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VERSAILLES Bruno Versmisse
 

Nel momento in cui il gruppo francese VERSAILLES sta per far uscire un terzo album, ho creduto giusto andare a trovare questo figlio naturale degli ANGE che è Guillaume de la Pilière, cantante del gruppo di Lille. Con lui abbiamo fatto il punto sulla carriera del gruppo e parlato un po' del futuro...

Ciao, Guillaume. Per far conoscere meglio VERSAILLES, puoi raccontarci la storia del gruppo dalle origini, ma anche da dove viene questo nome reale?... Ma soprattutto, quali sono i vostri veri nomi?
Ci conosciamo tutti fin dalla tenera infanzia, salvo Alain (tast), che abbiamo incontrato e convertito nel 1983. Già sulle tracce di "Foxtrot" e "Au-delà du delire", abbiamo fatto il nostro primo concerto il 9/3/1985: un concorso che abbiamo vinto. Felici inizi... fino al 1990 abbiamo fatto molti concerti nella nostra regione, ed è allora che abbiamo cominciato a trovare la nostra originalità sulle basi di una musica molto 70s. Il nome VERSAILLES è uno dei più importanti simboli del passato, l'abbiamo scelto per mostrare il nostro desiderio di cercare una musica nuova che riprendesse la strada tracciata dai grandi dell'epoca. E' ugualmente la negazione di un presente troppo deludente! Quanto ai nomi, sono veri, quelli che noi ci siamo scelti.
Puoi dirmi il perché di questo amore per uno stile passato di moda (ovviamente questo non è il mio avviso)?
Pensiamo che resti molto da fare. Quelli che si sono fermati per strada pensando di percorrere un certo tipo di cammino, non sapevano ciò che c'era in fondo al viale...
Pensi di far parte di un movimento, o consideri VERSAILLES un caso isolato?
YES e GENESIS sono considerati nel medesimo movimento, e quindi... Noi apparteniamo a coloro che vogliono far esplodere il lavoro creativo.
Perché scegliere Musea e come sono avvenuti i contatti per il primo CD "La cathédrale du temps"? Raccontami la genesi di questo disco...
Una volta registrato il nostro primo 45 giri (su mini-studio 4 piste nella nostra sala prove), ne abbiamo mandata una copia a Musea che ci ha contraccambiato con un adorabile contratto di distribuzione. Quando hanno saputo che preparavamo "La cathédrale du temps", ci hanno proposto d'appartenere a quest'etichetta prestigiosa.
Dopo "La cathédrale..." cos'è successo? Parlami del periodo che ha preceduto l'uscita di "Don Giovanni"...
Olivier de Gency (bs) aveva dovuto abbandonarci all'epoca per curare dei gravi traumi psicologici; stava diventando pazzo poco a poco, ciò che a noi non piaceva per niente. Dal momento in cui lui ha di nuovo scoreggiato i piombi (riporto quest'espressione nella sua traduzione letterale, ma non so proprio cosa voglia dire... - ndAN), noi l'abbiamo ripreso il più velocemente possibile. Nel frattempo avevamo infine trovato la nostra via musicale con "La cathédrale...", e non l'abbandoneremo mai più.
All'uscita del secondo CD "Don Giovanni", molta gente sostiene che esso superi il primo di molto; innanzi tutto, cosa pensi di questa opinione pubblica? Molte più tastiere, un superbo mellotron piazzato in avanti, un concept sorprendente, un cantato più incisivo e anche una produzione più d'effetto; "Don Giovanni" si afferma come un intoccabile del prog alla francese. Dicci tutto su questo disco... e anche sul resto, se vuoi...
Abbiamo lavorato su "Don Giovanni" esattamente come in passato; sempre sulla stessa strada, questo è il nostro motto. E' vero che il risultato è ben più soddisfacente, soprattutto dal nostro punto di vista. Pensiamo che questo giustifichi le direzioni ostinate dalle quali non devieremo mai. Giuro! Tutto ciò ci ha spremuto litri di sangue e causato innumerevoli discussioni verbali e petomani (è un vizio! - ndR) tra di noi.
Credo che l'uscita del terzo lavoro sia imminente; che ci puoi dire in proposito? Titolo, durata, mezzi impiegati, vogliamo sapere tutto...
Il nostro terzo album uscirà in marzo col titolo pretenzioso, roboante ma intrigante di "Le tresor de Vallièsres" e non vogliamo dire niente, per il momento, poiché è il vostro turno di parlare, signori. Risponderemo in seguito a tutto ciò che volete.
VERSAILLES partecipa anche ad una compilation intitolata "A propos d'Ange", comprendente delle cover del celebre gruppo francese, ove andranno a fiancheggiarsi alcuni bei nomi del progressive (NAOS, GALAAD, QUIDAM...) e che vedrà la luce entro breve. Puoi spiegarci la scelta del titolo e in che ottica avete suonato il pezzo?
E' con gioia immensa che abbiamo ripreso "Des yeux couleur d'enfant". Questo titolo e la musica ci infiamma da sempre. E' stato divinamente gioioso interpretarlo! ANGE ci ha portato molto, per noi rappresenta la grande lezione, la grande emozione, in più c'è tra i membri di questo gruppo un'umiltà ineguagliata. Lunga vita agli ANGE!
Infine, la domanda che mi prude da tempo: chi ha ispirato il famoso pezzo "Subtiles délicatesses" (dal testo piuttosto libertino e terminante con un bel peto... e tre! - ndR) e avete subito dei commenti spiacevoli o divertenti in proposito?
Molte cose accadono nelle innumerevoli orge che noi organizziamo. Io consegno tutto ciò alla memoria e alla carta. Un giorno ho cantato questa toccante canzonetta al resto del gruppo e concordammo in coro che occorreva non nascondere nulla al pubblico. Ma abbiamo ancora molto da raccontare!
Per finire, VERSAILLES ha in vista qualche concerto in Francia o altrove? E più chiaramente, come vedi l'avvenire del gruppo? Quali sono i progetti, le ambizioni?
Prepareremo presto uno spettacolo e sempre dei nuovi pezzi. Speriamo di suonare dappertutto. A proposito, come si fa per andare a suonare in Italia? E' tutto per stavolta. Grazie per l'interesse verso il gruppo e per la franchezza delle domande. Questo genere di stampa fa sì che si possa parlare di rock progressive al giorno d'oggi, allora bravo per il tuo lavoro. A presto; con amicizia: Guillaume.

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