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THINKING PLAGUE Francesco Inglima
 

Negli ultimi 30 anni poche band, come i Thinking Plague, hanno avuto un’influenza così importante sulla scena progressive rock mondiale. Non c’è stata band avant prog che non si sia dovuta confrontare con il lavoro svolto dalla band statunitense. Abbiamo quindi colto l’occasione dell’uscita del loro settimo album in studio, “Hoping Against Hope”, per ripercorrere con Mike Johnson, chitarrista e compositore unico della band, tutta la loro carriera e non solo.

Ciao Mike, partiamo dalla fine: “Hoping Against Hope” sarebbe dovuto essere un album con un messaggio positivo, almeno così suggerisce il titolo. Tuttavia canzoni come "The Echoes of Their Cries" e "Commuting To Murder" vanno in una direzione opposta. Qual è il reale messaggio dietro l’album?

Sì, inizialmente io ed Elaine abbiamo discusso cercando di fare un album con un messaggio più costruttivo, o almeno provando ad offrire soluzioni, piuttosto che sottolineare i problemi e le ingiustizie. Era principalmente un’idea di Elaine e devo ammettere ero scettico a riguardo. Non è nostro compito predicare o prescrivere, piuttosto far emergere le ingiustizie e l’ipocrisia. Noi siamo artisti, non politici, filosofi o ingegneri sociali. Comunque ero pronto a dare una possibilità. Tuttavia, successivamente, Elaine ha proposto di creare un testo per uno dei miei pezzi ispirato dal film documentario "The Act of Killing". Il film parla delle persone che hanno preso parte agli omicidi di massa avvenuti in Indonesia nel 1965-66, non proprio un argomento propositivo. Questa canzone è diventata “The Echoes of Their Cries”.

Poi, sempre io e lei, abbiamo deciso di volerci confrontare con l’argomento relativo all’utilizzo di droni, da parte dell’America, per uccidere persone in alter nazioni. Tutto ciò senza alcun processo legale dovuto, solo una decisione da parte della CIA o chi per loro per ammazzare qualcuno che rappresenti una minaccia, senza garanzia che altre persone non rimangano coinvolte, i cosiddetti “danni collaterali”. Siamo stati ispirati da articoli, report e il film “Good Kill”. Tutto ciò è diventato “Commuting to Murder”, avevamo tanti possibili titoli, ma ho scelto questo. Abbiamo così abbandonato l’intento iniziale di fare un album più propositivo e siamo andati avanti con il nostro (mio) solito approccio di focalizzarci sulle ingiustizie e problemi sociali. Inoltre anche l’avvento del Trumpismo in America ha reso impossibile ignorare tali ingiustizie e problemi.

Quindi tornando alla tua domanda, il reale messaggio dell’album è, come sempre, nella testa dell’ascoltatore, ma ad ogni modo penso sia abbastanza chiaro in questo caso… heheheeheh

I membri del gruppo sono quasi gli stessi dell’album precedente, l’unica eccezione è l’aggiunta di una seconda chitarra con Bill Pohl, come mai questa scelta?

Il motivo è stato semplicemente quello che avevamo bisogno di una persona in più, che preferibilmente sapesse suonare anche le tastiere e che vivesse vicino a noi, per fare un cambiamento, in modo che potessimo provare come una band al completo. Purtroppo non siamo riusciti a trovarlo, ma verso il 2012 Bill si è trasferito dal Texas al Colorado, ad un’ora dalla nostra sala prove. Ovviamente conoscevo un po’ Bill, sapevo che chitarrista fantastico fosse e anche che era un grande fan di Thinking Plague.

Così ho pensato e deciso che, con un musicista come Bill, molte parti di tastiere del nostro precedente materiale potessero essere adattate per la chitarra. Così gli ho chiesto se fosse interessato e lui lo era certamente.

