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ARKHE' Marco Del Corno
 

Una domanda di rito: qual è stata la storia degli Arkhé fino ad oggi?

Lorenzo ed Io suoniamo insieme ormai dal lontano 1991 quando con un gruppo di amici ci dedicavamo al buon vecchio Heavy Metal (AC/DC, Scorpions, Judas Priest tanto per fare dei nomi). Tutto sarebbe andato avanti normalmente se non avessimo avuto un incontro a dir poco decisivo: quello con due dischi che ancora oggi rimangono delle pietre miliari del Metal Progressive: "When dream and day unite" dei Dream Theater e "Parallels" dei Fates Warning. L'ascolto di quei capolavori ci fece veramente aprire gli occhi su un nuovo mondo affascinante e intrigante. Così iniziammo a inserire qualche canzone nel nostro repertorio ma questo non era apprezzato dal pubblico che ci seguiva, così decidemmo di abbandonare quel gruppo e cominciammo a pensare ad un nuovo progetto. Nel giro di qualche mese riuscimmo a trovare gli altri elementi che mancavano e ti posso assicurare che nonostante loro per primi non fossero pienamente convinti di dedicarsi al prog ne furono talmente affascinati da rimanere catturati. Io credo che chiunque ami questo genere sappia di cosa sto parlando, di quella passione che ti cresce dentro e ti fa rinnegare tutti i tuoi gusti precedenti nel giro di poco tempo. Rispetto al passato forse avevamo meno locali dove suonare e meno gente che ci venisse a sentire ma l'atmosfera era completamente diversa. Nel '96 avvenne la svolta quando realizzammo un demo che ci portò al contatto con l'Underground Symphony e quindi alla realizzazione del cd.

Nei ringraziamenti che fate nell'ultima pagina del cd si leggono nomi del giro prog e prog metal, ma non solo. Quale influenza ha avuto un certo tipo di musica sulle vostre composizioni? Come può un Geddy Lee andare a braccetto con Steve Vai?

Prima di tutto devo dire che ognuno di noi ha degli artisti di riferimento del mondo prog ma non solo poiché noi apprezziamo tutto ciò che possa essere bello, tecnicamente ben eseguito e compositivamente originale. In secondo luogo certi nomi sono per noi riferimenti magari solamente stilistici e non compositivi. Il tutto poi va a formare un archivio dal quale noi attingiamo per poi riversare il tutto nella nostra musica.

La scena mondiale e di riflesso quella italiana, è traboccante da un po' tempo a questa parte, di quelli che, a volte a ragione a volte a torto, la critica etichetta prog metal. Qualche anno fa i Dream Theater si scioglievano temporaneamente per mancanza di risposta. Oggi tutto sembra ribollire per questo genere nuovo (?!!!?). Tu cosa ne pensi?

Credo che i DT abbiano un po' abbandonato il vecchio prog metal non solo per il tipo di prodotto che hanno presentato ma soprattutto perché hanno reso la loro musica meno ostica e più apprezzabile dal grande pubblico. Tanto per intenderci tutti i brani di Falling into infinity possono tranquillamente girare su tutte le radio. Non credo che la stessa cosa si potrebbe dire di
canzoni come Metropolis o Learning to live. Però queste ultime sono per me dei veri capolavori prog. Io credo che il prog quello più puro, quello più ostico tanto per intenderci non farà la fortuna economica di nessuno, quello invece più addolcito può essere accolto dal grande pubblico in maniera favorevole; ad ognuno la scelta di dove posizionarsi.

La scena italiana pare essere in crisi. Troppe produzioni scadenti e poca passione da parte degli ascoltatori. Come vedi il problema?

Fare un cd è diventato ormai estremamente facile; i costi sono contenuti e le case di produzione e distribuzione sono tante per questo molti gruppi possono permettersi di incidere un disco. Purtroppo nella massa delle produzioni è difficile che emergano i lavori veramente ben fatti e allora sembra che nulla di interessante compaia all'orizzonte, ma non è così perché in Italia vengono sfornati ogni anno almeno una mezza dozzina di ottimi lavori, purtroppo non è facile per l'ascoltatore sapere quando è veramente il caso di comprare un cd.
Infatti solo poche persone hanno la fortuna (o la sfortuna?) di poter ascoltatore tutti i nuovi lavori e sono fondamentalmente i critici musicali. Se però uno dovesse seguire le recensioni dovrebbe comprare almeno dieci cd al mese e questa non è una cosa da tutti. Spesso su Internet trovo fan stranieri che osannano alcuni nostri gruppi prog. Ultimamente i nomi che vedo circolare maggiormente sono Empty Tremor e Arkhé.

Forse oggi che i Dream Theater sembrano stanchi del genere, è ora di rimpiazzarli. Quali sono le possibilità di sfondare per una band italiana all'estero? Non sarebbe ora che succedesse, anche se solamente a livello underground?

Spero che qualcuno negli States apprezzi la nostra musica, ma per ora guardiamo solo al mercato Europeo. Ci fa piacere quello che ci dici e ritengo che spesso gli stranieri ci superino largamente in quanto a cultura musicale. Purtroppo credo che le case discografiche italiane non siano attrezzate per sfondare all'estero. A volte il mercato straniero si apre ai nostri prodotti
ma il nostro impatto è pur sempre troppo leggero per imporsi all'attenzione del grande pubblico. L'unica strada per ora sembra quella di riuscire ad arrivare ad un contratto con una grossa etichetta straniera.

Parlando del vostro cd: quali sono le cose che più vi sono piaciute nel comporre i brani?

Per comporre la maggior parte dei brani del cd abbiamo utilizzato il computer con il quale creavamo una base che ci è poi anche servita in sala di registrazione come click di riferimento. Credo che la cosa più entusiasmante sia stata vedere come una traccia arida e fredda si tramutasse poi pian piano, durante le prove, in una canzone vera e propria grazie ad un accurato e a volte quasi ossessivo lavoro di arrangiamento. Ecco così nascono i nostri pezzi, dall'idea di uno o due di noi che viene poi sviluppata da tutto il gruppo; i testi infine vengono scritti durante questi periodi di lavoro in modo che si sviluppino anch'essi in armonia con la musica.

Progetti per il vostro futuro?

La maggior parte delle nostre risorse stanno ora confluendo nella preparazione dei brani per il prossimo cd. Abbiamo deciso di ridurre l'uso del computer per lasciare più spazio al lavoro di gruppo; certo questa scelta renderà un po' più lungo il nostro lavoro ma siamo convinti che ciò porterà un maggior feeling nella nostra musica. Pensiamo di uscire ancora per l'Underground Symphony ma nulla è ancora deciso, le strade percorribili sono ancora tante.
Per chi invece non ha la pazienza di aspettare l'uscita del prossimo lavoro il consiglio e di venirci a sentire in qualche nostra data live dove eseguiremo alcuni dei nuovi pezzi già pronti. Infine voglio ringraziarti per questa piacevolissima chiacchierata e per l'interessamento che hai dimostrato nei nostri confronti e dire che se qualcuno volesse comunicare con noi lo può fare anche via E-mail all'indirizzo buzzetti@mail1.tread.net

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