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BIG BIG TRAIN Goodbye to the age of steam GEP 1994 UK

Piccole bands crescono... Dei BIG BIG TRAIN non mi dispiacevano le pubblicazioni messe in circolazione finora, ma occorre ammettere che, col primo CD e successivo demo, non apparivano come dei fulmini di guerra. Il nuovo album qui trattato denota invece un bel po' di progressi, soprattutto a livello compositivo. Il gruppo pare aver trovato la sua via definitiva fatta di un Prog molto melodico, senza grosse impennate, che si mantiene su ritmiche pacate. Le impennate (chiamiamole così) che pur ogni tanto il gruppo si permette di inserire nel bel mezzo di un pezzo, non hanno mai caratteristiche violente ed improvvise, né tanto meno improvvisate. Come dicevo, il gruppo pare aver preso la giusta via a livello compositivo e niente pare lasciato al caso: un assolo di chitarra, un'accelerazione delle tastiere, un pezzo di chitarra acustica... Devo dire che, se due anni fa i BBT sembravano essere i figliocci in apprendistato dei JADIS, oggi i maestri non sembrano più così lontani (stante anche l'ultimo album del gruppo maggiore...). Le nove canzoni presenti in questo CD scorrono via piuttosto fluidamente: da una parte il loro ascolto può essere disimpegnato ed abbastanza fruibile da scorrere via come acqua tiepida, dall'altra, invece, un'attenzione più approfondita alle varie situazioni che si dipanano di minuto in minuto può lasciar scoprire che le qualità della band sono superiori a quanto si potrebbe pensare. Non è che siano diventati dei fenomeni tutto d'un tratto; il fatto è che il lavoro paga ed i ragazzi dei BIG BIG TRAIN sono gente seria e non avvezza a tare proclami né a pubblicizzarsi in modo ossessivo come altri gruppi connazionali meno dotati fanno. Il fatto poi di vivere nel Dorset, ovvero la stessa zona d'Inghilterra dei GALAHAD e dei JADIS, non può che aver loro giovato; a parte il fatto che il presente CD esce per l'etichetta degli I.Q., sono presenti come ospiti vari personaggi delle due bands ed il buon Martin Orford si è anche occupato di parte della produzione e degli arrangiamenti. Mi fa piacere, dunque, che un gruppo che ho avuto la possibilità di appoggiare fin dai suoi inizi, giunga a dei livelli qualitativi tali da proporlo al consesso Prog senza remore né timori che qualcuno mi tiri dietro il CD...

 

Alberto Nucci

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