Tutto ciò è successo subito dopo l’uscita di “Decline and Fall”, ma appena ho iniziato a lavorare sul nuovo materiale, ho deciso di usare la chitarra assieme agli ottoni e qualche volta la fisarmonica o l’armonium come una specie di ensemble contrappuntistico, supportato da basso, batteria e qualche volta pianoforte. Ho voluto usare indipendentemente le voci singole degli strumenti per creare armonie cromatiche mutevoli alla maniera di come facevano certi grandi compositori sinfonici, da Wagner passando per Mahler, Shostakovich fino a Schuman, giusto per citare i nomi con cui sono più famigliare. Nel Rock e in gran parte della musica progressive, l’armonia è stabilita da uno o più strumenti che suonano accordi. Questo di solito risulta come una specie di “gruppi” di note che si muovono all’unisono con molti intervalli paralleli. Invece nella musica che stavo pensando, le armonie sono più fluide e si muovono in una specie di "morphing", che è qualcosa che amo e che ho sempre voluto provare a fare da tanto tempo. Così, con “Hoping Against Hope”, penso di esserci riuscito ed è stata l’aggiunta di una seconda chitarra, in contrapposizione con le mie sovrancisioni, che mi ha spinto a provare ciò.

Con “History of a Madness” prima e poi maggiormente con “Decline and Fall”, la tua musica sembra allontanarsi sempre più dal rock. Quest’ultimo album, invece, ha un maggior impatto come volessi recuperare un’attitudine più rock. Era nelle tue intensioni? Quanto è importante la componente rock nella tua musica?

Secondo me, tutti i nostri album hanno molto di “rock”: la batteria, un basso molto spigoloso, distorsioni, organi, ecc… E c’è del “groove”, almeno, noi lo percepiamo come tale! Ma ci sono anche molti cambiamenti dinamici, suoni acustici ed elettronici e alle volte scelte inusuali di missaggio. Forse tutto ciò rende più sfidante per gli ascoltatori di captare queste caratteristiche rock. Tuttavia questo è ciò che chiamiamo “avant prog”, far superare ad un gruppo rock i limiti soliti del rock.

Thinking Plague non è mai stato un gruppo troppo prolifico e così sono rimasto un po’ sorpreso che abbia dovuto aspettare per il nuovo album “solo” 4 anni e mezzo dall’album precedente. Qualcosa è cambiato nelle dinamiche della band?

Ancora una volta la risposta è semplice. La mia musica non mi ha mai permesso di guadagnare abbastanza per vivere… Non ho mai voluto essere un “mercenario” musicale e non sono mai stato particolarmente abile nel creare musica accessibile per le “masse” (e non per non averci provato negli anni). Così ho avuto una carriera separata a tempo pieno lavorando nei servizi sociali, come essere di supporto per le persone povere e senza casa, con problemi di salute mentale e con tante altre problematiche. Dopo aver lavorato per un piccola organizzazione no profit basata su una comunità, sono stati assunto dalla comunità del college per due anni, dove ho usato le stesse capacità nell’aiutare studenti svantaggiati ne riuscire negli studi superiori. Sia nei servizi sociali e che nel supporto agli studenti, sono stato infine promosso alla direzione, purtroppo, e sono diventato un "direttore" di vari programmi. Così per 30 anni ho dedicato la maggior parte delle energie per il mio lavoro quotidiano e ho dovuto forzarmi per continuare le mie attività musical ... anche se, sinceramente, sono sempre stato costretto da qualche irresistibile necessità interiore a fare musica.

Quindi, tornando alla tua domanda, sono andato in pensione dal college nel 2010, il che mi ha permesso di smettere di lavorare e di passare tutto il tempo necessario per completare il processo di produzione per “Decline and Fall”, e quindi poi lavorare sull’album successivo “Hoping Against Hope”. In realtà la musica di “Hoping Against Hope” è stata tutta scritta entro il 2015. Dopo c’è stata la sfida di far imparare alla band tutto il materiale, trovare i soldi per registrare in uno studio decente e organizzare le sessioni di registrazione e tanti altri dettagli. L’album era pronto completamente a Settembre 2016, ma abbiamo dovuto aspettare fino a Febbraio 2017 prima che l’etichetta potesse pubblicarlo.

