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EDERA Settings for a drama Videoradio 2002 ITA

Questo gruppo milanese è completamente sconosciuto o quasi, al pubblico progressivo, rimasto al di fuori dai giri dei festival e delle etichette più conosciute. E’ strano ed è anche un peccato, dato che il gruppo, dopo un paio di apprezzati demos, realizza questo suo primo album e riesce con esso a mettere in evidenza le proprie doti, caratterizzate dalla forte teatralità del cantato di Valerio Valentini e dall’efficacia delle trame musicali, sufficientemente complesse ma potenti, ma anche un po’ troppo invadenti, dobbiamo notare. La musica ha in effetti certe movenze del Prog metal, pur non rientrando in questa categoria; si può pensare a certe cose dei Queensrÿche più melodici o dei Clepsydra, senza dimenticare Savatage e Queen come ispirazione di fondo. Siamo nell’ambito del neo Prog, dunque, ed il gruppo pare sguazzarvi alla meraviglia, intessendo di trame dark un tessuto musicale in cui il pathos è tangibilmente alto dall’inizio alla fine e non è provocato dal già citato cantato di Valerio. Il termine Art Rock trova negli Edera un significato precipuo che ci ricorda come questo genere può essere vivo e vitale nel nostro paese. I puristi sinfonici potranno storcere il naso alle sonorità di questo gruppo, ma nulla avranno da eccepire sulla freschezza e spontaneità del loro sound, talvolta un po’ manieristico ma impreziosito sovente da orchestrazioni bombastiche e d’impatto e interplays tra le due chitarre che spesso ricamano melodie delicate e gustose che stanno quasi in sottofondo ma possono essere gustate da orecchie non distratte. L’album è questo: chi volesse sperimentarlo difficilmente se ne pentirà.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

EDERA And mouth disappears 2006 

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