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ÄNGLAGÅRD Riccardo Maranghi
 

Tutto cominciò grazie a Tord e Johan. All'inizio suonavano ciascuno per proprio conto, ma dal momento che frequentavano la stessa scuola fu quasi inevitabile che finissero per mettersi assieme. Le loro maggiori influenze erano rappresentate dall'heavy metal dei 70s, in particolare i BLACK SABBATH, ma anche dalla canzone tradizionale svedese. Nel 1986 si separarono, per poi incontrarsi di nuovo nell'autunno del 1990; fu allora che cominciarono a lavorare ad una musica più progressiva, iniziando nell'estate del '91 la ricerca di altri musicisti con gli stessi interessi e le stesse influenze musicali. Attraverso un annuncio ed alcuni manifesti in negozi di dischi si misero in contatto con Thomas e Jonas. Loro avevano fatto progressive sin dal 1989, con un gruppo chiamato MINSTREL. Quando si incontrarono ascoltarono il materiale di ciascuno, e da una cassetta dei MINSTREL venne fuori una prima versione di "Jordrök", il brano d'apertura di "Hybris". I due gruppi di ÄNGLAGÅRD si fusero alla perfezione musicalmente, ma la differenza di età richiese un tempo maggiore perché la comunicazione umana cominciasse a rafforzarsi. Le influenze iniziali erano rappresentate dai GENESIS (per forza!), YES ed altri gruppi più elementari come CAMEL e PINK FLOYD. Tord e Johan erano influenzati anche da gruppi prog svedesi come KAIPA, KEBNEKAISE ed altri elettro-acustici e folk.
Proprio questi ultimi, alla ricerca di qualche buon disco, si imbatterono in St. HELENA, stampato dalla label norvegese Colours, un'etichetta orientata al progressive. Fu così che nell'agosto del '91 scrivemmo a Jorn Andersson (Colours), per metterlo a conoscenza del progetto ÄNGLAGÅRD. Questi rispose di essere interessato, e ci chiese un demo il più presto possibile. Nel settembre Mattias, che in un primo momento aveva rifiutato di unirsi al gruppo, accettò di entrarvi in qualità di batterista completandone così il nucleo. Da quel momento iniziò la preparazione del primo brano musicale, sotto il titolo provvisorio di "Ura Kaipa" ("Jordrök"). Poco dopo reclutammo anche una flautista di nome Sara, nel proposito di allargare le soluzioni compositive.
Nell'ottobre il demo di "Ura Kaipa" (registrato su 4 piste) fu terminato, e il mese seguente spedito a Jorn Andersson per l'approvazione. Jorn ne fu così entusiasta che promise al gruppo una futura produzione per la sua vinyl-label Colours, alla condizione che il resto del materiale fosse della stessa qualità del demo. ÄNGLAGÅRD continuò così a lavorare per tutto l'inverno; una nuova canzone fu composta, basata su un tema scritto da Tord e avendo in mente sin dall'inizio il contenuto delle liriche. La registrammo il 2 gennaio nello scantinato di Johan, durava la bellezza di 16 minuti e venne intitolata "Kung Bore". Iniziammo anche a lavorare su un progetto chiamato "Spelmansvisor" basato su un poema del poeta svedese E.A.Karlfeldt, ma questo non ebbe un seguito: componemmo soltanto un'intro piuttosto hard e qualche delicato verso stile ballata.
All'inizio di febbraio riuscimmo ad organizzare un concerto in un pub di Stoccolma, chiamato "Tre Bakar". Siccome avevamo soltanto 2 canzoni e nessuna reputazione chiedemmo ai LANDBERK se volevano essere il gruppo principale della serata, con noi che facevamo da supporto. Loro accettarono, così iniziammo a provare di buona lena, continuando nel contempo la composizione di nuovi brani. Riprendemmo "Spelmanvisor", di cui tenemmo l'intro ed abbandonammo la sezione-ballata; il processo creativo fu sorprendentemente facile, così alla fine una prima versione di "Ifran klarhet till klarhet" fu arrangiata. Il titolo della canzone si riferisce proprio al fatto che ci sembrò molto semplice crearla. Il 2 febbraio tenemmo il nostro primo concerto. Eravamo piuttosto nervosi per l'evento. "Tre Bakar" è un piccolo club in cui suona qualcuno quasi ogni notte, e ha una reputazione come un'importante palco per gli emergenti gruppi locali. Suonammo "Ura Kaipa (Jordrök)", "Ifran klarhet till klarhet" e "Kung Bore", le cui versioni erano sotto molti aspetti differenti da quelle sull'album. Ad esempio in "Ura Kaipa" i primi due minuti sono stati del tutto cambiati, mancava il pezzo di piano e l'introduzione non era arrangiata definitivamente. "Ifran klarhet" era strumentale e non aveva un vero finale, a differenza di "Kung Bore", che si chiudeva con due temi sviluppati soprattutto da chitarra e basso. Questa parte è stata però abbandonata nella primavera del '92, in quanto volevamo avere un grande finale per l'album.