I Thinking Plague hanno avuto molti cambi di formazione, in particolare per il ruolo di cantante principale. Ad ogni modo hai sempre optato per una voce femminile. Come mai? Pensi che le voci femminili si adattino meglio alla tua musica? Hai mai pensato di prendere una cantante maschio?
Ci puoi raccontare le differenze fra tutte le cantanti del gruppo: Sharon Bradford, Susanne Lewis, Deborah Perry ed Elaine Di Falco?


Ovviamente abbiamo pensato anche a cantanti maschi, ma non ne abbiamo trovato uno che ci piacesse e nei primi anni Bob Drake non si considerava tale. Inoltre ho sempre cercato qualcuno con un ampio range e questo ha reso la ricerca più difficile, infine la maggior parte di loro usavano un stile di cantare molto pop che non si adattava assolutamente alla nostra musica.

Nel frattempo, Sharon Bradford era un’amica che sapevamo avere una laurea in musica. Allora glielo chiedemmo. Da allora c’è sembrato sempre più appropriato assumere una cantante donna, una che non fosse arrogante o pretenziosa, ma una voce talvolta vulnerabile e sempre molto umana. Questa sembra fornire all’ascoltatore un’ancora in mezzo alla tempesta musica che qualche volta creiamo, dando una faccia più umana, e rendendola, verosimilmente, più approcciabile dalle persone.

So che diverse persone non hanno amato quella o quell’altra delle nostre cantanti, ma non mi sono mai curato di ciò. Le loro voci sono sempre state piacevoli per me, sebbene debba ammettere che abbia dovuto imparare ad apprezzare l’approccio agli acuti alle volte intenzionalmente impreciso di Susan Lewis. Tuttavia sono poi diventato completamente devoto alla sua voce.

Il lungo periodo (quasi 10 anni) fra “In This Life” e il successivo “In Extremis” deve essere stato abbastanza complicato. Bob Drake (uno dei fondatori della band) abbandonò e tu ricreasti il gruppo con il supporto di Dave Willey e di un una nuova formazione. Ci puoi dire di più riguardo a quel periodo e alla genesi di “In Extremis”?

Come detto precedentemente sono sempre stato spinto o meglio dire guidato a creare musica, e Thinking Plague era un veicolo che aveva guadagnato una certa reputazione, persino ciò che potresti chiamare “fama”. Così non ho voluto chiamarlo in qualche altro modo. E’ solo diventato ancora più rispetto a prima, un MIO progetto personale. Ho iniziato a scrivere tutto, anche intere parti di batteria.
E' interessante notare che il gruppo messo su nel 1992 per registrare “This Weird Wind” da “In Extremis” fu pensato da Drake e Kerman, per essere forse parte di un progetto differente da Thinking Plague. Francamente, non lo realizzai o non mi ricordai che fosse così stabilito. Era qualcosa di stilisticamente differente, avente definitivamente un influenza alla Yes e in qualche modo un sound differente. Tuttavia per realizzare l’album “In Extremis” ho dovuto assemblare svariate pezzi-canzoni inedite provenienti da periodi differenti. Ripercorre veramente la mia stessa evoluzione nella composizione da fine anni 80, quando scrissi “Kingdome Come” fino al 1997. Bob Drake ha fatto un lavoro miracoloso per farli suonare come un “album”.

Quanto è stata importante la collaborazione con Dave Willey?

La sua influenza sulla musica di Thinking Plague è stata principalmente indiretta, attraverso la mia esperienza all’interno del suo gruppo gli Hamster Theatre. Lì è dove Dave mi ha veramente insegnato ad amare la fisarmonica e apprezzare il suo range di espressione. A dispetto dei miei incoraggiamenti, Dave non ha mai scritto musica per noi, sebbene abbia adattato le parti basso per le nostre performance live in un modo che non avrei mai pensato. Dave comprende totalmente la musica e sa bene cosa sta cercando di esprimere. Ci sono state una o due tracce degli Hamster Theatre che lui pensava sarebbero potute essere appropriate per Thinking Plague, ma poi ha cambiato idea. Per esempio, “Le Sacre d'Merde” da “Public Execution of Mister Personality”.

