvolti insieme in un prossimo futuro: FUFLUNS. La voce di Simone fusa con quella di Guglielmo è davvero affascinante e direi molto, molto personale. Ne siamo molto soddisfatti e anche loro sono stati piacevolmente sorpresi dal risultato finale.

Siete in grado di prevedere in che direzione si muoveranno i DAAL per il futuro? Avete qualche sorpresa in pentola?

DA Stiamo ultimando la registrazione di una brano per un tributo della Musea che vedrà la luce nel 2012 e che paradossalmente suonerà invece molto Prog stile classico, quasi un brano alla Goblin! Per i progetti futuri non abbiamo proprio idea di cosa vogliamo fare a livello musicale. Ma questo è abbastanza in linea con le nostre filosofie!

AL Parlarne ora è abbastanza prematuro. Come sai questo progetto è per me sinonimo di assoluta libertà artistica. Mi piacerebbe continuare ad esplorare e sperimentare con la freschezza e la libertà che abbiamo avuto in questi nostri primi lavori. Ogni lavoro dei DAAL è una sorpresa per me. E' davvero eccitante comporre senza nessun paletto o vincolo di alcun genere. Mi trovo davvero a mio agio e credo sia indispensabile per la crescita artistica dei DAAL. Il prossimo lavoro sicuramente sarà un ulteriore passo avanti nella nostra ricerca sonora.

Avete in programma qualcosa dal vivo come DAAL?

DA Per una serie di ovvi motivi i DAAL sono un project prettamente di studio. Stiamo pensando (anzi, lo sto pensando solo io per adesso!!) di poter effettuare una ripresa video live, coadiuvati da alcuni musicisti ospiti, in un luogo consono alla nostra musica, una specie di “Pink Floyd at Pompeii”. Ma il progetto si preannuncia veramente proibitivo soprattutto dal punto di vista del budget… vedremo… le nostre menti sono sempre affilate ed in tensione per rendere il progetto più interessante possibile… soprattutto per noi!!!

AL DAAL è essenzialmente un progetto discografico. Non ti nascondo però che mi piacerebbe molto riarrangiare i brani dei nostri album per un contesto live. Chi lo sa.. magari in futuro la cosa si potrebbe realizzare, con l'aiuto di alcuni amici musicisti... come sempre...



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