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AUFKLÄRUNG Fabio Suppressa
 

Il vostro disco è in uscita in questi giorni, ma di voi si parla già da un po'; vogliamo fa sapere al nostro pubblico qualcosa di più su di voi?

Gli attuali Aufklärung nascono nel 1990 dalla fusione di due band locali: gli Eclipse, di cui facevano parte Marco Mancarella (2/5/70, tastiere) e Michele Martello (8/5/72, chitarre), e gli Aufklärung, in cui militavano Fabio Guadalupi (19/5/66, chitarre), Sandro D'Ammacco (ex batterista) e Giampaolo Di Totero (ex bassista). Fabio e Marco, conosciutisi all'università grazie
alla comune passione per la pesca e la musica, in particolare il prog, pensarono di unire le due band per dar corpo ad un gruppo unico.
Successivamente fu contattato Edo Lecci (28/5/59, voce e flauto traverso), anch'esso conosciuto in ambiente universitario da Marco. Nel corso di questi anni Giampaolo è stato sostituito da Lucano Rubini (7/11/72) al basso e Sandro da Massimo Mignini (2/9/70) alla batteria, che hanno definitivamente colorato un quadro incompleto.

Ai gruppi musicali in genere non piace essere etichettati, a molti perché hanno paura di essere snobbati dal resto del mondo (nel nostro caso da chi non ascolta prog, e mi dicono che non sono pochi..)- Voi, a parte il nome e la musica che suonate, vi sentite progressive?

Sì, ci sentiamo prog, non solo musicalmente ma anche filosoficamente. La nostra progressività la basiamo su una cultura musicale che guarda costantemente ai gruppi dei primi anni Settanta e su una varietà di ascolti che spazia dal classico al jazz; il che ci permette di sviluppare e ricercare forme espressive autenticamente musicali che ci consentano in prima persona di goderne: abbiamo infatti cominciato e continuiamo a suonare per un nostro tornaconto psicologico-morale.

Mai come oggi il prog è vivo e allo stesso tempo inflazionato dal numero di uscite discografiche, alcune valide, altre un po' meno. Io trovo che fare rock progressivo non significhi cercare per forza la novità, inventare qualcosa; puoi anche suonare come i Genesis o come i Gentle Giant (magari!), ma se lo fai con sincerità non vedo perché no. Voi cosa ne pensate?

Concordiamo con il tuo pensiero, infatti è quello che facciamo noi.

A questo proposito, quali sono le vostre influenze musicali (c'è chi vi ha paragonato agli Änglagård, chi ai Genesis, a me l'ascolto del vostro demo ha fatto venire in mente i francesi Pulsar... con un po' di brio in più)?

Sicuramente i gruppi che regnavano alla fine degli anni 60 e la prima metà degli anni 70: King Crimson, Genesis, Yes, ELP, Gentle Giant, Jethro Tull, PFM, BMS, Le Orme, VDGG, Metamorfosi, Quella Vecchia Locanda, Paese dei Balocchi, Balletto Di Bronzo, Pink Floyd, Led Zeppelin, Deep Purple, Camel ecc. ecc. ecc.

Bene, parliamo un po' del vostro disco: cos'è cambiato rispetto al demo?

Indubbiamente una migliore qualità audio dovuta sia alla buona strumentazione dello StudioLab che, principalmente, alla bravura dei tecnici Sergio Taglioni e Fabrizio Barale, ampiamente dimostrata in registrazione e nel mix; inoltre i brani sono stati da noi scomposti e riarrangiati totalmente.

Luciano, tempo fa mi ha parlato di problemi avuti durante le registrazioni…

Sono stati dovuti alla non totale disponibilità di Edo (causa militare) durante la registrazione del disco: essendo dovuto rientrare in anticipo in caserma non ha potuto registrare la voce; per cui, vista la necessità, di comune accordo con la casa discografica abbiamo pensato alla soluzione alternativa Chicco Grosso, sia per la sua bravura che per una profonda amicizia che ci lega.

Dopo questo disco avete intenzione di riposarvi oppure avete cominciato a pensare già al prossimo?

Dopo la registrazione (aprile 1995, nda) abbiamo fatto una pausa di un mese circa e poi abbiamo cominciato a pensare e realizzare materiale per il nuovo disco, che molto probabilmente sarà un concept e presenterà composizioni in stile Aufklärung con sfaccettature più aggressive e potenti.

Bene, è giunto il momento di lasciarci. Per chiudere, avete un aneddoto da raccontare?

Un curioso aneddoto (durato 4 anni!) è legato al locale dove provavamo, che era in passato lo scantinato di un convento e negli ultimi venti anni locale per Club, con volte a stella, tre nicchie ed il muro in carparo: praticamente stupendo, sia per suonare che per riunirsi; unica pecca (non tutte le ciambelle escono col buco) una foltissima umidità che era dannosa sia per noi che per gli strumenti. Addirittura abbiamo subito anche un allagamento: praticamente umidità 100%. Da tutta una serie di piccole sfortune, eventi un po' contrari, ed una nostra predisposizione verso il mistero, per esorcizzare il tutto, dicevamo che nel locale viveva il famigerato mostro dell'umidità.
Da quando abbiamo lasciato il locale il mostro, evidentemente contento di non essere più bombardato dalla nostra musica, ci protegge: sempre sia lodato il mostro dell'Umidità.

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