Overview
Gli Ariel erano fra i vocal instrumental ensemble in assoluto più celebri di tutta l'Unione Sovietica e la loro fama è superata soltanto dai Pesniary che rimasero sempre incontrastati ai vertici di tutte le classifiche di vendita. Qualcuno ricorderà forse il nome del leader, Valery Yarushin, che passò nelle pagine di cronaca in occidente per aver fatto dedicare a John Lennon, nel 2000, una strada della sua città natale: Chelyabinsk. Gli Ariel hanno scritto alcune delle pagine più belle in assoluto di quello che può essere considerato il "Progressive Rock sovietico", grazie alla fusione di elementi rock e sinfonici con quelli legati al folklore russo. L'esemplificazione del loro stile, originale ed accattivante, si incarna nel loro capolavoro: l'album "Russian Pictures", stampato dall'etichetta di stato Melodiya nel 1977. Sicuramente il disco risente pesantemente delle influenze del Progressive Rock occidentale che gli Ariel, almeno in parte, dimostravano di conoscere. Una prima fondamentale esperienza per la costruzione del proprio sound fu quasi certamente quella di un concerto che il gruppo polacco degli Skaldowie tenne nel 1970 al Gostiny Dvor di San Pietroburgo e al quale assistette come spettatore lo stesso Yarushin. Gli Skaldowie allora avevano appena pubblicato uno dei loro album più belli: "Od wschodu do zachodu słońca", dominato da bei motivi sinfonici e soprattutto dal caldo suono dell'organo Hammond. Yarushin, che era entrato in contatto col cosiddetto "beat slavo", si dichiarò letteralmente rapito da quella musica e definì l'evento come "un'ora e mezza di continuo cardiopalmo".Un'altra esperienza importante fu per Yarushin l'ascolto di un album che eserciterà su di lui un profondo fascino, influenzando molto le sue composizioni: si tratta di "Tarkus" degli EL&P che un ex compagno di scuola gli fece ascoltare nel 1976. Nel 1977 "Tarkus" fu persino portato in tour dagli Ariel che riproposero la suite per intero in alcune date. Yarushin conosceva anche un altro album degli EL&P: "Pictures At An Exibition" e fu proprio questo ad influenzare più direttamente il bassista per la realizzazione di quelli che definiva come "i suoi quadri", "Russian Pictures", una specie di suite costruita su temi folkloristici.
Uno dei pezzi più belli del repertorio degli Ariel è sicuramente la canzone “Otdavali Molodu” («Отдавали молоду»), composta nel 1972 e pubblicata nel primo album omonimo della band nel 1975. Il pezzo è una piccola suite basata su una melodia popolare nuziale che Yarushin stesso definisce come una "piccola sinfonia" costruita su variazioni di un tema folk. In questa canzone devono essere cercate le radici di quello stile che esploderà rigogliosamente in "Russian Pictures": il pezzo si fa notare per i passaggi strumentali, per il sound moderno, per la dinamicità delle percussioni, lungo le quali scorrono begli intrecci vocali che sono l'elemento più vicino alla tradizione. Da notare la sequenza centrale, jazzy, con un bell'assolo di chitarra e una preziosa base d'organo, che rompe totalmente gli schemi della canzone popolare. Fin dai primissimi anni di vita del gruppo Yarushin aveva le idee chiare su come sarebbe dovuto essere lo stile degli Ariel ed era convinto che l'imitazione esagerata dei canoni anglosassoni, come avveniva nelle primissime canzoni del gruppo, non li avrebbe portati troppo lontano: la musica avrebbe dovuto rispecchiare le tradizioni della sua terra di origine senza però rinunciare alle nuove correnti del pop moderno. Sotto questo punto di vista l'esperienza dei Pesniary fu un grande punto di riferimento, soprattutto per quel che riguarda l'elaborazione delle parti vocali. L'uso di temi folk aveva inoltre un altro vantaggio, che era quello di potersi divincolare dalle strette maglie della censura, consentendo così proporre un tipo di musica abbastanza moderno e rock oriented in un ambito ufficiale. Il primo LP degli Ariel è quello che presenta più marcate influenze beat, con elementi sinfonici appena tratteggiati ed elementi folk che possono ricordare gli i primi Skaldowie e presenta, come abbiamo detto, alcuni elementi che anticipano "Russian Pictures".