Ho sempre percepito “In This Life” come un passo significativo nella vostra carriera e nello sviluppo della vostra musica. I primi due album sono indubbiamente interessanti, ma il suono era ancora abbastanza acerbo. Eravate consapevoli di questa evoluzione?

Assolutamente! Ho volute sviluppare un suono meno fai-da-te e meno simile agli Art Bears. Sono stato profondamente influenzato dal prog anni 70, così come dagli Henry Cow, Art Bears e altri, e specialmente dalla musica orchestrale del 20mo secolo. Quindi suppongo che abbia voluto avere un suono più “sofisticato” e le mie idee musicali sono evolute verso una maggiore complessità e un sound più ampio, che penso sia diventato molto evidente in “In Extremis”. Tutto ciò è stato migliorato dal missaggio di Bob, di cui non ero troppo entusiasta la prima volta che lo ascoltai. Quando passi molto tempo con le tracce grezze e le versioni demo della musica, spesso sviluppi inconsciamente delle idee o delle aspettative su come dovrebbero suonare e il missaggio di Bob corrispondeva a tutto ciò. Ma questo è il motivo per cui uno va da Bob per missare un album. Ha impiegato, tra l'altro, un uso "artistico" della compressione / limitazione per rendere il suono più potente e letteralmente più compatto, e lo ha fatto brillantemente, che alla fine ho capito. E l'album ha ricevuto più gloria di tutti quelli che avevamo fatto prima.

Puoi raccontarci come è cambiato il tuo modo di fare musica rispetto agli esordi?

La cosa più importante è che originalmente, come la maggior parte dei ragazzi che suonano rock, componevo ogni cosa con la chitarra. Col passare del tempo e con i Thinking Plague che andavano avanti, ho avuto diversi anni di studi universitari sulla teoria e la storia della musica e ho imparato le nozioni basiche di composizione, sebbene non abbia mai padroneggiato l’arte del suonare a prima vista in maniera efficace. Per cui le mie prime canzoni erano scritte in quaderni di musica vuoti, quelli tipici che usano gli studenti di musica, che ancora ho. Spesso non erano completi in termini di struttura o forma, che solitamente completavo con Bob. Non scrivevo le parti di batteria, con l’eccezione di temi occasionali come la parte in 9/8 che inizia al secondo 52 di “Thorns of Blue an Red”, o la parte di batteria in “Moonsongs” al minuto 5 e 57 secondi. Bob ha creato quasi tutte le parti di batteria per i primi tre album dopo che lui ed io avevamo completato e finalizzato la loro struttura.

Intorno al 1987 ho acquistato un sintetizzatore Cassio con un sequencer ad 8 tracce integrato che ho iniziato ad utilizzare per inserire laboriosamente note per parti multiple, in modo da poter ascoltarle indietro senza dover configurare l’equipaggiamento, imparare le parti, suonare gli strumenti e registrar tutto. Suonava molto male, ma ero capace di avere un immagine sonora su come le parti suonassero assieme.

Alla fine, avevo una suite di tre pezzi, chiamata “Kingdom Come”, di cui solo una, la più lunga, è stata registrata dalla band e pubblicata su “In Extremis”. Le altre parti appaiono in estratti sotto forma di pezzi corti per pianoforti multipli chiamati "Marching as to War", eseguiti da Matt Mitchell su “A History of Madness”. La frase di "Marching as to War" è, naturalmente, una linea dell'inno inglese del19 ° secolo, "Onward Christian Soldiers", il cui tema musicale appare nei pezzi. La canzone “Kingdom Come” era destinata a criticare l'ipocrisia ottusa di un certo cristianesimo moderno, in particolare quello di tipo protestante evangelico praticato in Nord America.