Il nostro primo concerto al "Tre Bakar" concerto fu ovviamente molto importante. Era la prima occasione per vedere l'effetto sul pubblico delle nostre composizioni, e la reazione fu stupefacente: 260 persone erano là e presero parte all'evento. Siccome non avevamo un mellotron prendemmo in prestito quello dei LANDBERK e con grande gioia Thomas poté suonare le sue prime note su questo strumento. Il materiale era infatti arrangiato per mellotron e hammond e lo stesso Thomas ha appena acquistato un hammond L-100. A quel tempo non avevamo ancora pensato ad un eventuale disco, così le composizioni erano ancora abbastanza grezze, ma è con molto piacere che ripensiamo a quell'esperienza.
Dopo il concerto Sara lasciò il gruppo per dedicarsi ad una carriera classica, così in aprile iniziammo ad occuparci di tre fondamentali operazioni: 1) cominciammo a comporre un nuovo brano dal titolo "Gandalf Gra", basato su un poema tratto dal "Signore degli Anelli"; 2) Johan intensificò i propri sforzi per procurarsi un mellotron, piazzando numerosi annunci in vari giornali; 3) iniziammo la ricerca di uno studio e di un nuovo flautista. Quest'ultimo non fu facile da trovare: provammo sia Anna Holmgren che una ragazza di nome Emma, un'amica di Mattias che si unì a noi soltanto per la registrazione del demo.
Per quanto riguarda lo studio, quello che cercavamo doveva essere poco costoso e dotato di un tecnico con una grande esperienza in fatto di vecchi strumenti e vecchi suoni. Basandosi su alcune voci Johan iniziò a telefonare ad alcuni studi di un'area vicino a Stoccolma chiamata Roslagen. Incontrammo un tipo di nome Roger Skogh che fu molto sorpreso del fatto che qualcuno negli anni '90 fosse interessato ad uno strumento di bassa tecnologia come il mellotron. Negli anni 70 aveva lavorato con un gruppo chiamato ABBA e proprio Benny Anderson degli ABBA fu il primo a portare un mellotron in Svezia. Adesso il suo strumento è in uno stato pietoso nello studio Polar, e non è in vendita. Ad ogni modo, quando incontrammo Roger capimmo subito che il suo era lo studio che faceva per noi. Così, durante le vacanze di Pasqua, nel corso di una tempesta di neve, registrammo il nostro primo vero demo, che doveva servire a farci conoscere.
Nel frattempo Johan riuscì a rintracciare un ragazzo che aveva un mellotron D-400 in perfette condizioni. Inizialmente non era disposto a venderlo, ma la vista di 13.000 corone svedesi (circa 2.600.000 lire) riuscì a convincerlo.
Quando iniziammo a registrare dovemmo porci un'importante domanda: quale pezzo scegliere? Avevamo lavorato al suddetto poema, ma siccome eravamo ancora lontani dalla conclusione decidemmo di congelare il progetto per un po'. Perciò riarrangiammo "Ifran klarhet tifi klarhet", inserendovi una sezione vocale. Volevamo che la canzone fosse una buona fotografia del nostro materiale: sia hard che soft, sia con che senza parti vocali. "Ifran klarhet till klarhet" soddisfaceva detti requisiti perfettamente.
In aprile riuscimmo ad organizzare due concerti. Il primo lo tenemmo il 25 in una città del sud della Svezia chiamata Lund, assieme ai LANDBERK. Fu una serata molto strana (e deprimente) in quanto suonammo di fronte a 300 studenti estremamente ubriachi e rimbambiti. Una settimana dopo viaggiammo verso nord-ovest alla volta di Borlänge. Là suonammo con LANDBERK e ANEKDOTEN, e in quell'occasione provammo Anna come flautista.
A maggio rientrammo in sala prove per riprendere in mano il progetto "Gandalf Gra". Thomas aveva preparato molti temi, ma dall'inizio fu chiaro che la composizione ci stava creando molti problemi. Avevamo tutti la nostra idea di come essa doveva progredire, stava accadendo l'opposto di ciò che si era verificato per "Ifran klarhet". Dopo discussioni durate intere giornate, verso la metà di maggio riuscimmo a creare una prima versione del brano.