Il terzo LP,omonimo, presenta ancora punti di contatto col già citato capolavoro della band, soprattutto per quel che riguarda le canzoni che riprendono temi musicali popolari, che rappresentano la quasi totalità, come “Na gore, na gorenke” («На горе , на горенке»), che presenta delle belle analogie con i Pesniary, o la divertente “Blokha” («Блоха»). Si tratta di un album che presenta bei momenti tastieristici e uno spirito divertente, disimpegnato e cabarettistico con dei tratti sinfonici ben pronunciati ma che inizia a far intravedere qualche momento di debolezza. Il successivo “Every Day is Yours” («Каждый день твой») è decisamente inferiore e si caratterizza per l'inserimento di tracce che richiamano le desuete e melodiche canzoni sovietiche, ispirate alla chanson francese ed i momenti da ricordare sono davvero pochi. “The Planet’s Morning” («Утро планеты») è l'ultimo album ufficiale degli Ariel con Valery Yarushin come leader. La musica è stata scritta da Alexandr Morozov, un celebre autore sovietico, e questo conferisce all'opera un carattere decisamente diverso dalle altre. Si tratta di un concept album un po' altalenante, articolato in una lunga suite, in cui si mescolano interessanti momenti di stampo prog sinfonico a parti pop dominate da un sound decisamente legato agli anni Ottanta, in cui mancano le classiche influenze folk degli Ariel.
Di ben altro valore sono le 3 opere rock realizzate dagli Ariel, due delle quali sono rimaste inedite mentre la sola "Emelyan Pugachev" è stata pubblicata a posteriori su CD, a nome del solo Valery Yarushin. Quest'ultima presenta belle analogie con "Russian Pictures" e si discosta ovviamente per le molte parti recitate che ne rendono però l'approccio un po' difficoltoso per un pubblico non russofono. "Mastera" è contemporanea a “Every day is yours” ma presenta uno spessore artistico ben più elevato con arrangiamenti più complessi ed uno stile che riprende i classici del prog sinfonico, con richiami a Genesis e EL&P. L'opera rock (1985) “Za zemlyu russkuyu” («За землю русскую») si può dire che rappresenti l'ultimo lavoro, anche se inedito, degli Ariel con la formazione classica di "Russian Pictures". Anche per quest'opera è lecito parlare di prog sinfonico, con ampie orchestrazioni e belle linee melodiche. Ma purtroppo tutto quello che ci rimane sono registrazioni clandestine, reperibili in forma di bootleg. Del tutto trascurabili sono invece tutti gli album successivi della storia degli Ariel.
Biografia
Il primissimo nucleo del gruppo risale al 1966 e fu messo insieme dal pianista Leo Fidelman. Per due anni la band andò avanti senza un nome che giunse più tardi grazie allo studente Valery Parshukov che si ispirò all'omonima novella dello scrittore classico sovietico Alexander Belayev. Nel 1969, dopo qualche rimaneggiamento, la formazione era costituita, a parte Fidelman, da Lev Gurov alla chitarra e voce, Lev Ratner all'organo elettrico, Valery Slepukhin alla chitarra solista e Viktor Kolesnikov alla batteria. In questo periodo non ci sono pezzi originali ma fondamentalmente cover dei Beatles che mandavano in estasi il giovane pubblico delle scolaresche. Una svolta importante avviene nel 1970 quando, per iniziativa del Komsomol del distretto di Chelyabinsk, fu organizzato nel piccolo caffè "Yunost", un concorso fra i tre gruppi principali della città: i Piligrimy (che però non si presentarono), gli Ariel e gli Allegro, la band del giovane Valery Yarushin, allora studente dell'Istituto Superiore delle Arti. Proprio questi ultimi furono proclamati vincitori e fu così che Victor Kolesnikov propose di fondere i due gruppi formandone uno con i musicisti più bravi della città, mantenendo però il nome più bello. Come data ufficiale di nascita degli Ariel fu scelto il 7 Novembre del 1970, un giorno di festa per i cittadini sovietici che diventa anche il compleanno della band, una data che diventerà sacra per i membri del gruppo. L'allora ventenne Yarushin divenne il direttore dell’ensemble la cui formazione comprendeva ora Fidelman, Gurov, Slepukhin, Boris Kaplun (proveniente dagli Allegro, al violino e alla batteria) e Kolesnikov come batterista principale. Già nel primo spettacolo, preparato nel 1970 per gli studenti di Chelyabinsk, vennero portati sul palco alcuni riarrangiamenti di temi tradizionali e fu un grosso successo. Nel 1971 la band tenta un lancio su più ampia scala partecipando alla trasmissione televisiva "Allo, my ishem talanty!” (“Allo, cerchiamo talenti!") vincendo le selezioni provinciali. Il concerto si tenne al locale palazzo dello sport e fu un successo per gli Ariel, che parteciparono però con il nome DK ZhD: la direttrice infatti, per non avere problemi con le autorità di partito, non volle