Nel 1990 sono tornato a scuola per prendere la laurea che non ho completato, ma durante la quale ho frequentato un corso sul software di notazione musicale chiamato Finale. Di conseguenza, ho acquistato il software, un primo computer Mac LC-II e un modulo di sintesi Roland con i suoni MIDI Generali di base. Utilizzando questi strumenti, sono riuscito molto facilmente inserire delle note, assegnare suoni di strumenti o voce, impostare e modificare i tempi, applicare la dinamica e sentire un facsimile molto migliore di una "band" che esegue la mia musica. Sto ancora utilizzando Finale e sono diventato competente per fargli fare quello che mi serve... anche se alcuni amici mi dicono che devo passare a Sibelius o ad altri software.
Comunque, a seguito dell'utilizzo di software per comporre, sono stato in grado di compensare il fatto che non sappia molto suonare a prima vista, e non ho il cervello di un genio, come ad esempio Dimitri Shostakovich, che potrebbe sentire tutte le sue molteplici parti nella sua mente mentre legge i suoi spartiti. Il computer mi fornisce il potere extra del cervello che devo avere per ottenere più profondità con la mia musica, specialmente nel renderlo più coerente e capace di acquisire più rapidamente e sviluppare frammenti di musica che sfuggono alla mia mente. Ancora spesso uso una chitarra per ottenere delle idee, ma una volta che ho l'idea sul computer non la uso più, a meno che non stria scrivendo un assolo, e comunque anche in questi casi non sempre lo faccio. Mi ha permesso e mi ha insegnato ad ascoltare meglio il mio orecchio interiore rispetto a quando mi affidavo alla chitarra.

Così, anche, a seguito del supporto del computer nella composizione, ho preso maggior controllo della musica, in termini di composizione completa di tutte le parti dei miei brani, e forse tristemente, lasciando così poco spazio per i musicisti... almeno fino a quando non suoniamo in diretta, quando un "piccolo" spazio è possibile. Questa è una spada a doppio taglio, perché mentre posso ottenere esattamente quello che voglio o credo di voler da un pezzo, non posso fare affidamento sulla sinergia che spesso spinge la musica di una band.

Negli anni ‘80, negli Stati Uniti c’è stata un’ondata di band avventurose come voi, Motor Totemist Guild, Cheer Accident, Doctor Nerve, French TV e tante altre, che hanno sviluppato una musica che spaziava dall’avanguardia, progressive rock, jazz e tanto altro. Quali sono state le cause di questo sviluppo e quale è stato il ruolo di etichette come la ReR di Chirs Cutler o la Cuneiform e quello di personaggi come Fred Frith, trasferitosi in quegli anni a New York?

E’ una domanda enorme. La cosa importante riguardo agli anni '80 è che è stata la vera era “indie”, con tante etichette di registrazione nuove, piccole e realmente indipendenti, che pubblicizzavano in riviste di musica "underground" a buon mercato, ma ampiamente distribuite e i cui album potevano essere trovati solo in certi negozi specializzati. C'era la sensazione che si potesse irrompere nel mondo della musica senza l’appoggio delle principali etichette discografiche, che avevano cestinato il progressive rock.

C’era una specie di estetica fai-da-te post-prog e forse anche post-punk, che almeno per noi è stata pesantemente influenzata dagli Henry Cow e ancor più dagli Art Bears, ma anche da svariati artisti sperimentali o semplicemente strambi che bazzicavano da quelle parti. Per noi, che vivevamo in Colorado, e non potevamo andare in tour spesso, Fred Frith e la scena newyorkese era molto lontana. Eravamo consapevoli degli album provenienti da quella scena, ma non ci sentivamo direttamente influenzati e non percepivamo l’energia di quella “scena”.

