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MAD CRAYON Gerald Crich
 

I romani M.C., con il nuovo Diamanti, sono autori di un album fresco e moderno. Partiti nel '94, con Ultimomiraggio (Cygnus), erano riconducibili ad un new prog tipico inglese (I.Q., Pendragon etc ) mentre ora giungono a noi con più maturità e composizioni che prima di tutto sono di buona musica e successivamente escono dall'etichetta di solito progressive. La loro ricercatezza melodica e lo spirito poetico ci convincono e di questo abbiamo voluto parlarne con loro: Federico (chitarra) e Alessandro (tastiere).

Sono passati 5 anni dal vostro esordio. Un cambio di etichetta ed un piccolo cambio di formazione. Cos'è successo in questo lasso di tempo, come gruppo e come persone?

F- Dopo l'euforia per l'uscita del primo CD in seguito al quale si tennero diversi concerti in giro per l'Italia ed il buon riscontro dello stesso sul mercato, che già 5 anni fa era sicuramente più vivace, il gruppo fu costretto ad una fase di stasi a causa del trasferimento a Milano del chitarrista Luca per motivi di lavoro. Dopo qualche mese per far sì che comunque il gruppo continuasse a lavorare fui chiamato in sala per dare supporto alla chitarra venuta a mancare. Da lì si partì allo sviluppo di pezzi nuovi e alla revisione di composizioni già eseguite. Dopo circa un anno il batterista Stefano Fabiani lasciò il gruppo e questo generò non pochi problemi se si considera che avevamo una bella lista di serate live ed eravamo in procinto di registrare una nuova demo-tape. Ci affidammo al sequencer ed alla programmazione di Alessandro e incidemmo comunque la demo abbandonando anche l'idea di un cantante solista. Dopo aver vagliato qualche offerta decidemmo per il contratto della Mellow Records e il disco fu inciso a Roma da Daniele Agostinelli, Daniele Vitalone, Luca, Alessandro e me oltre che da altri collaboratori.
A- Secondo me il gruppo ha dimostrato di avere una grande resistenza alle avversità e molta tenacia. Stefano ci lasciò nel periodo di massima attività. Nonostante ciò non abbiamo mai smesso di comporre nuovi pezzi e lavorare a nuove idee, abbiamo inciso questo secondo cd Diamanti e attualmente stiamo lavorando su una nuova demo.

Sostanzialmente credo di aver spiegato cosa penso del vostro ultimo album. Come commentate e giudicate la cosa?

F- In Diamanti forse s'avverte l'unità del gruppo ed allo stesso tempo l'apporto personale dei singoli. Dal punto di vista compositivo, Alessandro e Daniele V. sono sicuramente cresciuti ed hanno, come tu stesso riconoscevi, quasi abbandonato schemi e strutture già sfruttate per darsi semplicemente a belle e fruibili composizioni.
A- E' incredibile! In due righe di commento hai detto tutto quello che avrei sempre voluto sentire da un critico sulla nostra musica! Il problema è trovare il canale giusto per arrivare a quei diversi tipi di persone che potrebbero apprezzare il nostro stile e dubito che rimanendo nella nostra nicchia prog potremo mai sperare di riuscirci. Sebbene in Diamanti ci sono ancora molti aspetti riconducibili al progressive anni '70, c'è anche il tentativo di andare oltre gli schemi classici del genere, di proporre qualcosa di nuovo e non banale che possa arrivare a tutti e non solo agli appassionati. Fare musica di qualità che prenda spunto dalla bellezza e dalla complessità del progressive senza ricalcarne i tratti, senza copiature o storpiature. Questa è una bella sfida! I nostri nuovi lavori vanno in questa direzione e credimi, sarebbe mille volte più facile fare un prog classico con pezzi barocchi da 20 minuti.

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