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MIST SEASON Reflections Seacrest Oy 2011 FIN

Con il loro terzo cd, i bravissimi finlandesi Mist Season sembrano un attimo voler tirare le somme e ricapitolare ciò che hanno fatto negli ultimi anni. Dal 2006 a oggi, infatti, la band che ci aveva deliziato con un jazz-rock progressivo molto elegante si è impegnata in vari progetti, facendo uscire alcune sue registrazioni su diverse pubblicazioni discografiche e riproponendocele ora in “Reflections”. In questo album troviamo così le due composizioni preparate per i progetti Colossus “Purgatorio” e “Paradiso”, intitolate rispettivamente “Matelda’s song” e “Defending hands”, che spingono verso un delicato rock romantico e che sono anche le uniche due in cui compare la soave e bellissima voce di Mirja Lassila” (tutte le altre tracce sono strumentali). Ci sono poi le cover, uscite per degli album tributo a Santana (“Aqua marine”), al prog finlandese (“Pan” di Maru & Mikael), al prog svedese (“Promenader” dei Ragnarok), agli autori di colonne sonore di film italiani (“Manaos” di Fabio Frizzi, “Puppet on a chain” di Piero Piccioni, “Chaser” di Pietro Umiliani e “Sally and Jack” di Pino Donaggio). L’omaggio ai Flower Kings in cui sarà presente la versione dei Mist Season di “Lobsterland groove” deve essere invece ancora pubblicato. Ci sono poi i brani inediti. Si tratta di una serie di bozzetti solistici: le due brevi composizioni denominate “Echoing lights I” e “Echoing lights II” e “Resolution” sono delicatissimi e intriganti tasselli classicheggianti per il solo piano di Timo Kajamies, mentre la raffinata “Summer season” è eseguita alla chitarra acustica da Tommi Varjola. Come al solito il sound è limpido, pulitissimo e i musicisti si mostrano affiatati dividendosi i vari ruoli e facendo interagire al meglio tastiere, chitarre, sax e flauto anche in quelle composizioni che non vedono la loro firma. Sorprende, inoltre, la capacità di dare un senso di unitarietà ad un lavoro che rischiava invece di essere frammentario, raccogliendo brani derivanti da momenti diversi e progetti diversi. E’ quindi sempre un piacere ascoltare i Mist Season, gruppo di enorme professionalità, capace di curare ogni piccolo dettaglio (tra parentesi, ricordiamo che anche in questa occasione il booklet e ricco di splendide fotografie) e di catturare facilmente grazie ad un’eleganza strumentale davvero rara. Forse “Reflections” sarà guardato in futuro come un album di transizione nella loro discografia, ma sta di fatto che i suoi sessantotto minuti contengono musica di grandissima qualità.


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Peppe Di Spirito

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