in alcuna maniera che il gruppo usasse il proprio nome. Furono proposti due pezzi folk tradizionali: “Oy, Moroz Moroz” («Ой, мороз, мороз») e “Nichto v Polyushke ne Kolyshetsya” («Ничто в полюшке не колышется»): il gruppo non poteva portare sul palco pezzi in stile occidentale né d'altra parte voleva suonare le solite desuete canzonette sovietiche. Questo stratagemma, nato dalla necessità, divenne una soluzione vincente. Purtroppo gli Ariel non poterono accedere alle finali nazionali perché alla competizione di zona, per ragioni politiche, furono fatti slittare al secondo posto, lasciando il gradino più alto agli Yalla di Tashkent. Risale a questo periodo l'abbandono del fondatore Leo Fidelman che viene sostituito da un ex del gruppo Piligrimy, Sergey Sharikov. Nello stesso anno gli Ariel prendono parte alla competizione Serebryanye Struny (corde d'argento), dedicata al 650esimo anniversario della città di Gorky (ora Nizhny Novgorod), vincendo a sorpresa il primo premio, a pari merito con gli Skomorokhi di Alexandr Gradsky. La competizione aveva luogo in quattro giorni ed i premi sembravano praticamente già assegnati quando nell'ultima giornata spuntò fuori un gruppo sconosciuto di Chelyabinsk che si presentò sul palco con dei caffettani argentati e che vinse il concorso grazie ai suoi pezzi suonati in maniera professionale, di forte tradizione russa e che non si rifacevano a nessun gruppo. Le canzoni di maggior successo a Gorky furono “Tishina” («Тишина», silenzio, contenuta nel primo album), una ballad patriottica che parla del ritorno a casa dopo la grande guerra (il pezzo ricevette un premio speciale) e “Otstavala Lebedushka” («Отставала лебедушка»), scritta da Yarushin sulla base di un tema musicale popolare (che verrà pubblicata nel secondo album). Il successo ottenuto a Gorky incoraggiò la band a proseguire in questa direzione.
Valery Slepukhin fu costretto ad abbandonare il gruppo per la sua chiamata alle armi e viene sostituito da un giovanissimo, allora 15enne, Sergey Antonov. Nel 1972 gli Ariel rischiano di sciogliersi a causa di una serie di disordini accaduti durante alcuni concerti. Furono perdonati ma a patto di rivedere il proprio stile di vita, il proprio repertorio e con il divieto di esibirsi ai festival… proprio quando avevano in programma di partecipare ad un grosso concorso musicale in Lettonia. Il gruppo decise nonostante tutto di partire ad ogni costo ed in gran segreto, senza vestiti di scena, senza strumenti musicali e senza soldi, che furono messi da parte grazie alla vendita della loro preziosa chitarra "Tornado" di manifattura ceca, coprendo in tal modo a malapena le spese del viaggio che era di 3.000 km. Al festival "Liepājas dzintars", un'importante manifestazione che si svolge tutt'ora, partecipavano gruppi provenienti da tutte le repubbliche sovietiche. A quei tempi vi erano tre categorie: jazz, pop (estrada) e "big beat". Quest'ultima era la più prestigiosa e raggruppava in pratica i gruppi rock. Gli Ariel, che poterono suonare grazie alla strumentazione messa a disposizione dall'organizzazione, si esibirono nella terza giornata, vincendo il primo premio della propria categoria, con articoli entusiastici sui giornali comunisti locali. A questo trionfo si aggiunse anche l'opportunità di realizzare un album, per cui il gruppo tornò di nuovo a Riga, di nascosto, per effettuare le registrazioni. Ma tutto andò purtroppo a rotoli perché la band fu scoperta dalle autorità comuniste con pesanti conseguenze, cosicché per gli Ariel sembrava davvero arrivata la fine. Ma all'improvviso le cose iniziarono a mettersi bene: nel 1974 gli Ariel ottengono la registrazione ufficiale presso la società filarmonica di Chelyabinsk, grazie ad un articolo comparso sulla rivista Literaturnaya Gazeta. Proprio il giorno prima Yarushin aveva conosciuto i Pesniary ed ottenuto i complimenti e uno speciale augurio da Mulyavin. Nel Settembre del 1974 gli Ariel acquisiscono quella formazione che si manterrà stabile per la bellezza di 15 anni con Yarushin, Gepp, Kaplun, Antonov e Sharikov. In questa fase della propria carriera, ricca di entusiasmo, la band inizia a comporre e viene realizzata la canzone “Zimy i Vyosny” («Зимы и вёсны») che aprirà l'album di debutto. L'8 Maggio del 1974 avviene il battesimo del fuoco al palazzo dello sport "Yunost": tutto esaurito e straordinario successo. Nello stesso anno arriva una vittoria importante: quella ottenuta a Mosca alla quinta edizione del concorso nazionale di tutti i gruppi musicali dell'Unione delle Repubbliche Sovietiche. Patrocinato dal ministero della cultura dell'Unione Sovietica, il festival si teneva, come le Olimpiadi, ogni 4 anni e nella precedente edizione del 1970 vinsero i Pesniary e gli Orera.
