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HANSSON & KARLSSON Monument Polydor 1967 SVE
 

Sicuramente quello di Bo Hansson non è un nome sconosciuto per gli appassionati di Progressive Rock. Si tratta di un artista che ha davvero contribuito a scrivere la storia di questo genere musicale e può essere considerato un vero e proprio precursore, soprattutto per quel che riguarda le sue prime creazioni discografiche, realizzate in duo col talentuoso batterista Janne Carlsson. L’album che forse lo ha reso più celebre a livello internazionale è “Sagan om Ringen”, che fu ristampato col titolo “Lord of the Rings” dalla celebre etichetta inglese Charisma, ma sarebbe sicuramente un errore limitarsi a questo capolavoro perché la genialità di Bo Hansson emerge in molte delle sue produzioni, che includono anche gli album meravigliosi dei Fläsket Brinner. Se ne dovette accorgere anche Jimi Hendrix che inserì nel suo repertorio proprio un brano tratto dall’album che ci apprestiamo ad analizzare: stiamo parlando di “Tax Free”, pezzo di chiusura del lato A. La produzione di Hansson & Karlsson si colloca agli albori della scena Progg svedese e anticipa persino l’estro di un grande come Emerson, il cui debutto discografico avverrà nel 1968 con i Nice. Bo Hansson sviluppa un modo di suonare l’organo Hammond decisamente originale ed inizia ad esplorare ed allargare i confini musicali di allora, fondendo il jazz ad un approccio decisamente rock e contaminandolo con la musica classica. Persino il sound del suo organo ha qualcosa di unico: ricordiamo che all’epoca Hansson non possedeva neanche il Leslie ma utilizzava un amplificatore Hangström. Sicuramente in questo vero e proprio “monumento” del prog si possono assaporare linee melodiche molto fantasiose, che riscopriremo in parte nella bella produzione solista di Bo, ma colpisce sicuramente l’impatto energico della musica che appare come una massa grezza ed esplosiva, dalla quale la melodia si libera come la devastante polvere piroclastica di un vulcano in fase di eruzione.
“Richard Lionheart”, la traccia di apertura, dall’impatto davvero maestoso, lascia senza fiato. L’incipit somiglia ad una marcia trionfale che anticipa letteralmente le impressioni di ascolto del futuro “Tarkus” degli EL&P, la batteria di Janne è vibrante e precisa e abbraccia come una maglia fittissima il mugghiante Hammond. Si passa con disinvoltura a strabilianti aperture jazz in cui Bo Hansson sembra entrare sempre più in simbiosi col proprio strumento musicale, facendolo vibrare e riverberare. E’ molto bello il modo in cui la traccia di apertura si stempera nelle frasi melodiche che aprono la successiva “Triplets” che, con la sua quiete psichedelica, anticipa i paesaggi di “Sagan Om Ringen” e pare mitigare le dirompenti esplosioni musicali che sembrano disperdersi e infrangersi come spumosi flutti marini sugli scogli. Si tratta di un pezzo di grande pathos, impreziosito dai mille disegni della batteria che non tiene semplicemente il ritmo ma entra a pieno titolo come protagonista nella narrazione sonora. Chiude il lato A del vinile la già citata “Tax Free” che ha sì qualcosa di affine allo spirito di Hendrix ma lo trascende grazie ad uno stile personale che mantiene tutt’ora, a distanza di anni, il suo carattere.
Il lato B si apre con un pezzo lento e rilassato, con le note dell’organo che sembrano scivolare morbide su un tappeto di timbri vellutati intessuto dalla batteria. Di tanto in tanto si percepiscono sbalzi dotati di enfasi più marcata, altre volte gli strumenti sembrano quasi trottare allegri ma in ogni modo il pezzo ci traghetta verso il più impegnativo ”Collage”. Si tratta di una mini suite di quasi nove minuti, in cui si alternano temi musicali classicheggianti a improvvisazioni jazz con un grande sfoggio di tecnica che comunque non rende mai il pezzo tronfio o pacchiano, seppure l’esuberanza dei due musicisti rimanga indiscutibile. La chiusura è affidata al pezzo più breve dell’album: l’ottimo “H.K. theme” con le sue possenti vibrazioni psichedeliche. Si chiude così una grande pagina della storia del Progg che merita di essere studiata. Purtroppo questo vinile è abbastanza raro ma tutte le canzoni al completo sono incluse in una compilation della Polydor, pubblicata su CD nel 1998 ed intitolata semplicemente “Hansson & Karlsson”. Tale album comprende anche un lungo pezzo tratto dal secondo lavoro del duo, “Rex” del 1968, tutto il lato A di “Man at the Moon”, il terzo album del 1969, ed un pezzo tratto da un singolo contenente la registrazione di una celebre esibizione live all’aeroporto di Lindingö. Questo CD si trova ancora facilmente e rappresenta un documento abbastanza completo per comprendere l’arte e la produzione di questo fantastico duo.

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PS subito dopo aver pubblicato questo articolo sono venuta a sapere della morte di Bo Hansson, avvenuta il 24 Aprile 2010 all'età di 67 anni. Questo articolo è dedicato a lui.

Jessica Attene

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