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MIDAS Beyond the clear air autoprod. 1988 JAP
 
Questa volta, anziché pescare dal fondo della storia progressiva, dagli anni 70 ho deciso tanto per cambiare un po', di attingere dalla superficie. Era infatti il 1988 quando nel paese del sol levante veniva dato alle stampe quello che per me resta e, probabilmente resterà una delle più alte manifestazioni di progressive rock nipponico assieme a SOCIAL TENSION, GERARD e MUGEN. La ragione per cui ho deciso di parlarvi di questo lavoro è anche legata alla scarsa diffusione che questo ha avuto nel nostro continente e, solo recentemente, ho visto circolare delle ristampe su CD. Il disco si articola su di una struttura simmetrica: due facciate divise entrambe in due canzoni... nulla a che vedere ovviamente con le simbologie arcane e metafisiche tanto care ai fans più accaniti dei DEVIL DOLL. Si comincia subito alla grande con "Sham Noctiluca", con grande spiegamento di tastiere suonate in maniera prepotente ed energica da Eishyo Lynn che sfrutta una strumentazione assai vasta: Roland S-50, D-50, SH-3A, Korg M1, Casio CZ-3000 ed il piano. Le modalità espressive sono quelle tipiche della scuola giapponese: suono sempre pulitissimo, e molto moderno (anche se non sempre) e naturalmente tantissima tecnica. Ma la caratteristica forse più appariscente oltre a quella delle keyboards è rappresentata da un eccezionale violinista, nonché cantante, Eigo Utoh che in ogni pezzo sembra lottare con Lynn per strappargli la leadership sonora. Ed è proprio da questa sorta di lotta che nasce lo stile dei MIDAS, stile che non trova epigoni qui in Europa e che può essere eventualmente inserito in quello di scuola giapponese di cui i MUGEN sono forse i maggiori esponenti. Quello che forse manca ai MIDAS è una certa varietà compositiva dato che il discorso musicale rimane praticamente invariato dalla prima "Sham noctiluca" alla lunga, conclusiva "Beyond the clear air". Si denota anche un certo soffocamento della sezione ritmica (Katsuaki Mishima: Fender jazz bass e Kazuo Katayama: batteria) fin troppo eclissata dalle rapide evoluzioni dei suddetti Utoh e Lynn. Consiglierei a chiunque voglia conoscere il prog made in Japan di cominciare da un gruppo come questo, dovrete comunque fare l'orecchio ai cantati (incomprensibili!) stile Mazinga o Goldrake, ma quando c'è la classe dei MIDAS, e soprattutto la voce di Utoh è in assoluto una delle più ascoltabili in Giappone tutto diventa più facile...

Giovanni Baldi

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