Nel 1975 arriva il primo disco "gigante" per l'etichetta di stato Melodiya e nello stesso periodo avviene la realizzazione delle colonne sonore di due film del regista Alexander Zatsepin: “ Mezhdu Nebom i Zemleiy” («Между небом и землей», 1975, "Fra cielo e terra") e “Tsentrovoiy iz Podnebesya” («Центровой из поднебесья», 1976, "Al centro dei cieli"). Nel 1976 Kaplun, che doveva adempiere agli obblighi di leva, fu sostituito per un intero anno alla batteria da Vyacheslav Bartashov, un uomo dalla reputazione discutibile che finirà persino nella black list del KGB, cosa che impedirà agli Ariel di accettare l'invito a suonare negli Stati Uniti, onore che invece toccherà ai Pesniary.
Nel 1977 viene pubblicato quello che è considerato il capolavoro della band, l'album "Russian Pictures", che rimarrà per ben due anni nelle classifiche di vendita dell'Unione Sovietica, raggiungendo il secondo posto dopo il celebre album di Tukhmanov "Po Volne Moey Pamiaty". Lo stesso anno è segnato da un lungo tour in Ucraina composto da ben 155 concerti in appena due mesi e mezzo, senza neanche un giorno di riposo. Fu in questo ambito che la band portò sul palco, in diverse occasioni, una versione di "Tarkus" degli EL&P.
In occasione di un concerto al complesso olimpico di Luzhniki a Mosca gli Ariel conoscono Valery Yashkin dei Pesniary che era allora diventato il direttore dell'Accademia Russa delle Arti Teatrali (GITIS) e che propone al gruppo di realizzare un'opera rock in cui venga messo in risalto il loro spirito folk. A tale scopo fu scelto il poema di Sergey Esenin "Pugachev" e la realizzazione del lavoro fu portata a termine in 9 mesi. Purtroppo questa, come altre opere rock dell'epoca, fra cui anche “Pesnia pra doliu” dei Pesniary, non fu accettata per la pubblicazione dall'etichetta di stato Melodiya. Alla base di questa decisione c'era una polemica, allora molto accesa, sulle opere rock in generale per cui un genere elevato come quello dell'opera, non doveva essere trattato da gruppi che non avessero un'estrazione classica. Al centro della disputa si inserì anche Nikita Bogoslovsky, un famoso e stimato compositore dell'epoca sovietica, che scrisse un articolo infuocato sulle opere rock in generale in cui veniva messa in cattiva luce, in modo particolare, proprio quella degli Ariel. Più tardi la band, molto risentita, verrà a sapere che il materiale per l'opera “Alye Parusa” («Алые паруса»), scritta dal figlio di Nikita, fu rifiutata nonostante la qualità della musica (ma vedrà comunque la luce su LP nel 1983). Nonostante le controversie "Pugachev" ebbe un buon successo e fu rappresentata per ben 174 volte nell'arco di un anno.