Al contempo, non conoscevamo direttamente gruppi di città distanti come i Motor Totemist Guild, 5uus e successivamente U Totem stavano distanti (almeno fino al 1989) 1200 miglia a Los Angeles o i Cheer Accidenti a Chicago (1000 miglia lontani). Avevamo in pratica nessuna conoscenza delle altre band ad eccezione di quelle che avevamo letto su Sound Choice, Option Magazine o su riviste simili. Non passavano sulla radio e non c’era internet. Così, il nostro è stato un “laboratorio” insulare di musica e la nostra musica è stato risultato unico delle nostre specifiche e spesso limitate influenze.

Eravamo probabilmente più influenzati in qualche modo dalla "new wave" anni 80 e "art" pop / rock di quel tempo. Non eravamo totalmente dedicati all’avanguardia, e non lo siamo mai stati. Bob Drake ha anche iniziato a suonare in gruppi di rock new wave a Denver intorno al 1980, poi lui e io stavamo cercando di guadagnarci da vivere con la nostra ultima banda di cover rock and roll. Allo stesso tempo, stavamo sviluppando i valori estetici per quello che sarebbe diventato Thinking Plague un paio di anni dopo.

So che sei anche un grande fan dei Beatles e, giusto per divertimento, suoni in una cover band dei Beatles. Hai mai pensato di iniziare un progetto in cui suonare e comporre una musica più easy listening?

Ebbene, negli anni '80 ero parte di un gruppo che era sostanzialmente più accessibile, almeno per i tempi, rispetto a Thinking Plague, e che aveva anche registrato qualcosina a livello locale. Sono sempre stato aperto all'idea di un progetto di banda che avrebbe fatto una sorta di musica pop "progressiva", almeno come progetto parallelo. Negli anni '80 quel tipo di idea non era davvero insolito. Combinare new-wave punk e underground con Art Bears e un po’ di King Crimson, et voilá! Infatti, anche adesso sono coinvolto in un altro progetto di questo tipo, sebbene con più consapevolezza, con il quale stiamo attualmente elaborando del materiale e preparandoci a registrare. Non ho nessun concreta aspettativa, ma il leader ha gli agganci giusti e abbiamo una fenomenale cantante donna. Quindi chi lo sa. Forse posso fare qualche soldo... hehehe!

Sembra interessante. Sono curioso di sapere qualcosina in più circa questo progetto. Puoi raccontarci qualcosina in più? Che tipo di musica è?

E’ ancora in fase di sviluppo, ma il leader della band la chiama "Groove, Speranza, Oltraggio, Vacanza". E chiama la band un "collettivo pop ambizioso". Ha trascorso anni a Los Angeles come batterista, e si esibisce in numerosi spettacoli, in particolare con Nina Hagen. Così la sua prospettiva musicale è molto lontana dalla mia. Ma ci siamo conosciuti fin dagli anni '80 e abbiamo alcune radici comuni. L’ intenzione è quella di essere una band pop con alcuni "pieghe" inusuali - ecco dove entro in scena io! heheheh

Sei coinvolto anche nella composizione?

Sì un po’. E’ principalmente una composizione a livello di gruppo con la maggior parte delle idee provenienti dal leader batterista e della cantante, anche lei una performer esperta in Los Angeles e una turnista. Tuttavia sto provando a scrivere, mascherandola un po’, qualche idea di canzone un po’ prog.

C’è un nome per il gruppo? E quando sarà pubblicato un album?

Si chiama Revelator, e non sono sicuro quando il nostro album sarà fatto, nemmeno come sarà pubblicato. Forse ci sarà una release solo digitale, almeno inizialmente. Non sappiamo dove ci porterà, e non siamo troppo preoccupati a riguardo. Nessuno di noi si aspetta o è interessato in qualche successo commerciale… Penso siamo un po’ troppo strani per ottenerlo, ma potremmo suscitare comunque un certo interesse. Lo sto facendo per divertimento, così posso suonare la chitarra in modo più “normale”, facendo assoli, ecc… e suonare per un pubblico maggiore, guadagnando più soldi. Possiamo dire che sia un hobby/lavoro part time da pensionato, una specie di come potresti descrivere anche l’altra mia band di cover dei Beatles, i Rubber Soul.

