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JAZZ FRAGMENT PRAHA Anaconda Supraphon 1987 CZE
 

Il progressive rock riserva sempre qualche bella sorpresa e anche quando sei convinto, non dico ovviamente di conoscere tutto, ma almeno di avere una buona visione generale del panorama musicale di un paese, spunta fuori quel disco inaspettato, quella piacevole sorpresa in grado di accendere per l'ennesima volta la scintilla dell'interesse e del piacere. Ecco quindi questa graziosa perla Cecoslovacca che stranamente non ha grosse segnalazioni in giro, nonostante la bella credenziale costituita dalla figura di Martin Kratochvíl, tastierista dei più noti e fondamentali Jazz Q, che ha curato la registrazione di questo album. Ed i Jazz Q sono sicuramente un riferimento fondamentale per questa band, come si può intuire già dalla foto che ritrae il tastierista e leader del gruppo, Aleš Faix, in cui si intravedono sullo sfondo proprio i poster dei Jazz Q attaccati alla parete. Il vuoto informativo che si è creato attorno a questo gruppo mi stupisce ancora di più se penso alla musica contenuta in questo debutto discografico, sicuramente di matrice jazz-rock/fusion ma ricca di spunti melodici e sinfonici che la rendono particolarmente appetibile anche per chi non è abituato a trame musicali particolarmente complesse e jazz oriented. La chiave di tutto sta negli intrecci fra il piano di Faix, il flauto di Martin Brunner ed il violino di Milan Pěkný che creano drappeggi melodici eleganti e leggeri e dotati di una certa sinfonicità. Il lato A prevale su quello B in quanto a bellezza, con un particolare peso fornito dalla spumeggiante traccia di apertura, la title track, che si apre col suono di una manciata di monetine che ruzzolano sul pavimento, a simboleggiare che il denaro (come spiegato sulle note di copertina) può stritolare i pensieri e le azioni degli esseri umani in un nodo indissolubile. La musica è dinamica con riferimenti alla Mahavishnu Orchestra e begli intrecci fra flauto e violino. Forse la sezione ritmica si presenta un po' troppo squadrata e sicuramente gli elementi percussivi che apprezzo di più sono quelli etnici delle congas che ogni tanto vengono preferiti alla batteria con effetti morbidi ed accattivanti, come avviene nella seconda traccia, "Včelí král (ape regina), dalle melodie morbide e vagamente orientaleggianti. L'altra traccia da segnalare, e che va chiudere il lato A, è "Romance", scritta nel 1978 da Faix appositamente per la celebre cantante Jana Koubková, dalla voce calda e sinuosa. Questo pezzo, oscuro e magnetico, dalle sfumature quasi psichedeliche, lo vedrei bene inserito nell'album "Symbiosis" dei Jazz Q. Il lato B si apre con la graziosa "Starosvĕtská" (dal vecchio mondo) in cui violino, flauto e piano si mettono ancora in bella evidenza, duellando letteralmente fra di loro. Più ordinaria appare la successiva "Fíkovo obrácení" dalle sonorità più sofisticate fornite dalle tastiere e da una base ritmica troppo schematica per i miei gusti, con basso e batteria in primo piano. La centrale "Vlcí prava" (la verità del lupo) è il pezzo più lungo dell'album, con i suoi 7:27 minuti e sfoggia bei momenti di improvvisazione da parte del flauto e del violino che scorrono in maniera sciolta su una base ritmica ripetitiva e pulsante, calati in un'atmosfera notturna da jazz club praghese. L'album è composto da un totale di nove pezzi, di cui 4 campeggiano nel lato A ed i rimanenti 5 si trovano sul secondo lato.
I Jazz Fragment Praha hanno sfornato, a parte questo, un secondo album, nel 1992, per la Panton assieme a Svĕtlana Musilová intitolato "Otevřený dopis" (la lettera aperta) e sono ancora in attività e a quanto pare con un nuovo album pronto ad uscire, al momento in cui scrivo. Purtroppo non so nulla circa le loro più recenti evoluzioni musicali del gruppo e questo potrebbe essere un ottimo argomento di indagine; per il momento possiamo tenere ben presente questo ottimo "Anaconda" e ricordarci di aggiungerlo alle liste di album consigliati del prog cecoslovacco.

Jessica Attene

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