Arcane è il nome di un'oscura art-rock band francese autrice di una solitaria, eccellente release discografica su etichetta Philips, datata 1977. La monumentale discografia del rock progressivo francese ce li presenta come un ensemble influenzato da King Crimson (periodo "Larks' tongues in aspic") e Pulsar, e l'ascolto di questo platter non fa che confermare siffatto giudizio, peraltro già per me sufficientemente autorevole: infatti ad un guitar-work dalle distorsioni tipicamente frippiane, si sposa un sintetizzatore evocante talvolta i fantasmi di "Strands of the future", capolavoro della band lionese capitanata da Jacques Roman e Gilbert Gandil. Infine completa il quadro lo spigoloso drumming del batterista-compositore Daniel Locci, il quale infondeva alle composizioni una potenza ed un dinamismo veramente rimarchevoli. Atmosfere inquietanti ed ipnotiche si susseguono quasi senza soluzione di continuità all'interno del disco (cfr a questo proposito la stupenda "Le chant d'Orphée" e la suite -circa 16'- "Arcane I", vera e propria summa teologica del gruppo), catapultando così l'esterrefatto ascoltatore in una vera e propria dimensione onirica, dove però il confine fra sogno ed incubo è assai labile, concezione musicale questa ben esemplificata da una copertina in bianco e nero raffigurante un misterioso, enigmatico insetto. Non mancano comunque momenti più sereni, come ad esempio la conclusiva "Nostalgie", una splendida ballata acustica, degno suggello di un disco sicuramente tra i più affascinanti dell'intero panorama progressivo d'Oltralpe. Di questa valente formazione si perderanno le tracce fino al 1985, quando alcuni ex componenti di Arcane daranno vita al progetto Human ed incideranno sotto questa denominazione l'ottimo LP "Un certain pays", con un sound a metà strada tra Vangelis, Eno e certa new-age.