Hai collaborato con il gruppo italiano avant-prog Yugen, cosa pensi di loro?

Penso che siano un gruppo stupefacente e Francesco Zago è un genio. Siamo entrati in contatto con loro perché ci hanno chiesto per uno dei loro album Dave Kerman, che a quel tempo era ancora il nostro batterista. Così ho ascoltato i loro CD e sono rimasto enormemente impressionato. In qualche modo sono riuscito a scambiare email con Francesco e abbiamo avuto alcuni discussioni musicali. Sono poi venuto in Europa nel 2008 e ho voluto ovviamente fare un concerto con Yugen e l’abbiamo fatto a Milano. Un grande concerto!

Conosci qualche altra band italiana?

Non sono un ascoltatore con un enorme collezione di cd, quindi conosco poco della scena avant prog italiana. Abbiamo condiviso il palco con i DFA al Nearfest o al Prog Day e sono venuti a vederci quando suonavamo in uno strano festival musicale a Rovigo nel 2000. Ovviamente conosciamo i nostri colleghi di etichetta i Deus Ex Machina. Negli anni ‘70 ero un fan della PFM, ma no, conosco quasi niente.

Che tipo di musica ascolti oggigiorno?

In realtà non ascolto troppa musica, niente se comparato a quando ero più giovane. La mia musica preferita è la moderna “art” music orchestrale, e lo è da tanto tempo. Occasionalmente ricerco qualche nuovo compositore che possa piacermi e spesso trovo uno o due pezzi, ma niente mi coinvolge come i miei vecchi amori:, William Schuman, Benjamin Britten, Shostakovich, Bernstein, Barber, Copland, e molti altri. Un mio amico italiano mi consigliato Luigi Dallapiccola e mi ha spedito un po’ di musica e devo dire che amo veramente qualche pezzo, specialmente il suo "Frammenti sinfonici dal balletto Marsia".

Un artista che ho scoperto e penso sia sorprendente è Simon Steensland, un compositore e polistrumentista esperto che non legge la musica e che collabora nei suoi album, fra i tanti, con membri dei Mats+Morgan. La sua musica è ciò di più vicino a Thinking Plague che abbia ascoltato, sebbene sia molto differente. Tuttavia usa un linguaggio armonico molto simile. Lui è dell’etichetta italiana AltrOck. Penso che oggigiorno sia il compositore “avant rock” più eccitante. Consiglio a tutti di ascoltarlo, specialmente il suo ultimo album “A Farewell to Brains” uscito per Altrock

Un'altra band interessante è un giovane gruppo americano abbastanza nuovo ed estremamente innovativo denominato The Mercury Tree, da Portland, Oregon, con i quale Thinking Plague e Hamster Theatre hanno fatto dei concerti assieme. Si stanno evolvendo in un incredibile super trio, il cui leader utilizza la tecnologia dal vivo, looping, ecc. (non tracce pre-registrate) per moltiplicare la sua chitarra, tastiera e voce al fine di ottenere tre musicisti extra sul palco, tutti in tempo reale. La loro musica è talvolta ferocemente sofisticata e diabolicamente complessa, ma abbastanza sorprendente, molto colorata e interessante. Stanno scrivendo rock "avant prog" per strumenti microtonali, e suonano come un mix tra 5uus e Sonic Youth con un po’ di King Crimson anni 80. Sono davvero notevoli. Dacci un ascolto.

C’è la speranza di vedervi ancora in concerto in Italia?

E’ sempre una mia speranza tornare in Italia e sto trovando un modo per portare Thinking Plague nuovamente in Europa.. Purtroppo, il mondo della musica è diventato un posto sempre più difficile per operare, specialmente se non si fa la musica "pop". Ci sono meno festival che invitano le cosiddette band "avant", mentre le spese sono aumentate e la retribuzione è scesa. Potremmo aver bisogno di ottenere una sovvenzione da qualche fondazione o altro, solo per essere in grado di arrivare in Europa. Ma non ci arrendiamo ancora.



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