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TOHPATI Francesco Inglima
 

In Indonesia Tohpati è un musicista molto famoso, apprezzato in particolar modo per la sua carriera pop come collaboratore delle più importanti popstar indonesiane. Noi invece lo apprezziamo per la sua militanza nella band jazz-rock simakDialog e in particolare per i suoi album da solista, nei quali si è mostrato un musicista completo ed estremamente raffinato, senza dimenticare poi altri validi progetti come Tohpati Bertiga, Tohpati Ethnomission e Trisum. Siamo quindi curiosi di conoscerlo meglio e sapere quali novità sono in cantiere.

Partiamo dalla fine. Il tuo ultimo album “Riot” è forse il più rock della tua discografia, con diverse citazioni, tra cui “Immigrant Song” dei Led Zeppelin. E’ un ritorno alle tue prime passioni?

Inizialmente volevo solo creare una band come trio, poi le prove hanno in qualche modo fatto respirare della musica rock in quest’album. Quando ero bimbo ero ovviamente solito suonare molte canzoni rock e questo respiro è sempre presente nella mia musica.

In “Riot” sembri abbandonare l'influenze indonesiane che hanno caratterizzato un po’ tutti i tuoi lavori, come mai?

Ho dovuto. Se aggiungevo elementi di musica etnica indonesiana al trio, questo non sarebbe stato differente da Ethnomission.

Come si è sviluppato il progetto Ethnomission?

Dopo aver scritto tutte le composizioni ho avuto un “workshop” con il percussionista e il suonatore del flauto danese (un flauto di bamboo), in modo che loro hanno suonato la loro musica tradizionale. Poi ho proseguito con un altro “workshop” con il bassista e il batterista. Infine ci sono state le prove tutti assieme con alcuni cambiamenti dovuti, ovviamente, agli input e alle idee degli altri membri della band.

Dove hai trovato quel formidabile e giovanissimo ragazzino che suona la batteria in “Save The Planet”? (Demas Narawangsa era sedicenne quando l’album è stato registrato. n.d.a.)

Sapevo che era talentuoso e che poteva suonare incredibilmente bene la batteria già dall’età di 8 anni. Conoscevo suo zio il quale stava facendo un video clip a quel tempo, ma non ho voluto suonare con lui perché era ancora troppo piccolo.

I Trisum raccolgono tre dei più grandi chitarristi Indonesiani e di solito i chitarristi sono sempre delle primedonne a cui piace essere al centro delle attenzione. In teoria la convivenza di addirittura tre chitarristi affermati non deve essere facile. Tuttavia vedendo i vostri concerti e ascoltando gli album devo dire che vi integrate alla perfezione e senza invidie. Qual è il vostro segreto?

Sì, noi abbiamo dato e ricevuto uno dall’altro e sebbene noi tre avessimo uno stile molto differente di suonare non è stato facile per me comporre canzoni per tre chitarre. Ad ogni modo è stata una sfida stimolante. Riguardo alla gelosia fra di noi, non penso che abbiamo questo sentimento. Siamo uniti come se fossimo una cosa sola. La musica dei Trisum è per me più commerciale.

Nei simakDialog, una delle band più importanti e longeve della scena jazz-rock indonesiana, hai un ruolo comprimario nella composizione dei brani, quasi sempre lasciata a Riza Arshad. Hai mai pensato ad un maggior coinvolgimento nella composizione?

Sono entrato nei simakDialog fin dall’inizio, quando il loro stile musicale era differente da adesso; usavano ancora la batteria. I brani attuali della band sono tutti di Riza Arshad perché ha uno stile di composizione differente da noi e io mi vedo solamente come un membro del gruppo.

Nei tuoi tre album da solista (“Lukisan Pagi”, “Serampang Samba” e “It’s Time”) c’è stata un evoluzione da sonorità più mainstream verso sonorità più complesse. Come mai questa evoluzione?

Principalmente suono la musica che mi piace, non deve essere complicata, non deve essere commerciale. Inoltre le canzoni pop commerciali non sono facili da suonare. In Indonesia dobbiamo essere alle volte attenti a come ci poniamo davanti all’opinione pubblica, dobbiamo mantenere un equilibrio tra la musica “commerciale” e quella “idealistica”. Si sostengono a vicenda.

Nel 2008 hai fatto diversi concerti con un ensemble di archi. Come è nata questa iniziativa? C’è la possibilità che questa formazione realizzi qualcosa anche in studio? O che quei live siano documentati in un album live?

E’ da tanto che sognavo di suonare accompagnato da un’orchestra d’archi, ma questo porta grande responsabilità ed ha un costo elevato. Comunque, nel 2012, l’anno scorso, ho registrato con la stessa formazione e sarà pubblicato un live album in DVD.

Tu in Indonesia sei un musicista pop molto apprezzato e conosciuto. Cosa ti spinge a realizzare album che si allontanano dalle sonorità più commerciali e che riscontri hanno in patria i tuoi progetti solistici?

Come personaggio pubblico nel mondo della musica, in particolare come chitarrista, ho la missione di far conoscere svariati tipi di musica al pubblico indonesiano. Non tutti lo gradiscono, ma più di un po’ apprezzano il tipo di musica dei miei album da solista.

Quali sono i musicisti ti hanno influenzato maggiormente?

Pat Metheny, Wayne Krantz, Chick Corea, Keith Jarrett, e Sting.

La scena jazz rock indonesiana vista da fuori sembra molto interessante. A parte te e i tuoi progetti, ci sono molti artisti come Ligro, I Know You Well, Miss Clara, Discus, Riza Arshad, Balawan, Ergin Gutawa, Indra Aryadi, Tepellere e tanti altri. Immagino poi ce ne siano ancora altri che noi non conosciamo. C’è qualche altro artista emergente da raccomandare?

In Indonesia ci sono tantissimi grandi musicisti. C’è un musicista da Bali non molto famoso, ma davvero interessante, di cui ora mi sfugge il nome.

C’è qualche nuovo progetto in cantiere?

Ci sono Ethnomission, Bertiga e un album con solo chitarra acustica.


Un ringraziamento speciale a Leonardo Pavkovic, Nengah Rikon Gunadharmada, Andy Julias, Muhamad hidayat Alfie Syahrine, e Terry Collins senza i quali questa intervista non sarebbe stata possibile..


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