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MIST SEASON Mist season Seacrest 2004 FIN

Un'altra interessante proposta dalla Finlandia, terra che sia negli anni passati che in quelli recenti ha regalato notevoli album di rock progressivo, è data dall'omonimo disco d'esordio dei Mist Season. Si tratta di un quintetto che si esibisce in una musica strumentale, le cui fondamenta sono costruite sulla base delle opere del connazionale Pekka Pohjola, ma con punti di contatto evidenti anche con il jazz-rock mediterraneo e con l'elegante manierismo degli ultimi In Cahoots di Phil Miller. Negli undici brani che compongono il cd la sezione ritmica formata da Keijo Hakala al basso e da Kimmo Pörsti alla batteria alterna tempi veloci ed altri più rilassati, sui quali i restanti musicisti possono far viaggiare con discreta abilità i loro strumenti. Il piano di Timo Kajamies offre gli spunti più raffinati, la chitarra di Tommi Varjola spinge il tutto verso accenni fusion (si avverte anche l'influenza di Pat Metheny), mentre il sax di Kari Rantakallio spazia dal jazz a spruzzate funky. Alcune composizioni possono essere tranquillamente viste come delle piccole perle: gli esempi migliori li riscontriamo nelle intuizioni più delicate, tipo "Lydia", "Siren's gaze", "Kati" o la conclusiva e pianistica "Lullaby for the little one", ma anche in quelle maggiormente multiformi come "Cosmic wardance" e "Hong Xi Road 19". Tutto molto fluido e molto orecchiabile, suoni pulitissimi (il produttore Tommi Liuhala ha collaborato in passato con Wigwam e Kalevala), grande professionalità. Forse in alcuni frangenti il gruppo si presenta in maniera un po' troppo leggera, ma la gradevolezza del prodotto è fuori discussione e ci spinge ad un giudizio positivo. Molto belle anche le venti pagine del booklet che accompagna il cd, ricche di foto suggestive.

 

Peppe Di Spirito

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