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RIALZU Rialzu Ricoridu 1978 FRA
 

Nell’estate del 1986 mi trovavo in vacanza in Corsica. Un nuvoloso sabato pomeriggio, girovagando per la cittadina di Porto Vecchio, un banchetto di vinili usati, nell’ambito di un mercatino tradizionale, attirò la mia attenzione perché esponeva in bella vista diversi dischi interessanti di mia conoscenza. Dopo una ventina di minuti passati a scorrere tutti i vinili (piuttosto normali in quanto a reperibilità) il tizio del banchetto, vedendomi interessato al genere, mi disse in un discreto italiano, se ero interessato a dischi rari del genere. Risposi, ovviamente, di sì e presi appuntamento per il pomeriggio successivo. Il tizio mi portò 4 dischi a me sconosciuti, e di uno in particolare mi disse trattarsi di un lavoro molto bello nello stile dei Magma, ma legato alla tradizione e alla cultura corsa. Chiaramente si trattava dei Rialzu. Lo presi nonostante il prezzo non troppo abbordabile che mi pare di ricordare intorno ai 200 Franchi. Lo trovai piuttosto rigato, ma decantandomi le qualità e l’irreperibilità del disco mi convinse e lo portai a casa. Le aspettative furono del tutto appagate, perché si rivelò veramente bello e oltremodo interessante. Il gruppo era guidato dai fratelli Renne e dai fratelli McDaniels con l’aggiunta di Gilles alla Chitarra. Più un discreto numero di coriste e orchestranti vari. Si tratta in effetti di un disco molto legato alle atmosfere dei Magma, con momenti fortemente Zeuhl, ma anche grandi aperture di jazz rock dal sapore mediterraneo e momenti più psichedelici in stile Pink Floyd. Piuttosto breve, solo 30 minuti, suddivisi in tre brani e nei loro sottomovimenti. I brani sono tutti cantati in lingua corsa, come lo sono anche le note ed ogni altra parola scritta sulla copertina del vinile. Allora sul Lattu 1 abbiamo “Rigiru” diviso in tre parti. Il testo, di un poeta locale, ci parla del moto rotatorio delle cose da quelle piccole create dall’uomo, come la ruota e la macina, o quelle dei grandi disegni universali: il giorno e la notte, le stagioni, ecc. Musicalmente siamo al cospetto di un signor brano dal potente avvio zeuhliano di violino, sviluppo ritmico sostenuto da un batterista di incredibile capacità. Più sperimentale l’avvio della seconda parte con violini tenui e flauti evocativi, con voci e parti corali di impostazione Magma, seppur con accenno ancor più lirico. Il cantante non ha la potenza espressiva di un Klaus Blasquiz ma l’impostazione chiaramente classica è ben centrata e ben si fa supportare da voci fini femminili che a tratti ricordano le Northettes di canterburiana memoria. Grandissimo, nel suo epico sviluppo, è il finale della seconda parte che si offre come ouverture della terza parte, quasi interamente imperniata su uno splendido assolo di batteria di quasi due minuti che lascia al ritorno del tema principale della suite in bilico tra i Magma del Live e i Pink Floyd di Atom Heart Mother. La seconda suite, “I Lagramanti” nuovamente divisa in tre movimenti, si apre con il vento che soffia per i monti della Corsica. Via, via che il la prima parte prende sviluppo attraversiamo momenti zeuhliani corali e intrisi di grande pathos. L’organo e il violino aprono in toni mesti e ci portano in un jazz-rock dalle grandi aperture sinfoniche con rimembranze zappiane del periodo King Kong. Riprende il cantato, ancora con una poesia che ci narra dei contadini corsi e del rapporto con le montagne, triste e faticoso, spesso con la luna come compagna ad illuminare un incerto cammino tra paure ancestrali, mitiche e pagane. Cammino che come per tutto finisce con l’incontro con la nera morte, che chiude tutte le porte. Diversa l’impostazione dell’ultimo brano “A Mubba” in quanto improvvisato e prettamente un brano di jazz-rock a cavallo tra il Perigeo e certe cose della PFM periodo JetLag, ma con le solite intrusioni corali e zeuhliane. Un gran disco, breve, ma estremamente concentrato. Un peccato che il gruppo non abbia prodotto null’altro (almeno per quanto se ne sappia) e che questo lavoro sia così difficilmente reperibile. Ora pare che nei negozi di musica di Ajaccio si trovi una stampa in CD. Chi dovesse andare in vacanza sa che souvenir portarsi a casa.

Roberto Vanali

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