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AGAMEMNON Part I & II autoprod. 1981 SVI
 

E' evidente che a tutt'oggi sono sempre più rari I dischi minori di una certa caratura artistica che non siano stati in qualche modo riscoperti. Ciononostante esistono tuttora numerose band che attendono di essere rivalorizzate, di uscire dal circolo ristretto del collezionismo per poter essere apprezzate dal pubblico progressivo tutto. Tra queste rientrano di diritto gli Agamemnon, gruppo svizzero che operò nei primi anni '80 e che ha lasciato ai posteri una sola opera: "Part I & II".
Come tradizione vuole, anche quello dei quattro elvetici (Urs Ritter tastiere - Erich Kuster voce, organo e chitarra acustica - Walter Rothmund basso e flauto - Werner Kuster chitarra elettrica ed acustica, flauto e piano) è un disco concept, ispirato alla mitologia greca ed in particolare alla vita del re Agamennone, la cui prima parte è narrata nelle due suite che compongono l'opera: "Agamemnon's youth" e "Agamemnon, king of Mykene". Dico prima parte in quanto l'opera avrebbe dovuto avere un seguito ed una conclusione con la pubblicazione di altre due lunghe composizioni: "Agamemnon at Troja" e "Agamemnon's death", purtroppo, a quanto mi risulta, mai apparse su vinile.
La musica degli Agamemnon esplora indubbiamente tutta la tradizione progressiva dei seventies, pur non legandosi in modo troppo diretto a nessuno dei gruppi maggiori; la magia contenuta nei suoni orchestrali delle tastiere, nei dialoghi tra piano, organo e chitarre acustiche e nelle parti di flauto è una delizia per gli amanti delle sonorità di quegli irripetibili anni. Gli strumenti si alternano tra loro nel ricamare melodie forse non troppo complicate ma che, con il fondamentale apporto della voce calda e convincente di Erich Kuster (talvolta accompagnata da cori femminili), riescono a cullare l'ascoltatore ed a creare quella sensazione di atemporalità che solo la musica progressiva sa creare. Non ci sono picchi, i momenti memorabili, ma solo tanta fluidità, armonia ed eleganza, ed in fondo sarebbe davvero senza senso chiedere alla band di ricreare quelle emozioni che solo pochi eletti hanno saputo darci. Ma, credetemi, c'è davvero di che accontentarsi.
Il gruppo non passerà forse alla storia per la sua perizia tecnica, e la cosa si avverte soprattutto nella talvolta eccessiva elementarità nei dialoghi strumentali, ma è indubbio che quello degli Agamemnon è un disco che merita davvero la ristampa. Qualche anno fa circolavano numerose copie del disco, non so dirvi se si trattasse di una seconda edizione oppure di un recupero da qualche fondo di magazzino, sta di fatto che comunque esso non dovrebbe avere un prezzo eccessivo. Ad ogni modo io raccomando sempre di non spendere cifre troppo elevate per qualcosa che in fondo può anche non piacere. E chissà che magari qualcuno non pensi già ad una ristampa…

Riccardo Maranghi

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