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APRYL Alberto Nucci
 

Potete presentare brevemente il gruppo? Come avete formato gli Apryl, quali vogliono essere i vostri scopi musicali?

Domanda critica in questo periodo, nel quale Andrea Lorenzet (bt) ha lasciato l'assieme e figurerà solo come collaboratore in incisioni future, così come farà Leandro (voce). Il gruppo si forma nel 1995 con Andrea Lorenzet (bt), Alberto Cellotto (ch) e Giorgio Riondato (bs) e si dedica alla cura di un linguaggio composito fatto di dark e psichedelia. Filo conduttore della nostra attività musicale da allora ad oggi sono le inclinazioni liriche ed introspettive ed un crescente amore per la ricerca formale. Dal Gennaio del 1999, le proiezioni stilistiche di Alberto, Giorgio e Andrea hanno avuto futuro comune con quelle di Ermanno Barsè (ts e pnf). Sin da allora abbiamo cominciato a lavorare con assidua dedizione alla composizione di "Corollari di figure", registrato a cavallo tra Febbraio e Marzo del 2000, con la collaborazione di Leandro Di Giovanna (cantante e nostro caro amico). Noi speriamo che Corollari di figure renda apprezzabile il desiderio di creare un'esistenza musicale che goda della qualità indiscussa della realtà, vivibile e fremente. In noi Adìa e Hesperia drammaticamente esistono.

È un po' poco giudicare una band da un mini CD con soli due brani, ma a me avete fatto un'ottima impressione. Come sono stati gli altri riscontri che avete avuto?

Abbiamo avuto godibili soddisfazioni, la maggior parte (oltre alle belle parole spese da te) dall'estero (Brasile, Cile, Messico, ma anche Stati Uniti, Belgio, Francia (dove siamo in catalogo Musea...). A volte, però, per recensioni sia pur positive, soffriamo di una sorta di sindrome d'incomprensione: un latente e incontrollabile ermetismo ci fa da abito, artistico e comunicativo.

Nella mia recensione auspicavo di ascoltare alcune vostre composizioni più brevi, non certo per esigenze di commercialità, ma perché i brani lunghi mi sembrano talvolta un po' troppo comodi: un gruppo ci mette un po' di idee, senza curarsi troppo di collegarle adeguatamente e la suite è bella che fatta. Cosa ne pensate di questo punto di vista?

Per molti versi hai ragione: ci sono efficacissimi brani di 2 minuti e altrettanto ispirate suite di 39. In realtà, quando componi a concetto, la lunghezza è strettamente connaturata a quest'attitudine creativa. "Adìa" e "Hesperia" sbocciano in una dimensione completamente atemporale che si dilata ben oltre la durata effettiva di Corollari di figure. Tale dimensione combaciava, tra l'altro, con le dinamiche compositive del periodo di sviluppo dei brani: un'attitudine di incessante evoluzione, fino a quando non è fatta serenamente e limpidamente propria, può generare sensazioni di disorientamento e di distacco estatico. L'idea che i brani lunghi possano essere comodi ha le sua fondamenta, non peregrine... tutto sta all'apprezzamento personale.

Un seguito di Corollari di figure... magari un CD full-length, è previsto?

Ci sono stati dei promettenti contatti con la Mellow Records per la registrazione di un album che contanga "Nelle vesti di Adìa", "Hesperia" e dei brani di nuova composizione... nati già brevi: trattasi di bestie!! Il progetto è stato quello di lavorare con suggestioni dal mondo animale, metafisiche e corporee. Le previsioni sono quelle di registrare entro l'autunno 2001.
Cogliamo anche l'occasione per precisare l'esatta pronuncia del nostro nome, che è a-p-r-ì-l, insomma... letta all'italiana con l'accento sulla y.

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