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MENDOZA Mendoza CBS 1972 SVE
 

Il nome e la copertina non attirano di certo al primo impatto un appassionato di Prog, e persino il gruppo scherza col proprio moniker lanciando un questionario sul suo significato. Tale questionario è riportato all'interno della copertina, apribile, e si intravede attraverso gli occhialini bucati dell'uomo barbuto che fuma un sigaro sulla cover. Allora, vediamo un po', cosa sarà Mendoza? Un gruppo di banditi messicani, una specie di sigaro cubano o un cavallo da corsa? Dopo averci avvertito del fatto che tutte e tre le ipotesi sono sbagliate, l'invito del gruppo è quello di prendere il disco e di ascoltarlo a volume alto oppure di non ascoltarlo affatto. In compenso le note di copertina riguardo musica e musicisti sono davvero scarne.
Allora seguiamo il loro consiglio ed alziamo volentieri il volume: ci troviamo di fronte ad un disco divertente, spigliato e variegato nello stile. Forse la traccia più propriamente "Progg" è proprio quella di apertura, "Jojk", che è anche il pezzo più lungo dell'album con i suoi 7 minuti di durata. La canzone sembra sfruttare per alcuni aspetti la classica tecnica del "gånglåt" tipico del folk svedese e ripreso da molti gruppi nordici. Il "gånglåt" è una melodia ripetitiva, semplice da seguire, quasi come una marcia, e questo pezzo è costruito proprio su una melodia di base ripetitiva e coinvolgente che viene riecheggiata a turno dai diversi strumenti che si intrecciano ripetendo sempre lo stesso motivetto, la differenza è che in questo caso i tempi sono decisamente più accelerati e vivaci. Il risultato fa somigliare questo pezzo a una tipica canzone dei Kebnekaise, interpretata però dai Traffic e proprio l'incipit ricorda in un certo senso "Glad", con la spigliata tromba di Björn Larsson in evidenza e spesso protagonista di assoli nel corso dell'album. Il flauto di Arne Gustafsson (che si dedica anche alla chitarra ritmica) ed il pianoforte di Lennart Palmefors (che si occupa sia delle tastiere che del canto) sono altri due elementi ricorrenti che aggiungono un tocco di classe a composizioni festose e godibili con influenze latine, jazz e British pop. La breve "Steamship" è una divertente canzoncina costruita su un tempo di marcia, scandito da Hammond e pianoforte. Le parti vocali e le atmosfere disimpegnate ricordano i Beatles. La pronuncia di Lennart è impeccabile ed il suo timbro ricorda un po' quello di McCartney. La successiva "Hello Hello" si muove al ritmo travolgente del contrabbasso (almeno così sembra) con un feeling da vecchia sala da ballo fine anni Cinquanta ma con un deciso tocco psichedelico. L'ancora più breve (non tocca i due minuti) "A Sinful Man" è una canzonaccia hard rock-blues con chitarre Zeppeliniane. "The Greatfull Salesman & Co" conclude in maniera elegante il lato A, si tratta di una ballad acustica alla Jefferson Airplane/ Traffic, con graziose parti di flauto ed archi semplici ma suggestivi. "The Land Of Little Rain ", la prima traccia del lato B, è un altro grande pezzo di atmosfera: le prime note faranno saltare sulla seggiola i fan di Baglioni, ricordando decisamente "E tu". La canzone si trasforma presto in un pacato blues con pianoforte e cori Gospel. "Summer Days, Winter Cold " si apre a ritmo di bossanova e prosegue festosa con un rock latino che può ricordare le cose di Santana, con graziosi assoli di chitarra e di tromba ed un flauto sempre presente. "Jambalaya" potrebbe essere la sigla ideale di qualche telefilm anni Settanta: si tratta di una canzone disimpegnata che lascia un po' il tempo che trova. "Green Bamboo", un'altra canzone in stile "West Coast" da cantare attorno al fuoco in compagnia di un joint chiude l'album in maniera rilasciata e gradevole. Si tratta di un album che magari possiamo non considerare al 100% prog ma che merita comunque di essere ricordato e menzionato fra le uscite interessanti che la Svezia ci ha regalato in quegli anni.
Per quanto ci è dato sapere questo omonimo lavoro del 1972 è l'unico rilasciato dal gruppo, a parte il singolo "Jambalaya/Hello Hello" pubblicato nello stesso anno e comunque tratto dallo stesso long playing. Dei componenti dei Mendoza non abbiamo altre notizie.

Jessica Attene

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