Nel 1980 gli Ariel compaiono nel celebre festival di Tbilisi, portando sul palco proprio “Emelyan Pugachov" ma non ottengono il successo sperato. In questo contesto gli Ariel, ed in generale i vecchi gruppi ufficiali allineati col regime, rappresentano il passato mentre in questo periodo di continuo ribaltamento dei valori, ora più che mai si avverte sete di cambiamento e di musica nuova. La macchina sovietica non dà scampo e se si vuole sopravvivere è necessario scendere a compromessi e l'inserimento delle canzoni di un artista allineato e popolare come Alexandr Morozov nel terzo LP degli Ariel, pubblicato proprio nel 1980, porta ad un impoverimento della loro produzione. A risollevare il morale del gruppo torna Yashkin che propone agli Ariel di realizzare un'altra opera rock sui versi di Andrey Voznesensky': "Mastera".
Nel 1981 viene pubblicato il quarto LP del gruppo: “Kazhdy Den’ Tvoy” ("Every Day is Yours", «Каждый День Твой»). In occasione del tradizionale incontro fra i giovani americani e sovietici fu scritta da Alexandr Morozov una suite antimilitare che diventò il nuovo album gigante degli Ariel nel 1983, “Utro Planety” ("The Planet's Morning", «Утро планеты»). L'album, in cui spicca la canzone "dialogo sulla bomba atomica", riflette la paura, allora intensamente percepita, di una guerra nucleare. Nel 1985 viene realizzata la terza opera rock degli Ariel “Za Zemlyu Russkuyu…” («За землю Русскую…»), dedicata all'Ottocentesimo anniversario dell'opera “Slovo o Polku Igoreve” («Слово о полку Игореве», il canto della schiera di Igor, una delle opere letterarie più celebri e discusse di tutta la letteratura slava), con musica di Yarushin e libretto di Yashkin, e la prima si tenne a Mosca nel cinema "Novorossisk". Con l'avvento della Perestroika e con la decadenza dei sistemi tradizionali sovietici, la crisi inizia a farsi sentire anche per gli Ariel finché, nell'Aprile del 1989, per contrasti interni, il leader Yarushin abbandona il gruppo, continuando la sua carriera con la band Ivanych, con la quale realizza un LP, di scarsa qualità, intitolato “Derevyanniy Mostik” («Деревянный мостик», ponticello di legno, C90 31823 000). Il gruppo di Yarushin nel 1999 si riduce a trio e cambia nome in Chelyaba mentre gli Ariel realizzano un proprio album “Lyubimaya, no Chuzhaya” («Любимая, но чужая»), anche questo di pessima qualità. Nel 2002 Ariel diventa un marchio registrato e la formazione è composta da: Rostislav Gepp (voce, synth, flauto), Leo Gurov (voce, chitarra), Boris Kaplun (voce, batteria, violino), Alexander Tibelius (voce), Oleg Gordeyev (voces, chitarra). Nello stesso anno Yarushin si trasferisce a Mosca e crea gli Ariel di Valery Yarushin («Ариэль Валерия Ярушина»). Nel 2004 con un decreto del Presidente della Federazione Russa Putin gli Ariel sono stati insigniti del titolo di artisti onorari della Russia.
Discografia
1975; (LP) Ariel (Ариэль) - Melodiya C60-05891-2 1977; (LP) Russkie Kartinki (Русские Картинки, "Russian Pictures") - Melodiya С60-08641-2 1980; (LP) Ariel (Ариэль) - Melodiya С60-13891-2 1981; (LP) Kazhdiy Den’ Tvoy (Каждый День Твой, "Every Day Is Yours") - Melodiya С60-16739-40 1983; (LP) Utro Planety (Утро планеты, "The Planet's Morning") - Melodiya C60- 20127-008 1990; (LP) Lyubimaya, no Chuzhaya (Любимая , Но Чужая) - Melodiya С60-31391-0081993; (2CD) Privet (Привет) - Krasniy Klin 1995; (2CD) Staraya Plastinka (Старая пластинка) - Apex Records 1998; (CD) Beatles In The Russians - Russobit Records 1992 - 2000; (CD) Shumel Kamysh (Шумел Камыш) - Russobit Records 2001; (CD) Cherez Maydan (Через Майдан) - Russobit Records 2002; (CD) Doroga Dlinnoy v 35… (Дорога Длинной в 35 ...) - United Sound Company 2004; (CD) Valeriy Yarushin (Валерий Ярушин) – Rock Opera “Emeliyan Pugachev” (Рок-опера «Емельян Пугачев») - PBOYUL “Kazakova E.M.”
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