Il 23 maggio suonammo ad un festival contro il razzismo e la xenofobia. In quell'occasione presentammo le stesse tre canzoni già proposte nei precedenti concerti ("Ura Kaipa", "Kung Bore" e "Ifran klarhet till klarhet"), che avevano comunque avuto l'occasione di maturare durante l'estate e divenire più rappresentative del nostro modo di fare musica. Questo fu il nostro ultimo incontro col pubblico prima di iniziare la preparazione dell'album. Dopo il concerto cambiammo sala prove spostandoci in una vecchia cantina polverosa sotto un laboratorio fotografico in cui lavoravano Anna (che era divenuta membro permanente della band) e Johan. Lì lavorammo con lo scopo di riarrangiare il materiale per renderlo ascoltabile. Cercammo di riprendere le vecchie canzoni introducendo idee più fresche, e la nuova introduzione di "Jordrök" (Ura Kaipa) è l'esempio più ovvio di ciò. Durante questo periodo siamo stati influenzati da band disarmoniche come KING CRIMSON e CATHEDRAL.
Il 3 luglio impacchettammo tutti i nostri arnesi e ci recammo allo studio di Roger. Lo studio è stato costruito in un vecchio granaio, dove il proprietario precedente teneva le proprie mucche ed i maiali. Per arrivarci devi viaggiare per un'ora guidando attraverso fitti e oscuri boschi. In Svezia l'ambiente è in condizioni molto buone e non è difficile ritrovarsi in pace e nelle migliori condizioni per fare musica in un contesto così ispirativo. Anche se non avevamo ancora firmato nessun contratto l'LP con la Colours era ormai quasi certo, così iniziammo a cercare qualcuno che producesse il CD. Avevamo spedito il demo a molte etichette specializzate, tra cui la Musea. Dopo aver rifiutato un'offerta che non ci permetteva di rientrare nei costi, entrammo in contatto con Mellotronen. Loro si offrirono di aiutarci a sostenere le spese di produzione in una quota accettabile, mentre noi ci accollammo tutti i rischi e tutti i guadagni. In cambio dovevamo concedere loro un prezzo di favore sulle prime 200 copie. Durante la registrazione fu molto difficile combinare sei differenti e forti personalità in un unico risultato. C'erano sempre 3 o 4 proposte differenti per ogni problema. Sotto questo aspetto Roger fu molto diplomatico e ci permise di provare molte versioni e strumenti diversi, così alla fine anziché le 100 ore di studio programmate, ce ne vollero 300! Prima di iniziare Jonas aveva proposto un pezzo di circa 10 minuti, che non avevamo avuto il tempo di provare ed arrangiare a sufficienza. Ne utilizzammo comunque una parte per l'intro acustica di "Kung Bore".
Nell'autunno dedicammo molto tempo alla copertina ed al libretto per l'LP e il CD. Fu un periodo abbastanza duro, in quanto ognuno di noi aveva idee differenti ed inoltre non eravamo contenti del nostro lavoro in studio, in particolare del mixaggio, del suono e di alcuni errori esecutivi. Nel contempo continuavamo a provare ed a cercare di comporre nuove canzoni, che però non riuscivano a prender vita. Tra agosto e dicembre tenemmo soltanto 3 concerti in Stoccolma. Cambiammo anche sala prove, condividendola con un'altra band che disponeva anch'essa di un mellotron, così da quel momento iniziammo a suonare con 2 mellotron. Tutti i problemi di questo periodo fecero comunque sì che metà del gruppo stesse per allontanarsi.
In dicembre doveva esserci l'uscita del disco e del CD, ma venne rinviata fino al 30 gennaio. La presentazione del disco fu un successo, il locale in cui suonavamo era affollatissimo. Da quel momento la tensione che regnava del gruppo si dissolse improvvisamente, potemmo così guardare con più serenità al risultato del nostro lavoro. Il primo mese dopo l'uscita dell'album lavorammo duramente per promuoverlo, con il risultato che in 2 settimane la prima stampa di 1000 copie era già esaurita. Ad oggi ne sono state stampate altre 3000.
Il 29 maggio scorso abbiamo suonato al Progfest di Los Angeles con CITADEL, QUILL ed IQ ottenendo un grande consenso di pubblico, e questo ci ha dato un notevole stimolo per continuare a suonare e comporre. Nonostante ciò, non abbiamo pianificato granché per il nostro futuro. Se riusciremo a rimanere insieme per un altro anno ci sarà probabilmente un nuovo album. Dobbiamo dire che a circa un anno di distanza dalla sua registrazione siamo abbastanza soddisfatti di "Hybris", ma le performances individuali appaiono un po' prive di sentimento. Gli errori tecnici sono divenuti meno importanti. La nostra unica ambizione comune è creare musica che sia giusta per noi, ed il modo in cui questa viene fuori è spontaneo, è molto difficile riuscire ad individuare uno scopo creativo.
E' triste constatare che il progressive rock non è più stato in grado di riscuotere consensi dopo i successi dei primi anni 70, ma riteniamo che una reazione del gene-re di fronte ad una musica così particolare sia abbastanza naturale. Soprattutto adesso, con le grandi compagnie discografiche così abili nel condizionare il mercato.

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