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TODD RUNDGREN'S UTOPIA Todd Rundgren's Utopia Bearsville 1974 USA
 

In tutta sincerità ammetto di non essermi mai seriamente interessato fino a poco tempo fa della carriera artistica di Todd Rundgren, da me sommariamente conosciuto soltanto nelle vesti di membro dei NAZZ, band psichedelica di solida reputazione underground attiva sul finire degli anni '60 ed in quelle - ben remunerative immagino - di produttore di vaglia (Grand Funk Railroad e moltissimi altri). L'occasione per porre termine a questa mia imperdonabile ignoranza riguardo al bravo chitarrista nordamericano mi è stata fornita dalla vendita nella più classica delle bancherelle (ogni tanto si riesce ancora a mettere a segno qualche buon colpo!) di una copia originale in condizioni pressoché perfette dell'omonimo album accreditato al progetto T.R.U. (1974 la data della sua pubblicazione). Già immagino la domanda che lor signore si staranno ponendo in questo preciso istante "è progressivo?". Sissignore, e di quello con i controfiocchi, come possono facilmente dimostrare l'impressionante schieramento di tastiera (ben tre tastieristi di ruolo, e cioè Moogy Klingman, Ralph Schuckett ed il sintetista M.Frog Labat), la naturale propensione alla lunga distanza compositiva - la super suite "The ikon" raggiunge addirittura i 30', cosa quanto meno inusuale in un periodo nel quale il CD era solo fantascienza! - e non ultima, una concezione musicale straniante e realmente avanguardistica (in una parola "progressiva"), a metà strada fra GENTLE GIANT/EL&P e HAWKWIND, riprendendo da i primi il gusto per l'iperbole tecnicistica e per la complessità e raffinatezza delle soluzioni sonore, dai secondi l'approccio talvolta ricercatamente spaziale. Veramente esplicativa in questo senso la dichiarazione programmatica di "Utopia theme", un lungo brano registrato dal vivo al Fox Theatre di Atlanta, Georgia, con con una parte centrale da brivido, dove un bellissimo cantato ed uno stupendo assolo di Todd vanno ad ornare un tappeto sonoro che definire onirico è fors'anche riduttivo. "Freak Parade" (un titolo che calzerebbe a pennello a molte delle composizioni degli eroi di "Space Ritual"!) è una stupenda esercitazione di dieci minuti in puro stile americano (ricordate i misconosciuti POLIPHONY dell'LP "Without introduction"?), co a tratti quelle impennate schizoidi che hanno sempre caratterizzato i primi lavori del Gigante Gentile, mentre apparentemente più leggera - ma solo apparentemente, si badi bene! - la costruzione armonica di "Freedom fighters", che con i suoi quattro minuti risulta essere di gran lunga il brano più corto dell'intero lotto. Bellissimi cori ed una chitarra elettrica stringata e quanto mai efficace nel suo raid solistico (bravo Todd!) sono le note positive di questo brano che chiude in bellezza la side A. L'incalzante e dinamicissimo piano elettrico dell'apertura di "The ikon" ci introduce al piatto forte dell'album, una pirotecnica mezz'ora di rock progressivo di alta scuola, il classico esempio di labirinto sonoro dove le citazioni debitamente rielaborate dei maestri anglosassoni si sprecano e si rincorrono con il passare dei minuti, ed "il naufragar m'è dolce in questo mare" di abbondanza progressiva... Superflua ogni mia aggiunta, vorrei soltanto ricordarvi che il CD di T.R.U. è disponibile nella collana economica della Warner Bros; per un pugno di inflazionate lirette vi porterete a casa ben sessanta minuti di ottima musica, scoprendo cosi un artista che a sua volta ha senza dubbio influenzato più di una generazione di progsters a stelle e strisce.

Massimo Costa

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