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GERMINALE ...E il suo respiro ancora agita le onde... Mellow 1996 ITA

Dopo un primo album più che altro servito come presentazione del gruppo, i pisani GERMINALE sfornano un secondo lavoro che li inserisce nel vero gotha del Prog italico. Non è cambiato molto da quell'esordio (a parte il tastierista): la musica che il gruppo ci offre ha ancora i forti connotati 70s che conoscevamo, con un cantato spesso dalle tonalità da cantastorie, sia nei momenti più pacati che in quelli, pochi per la verità, in cui la ritmica si fa più furiosa. Uno di questi momenti è rannicchiato all'interno del secondo brano, intitolato "1° maggio", che rappresenta un ipotetico dialogo tra un guerriero e un lavoratore. Il brano in questione è molto bello, forse il migliore dell'album, e nei suoi quasi 10 minuti si dipana in modo splendido, accompagnato da un testo ricco di simbolismi, caratterizzato da un alternarsi di momenti nei quali si contraddistinguono le parti in cui la parola è affidata al guerriero, con una chitarra che diventa quasi heavy ed un cantato distorto. Ad esse si contrappongono ovviamente le parti in cui parla il lavoratore, più pacata, come ad evidenziare la calma del giusto, ma anche del rassegnato, e le parti strumentali intermedie, in cui affiorano ritmiche jazzate.
Venendo a parlare anche dei brani successivi, ovvero dei due strumentali "D'ombra, vapori e sabbia", con parti quasi da musica rumoristica, con begli intrecci batteria / flauto e un finale arabeggiante, ed "Eleonora", un pezzo molto pacato, una canzone d'amore (o no?) senza testo. "Le onde, respiro del mare" racconta (molto bello il testo) la storia tragica di una sposa rimasta vedova nel bel mezzo del pranzo nuziale. La musica si rifà furiosa, drammatica, con un testo declamato, più che recitato, fino alla seconda parte in cui tutto ritorna su toni da cantastorie (intendiamoci: non considero questo termine negativo!). "Diòniso inquieto" è un altro brano in stile GERMINALE dal testo molto bello, mentre "Malacreanza" è uno degli episodi più deboli del CD, non proprio convincente nella sua struttura musicale. "D'io" è più un manifesto personale che una vera canzone; "Avant-grado" conclude in pratica il CD dei GERMINALE con 9 minuti in cui si ritorna in parte, ma in modo deciso a momenti, sui temi musicali del primo brano analizzato, ma con un testo che parla addirittura di Pietro il Grande. Dopo di essa, un breve strumentale e, come bonus-track, "Meurglys III", brano incluso nel tributo ai Van Der Graaf.
Un'analisi più minuziosa porterebbe a scoprire altre cose interessanti, ma purtroppo lo spazio è ristretto. Quest'album merita di essere scoperto poco a poco; prendetevi questo sfizio.

 

Alberto Nucci

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