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FLIGHT Flight - Incredible journey Capitol 1975 - 1976 USA
 

Non ho la minima idea della parte degli Stati Uniti da cui vengono i Flight, ma quel che è certo è che si meritano un posto tra i grandi del prog a stelle e strisce, forse non nell'Olimpo dove sta la sacra triade Cathedral, Yezda Urfa e Mirthrandir, ma probabilmente possono guardare senza troppi timori riverenziali gente come Fireballet o Ethos, e scusate se è poco! La musica di questo formidabile quintetto non ha, per fortuna, dei riferimenti immediati, per cui cercherò di descriverla nel migliore dei modi possibile. Un progressive sovente pirotecnico, in cui delle tastiere (moog soprattutto) dai suoni assai moderni per l'epoca spadroneggiano creando ambientazioni spaziali in armonia con i concept futuristici del leader Pat Vidas, ma che ogni tanto si concedono romantiche aperture e momenti di quiete in cui si fanno anche vedere un rassicurante mellotron e uno splendido piano swingato. Il tutto è ben sostenuto da un basso pulsante e da uno spumeggiante drummer (un retaggio jazz-rock è ipotizzabile), mentre la chitarra si accontenta generalmente di accompagnare le evoluzioni delle tastiere, sia in fase ritmica che in fase di rifinitura, lanciandosi più raramente in qualche assolo. Ma la nota saliente di questo gruppo è la tromba. Sì signori, avete proprio letto bene, ho detto T-R-O-M-B-A, una tromba messicaneggiante se così posso dire, che insieme a qualche discretissimo sax dà una forza e un'originalità tutta particolare alla musica dei Flight, e, pur essendo abbastanza presente, non è mai invadente, risultando anzi sempre piacevole nei suoi interventi. Poche differenze tra i due dischi (i collezionisti comunque preferiscono il primo, ed io sono parzialmente d'accordo), se non che forse il primo soffre di alcune parti vocali un pò troppo americaneggianti nel più puro pop-style '70, soprattutto in due brani che dovevano avere qualche mira commerciale ma, visto che probabilmente non sortirono l'effetto sperato, nel secondo sono virtualmente assenti. Il secondo é inoltre un pochino più pirotecnico e meno raffinato del debutto, osando anche la chitarra qualcosina di più, ma sia ben inteso è soprattutto una questione di sfumature. Un gruppo favoloso, da riscoprire al più presto.

Raimondo Piras

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