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Il precedente lavoro "Forget the colours" era il nero assoluto, l'estremo massimo della musica dei Garden Wall. Il nuovo parto della band friulana, "Towards the silence", appare senza dubbio meno eccessivo, mantenendosi comunque ambiguo e misterioso, a partire dalla cover, semplicissima, caratterizzata da sfumature di verde (speranzoso in quelle più chiare, tenebroso nelle tonalità più scure). E l'album presta pienamente fede a quanto appena detto: rimane una base prog-metal "intelligente", molto duro e cupo, con un sound moderno e dai tecnicismi non esasperati. Si aggiungono parti più riflessive, aperture conturbanti, che mantengono quell'alone dark che sembra ormai contraddistinguere la proposta dei Garden Wall, ma che pure presentano un che di indefinibile, di sfuggente, che allo stesso tempo tranquillizza e mantiene in apprensione l'ascoltatore. Appare un controsenso, ma sono queste le impressioni dettate dai continui ascolti di questo cd ed i contrasti sonori ed umorali sono un po' alla base di questo, al punto che la traccia "Oxymoron", per titolo e sviluppo, può essere vista proprio come il manifesto programmatico del nuovo album. Alessandro Seravalle cambia nuovamente le carte in tavola; riesce, in qualche modo, a sconvolgere ancora e, cosa più importante, riesce a creare un nuovo prodotto diverso dai precedenti, ma dal cui ascolto si percepisce immediatamente di fronte a chi siamo. Dieci composizioni infide, nel senso che ingannano per la mutevolezza con cui sono esposte, per le sensazioni contrastanti che possono variare di minuto in minuto (accelerazioni folli oltre ogni limite di velocità, ritmi forsennati alternati a inaspettati frangenti quasi bucolici, timbri evoluti e spesso elettronici, che pure riescono a non essere mai freddi, spunti crimsoniani da ogni epoca…), per il suono ruvido, eppure ingegnoso e accattivante, per le parti vocali, a volte quasi recitate, che vanno a cantare testi spesso declamati in due lingue (italiano e inglese). Un esempio su tutti: avreste mai immaginato che in cinque minuti e mezzo qualcuno osasse unire il sound dei King Crimson degli anni '80, il thrash metal e i Black Sabbath? A quanto pare si può! E proprio il citato brano "Oxymoron" ne è la prova. Non c'è che dire; i Garden Wall sanno davvero sorprendere e con "Towards the silence" creano un nuovo album che va al di là di qualsiasi restrizione generica, impossibile da paragonare ad alcunché, degno di essere inserito in una discografia da ascoltare e studiare con attenzione. Il gruppo di Seravalle ha ormai raggiunto una maturità assoluta con un modo di fare prog tutto particolare e molto acuto e merita i migliori riscontri per come continua a dimostrare di essere una delle realtà più personali, creative, esclusive ed importanti del prog italiano.
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