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FIABA I racconti del giullare cantore (CD+DVD) PC Film 2005 ITA

Quarto disco ed ennesimo cambio di label per i folletti siracusani Fiaba, che ora sono sotto le cure della locale PC Film, con distribuzione Ma.Ra.Cash e Venus. Il combo anche stavolta non deluderà i molteplici fans, e chi sfoglierà il libro incantato recante le nuove, curiose favole scaturite dalla mente del vulcanico Bruno Rubino, finirà con l’esprimere il proprio plauso. Le coordinate sono ormai note, e riconducibili a quel taranta-metal (o menestrel-metal, se preferite) che, insieme agli originali testi, è da sempre il vero trademark del gruppo. Un doveroso plauso all’impegno e professionalità con cui è stato realizzato il lavoro: artwork e incisione sono di ottimo livello, e davvero non si direbbero il frutto di una produzione indipendente; raffinato e grazioso anche il videoclip contenuto nell’allegato DVD.
Scendendo nei dettagli, il sound si è leggermente indurito rispetto al passato, e alla fin fine il CD, più che a eterei proggofili, si può consigliare a tosti metallari. Nondimeno le porzioni acustiche sono presenti in discreta quantità, e guarda caso costituiscono l’aspetto che maggiormente convince: si ascoltino a tal proposito “La fuga dell’elfo” e “I sogni nel sacchetto”, nelle quali si riconoscono nobili reminiscenze (“Revelations” degli Iron Maiden per la prima, “Children of the Sea” dei Black Sabbath per la seconda), ma che poi evolvono in chiave positivamente personale. Qui come altrove giganteggia Giuseppe Brancato, un grande, teatrale performer molto dotato dal punto di vista vocale. Notevoli anche le sequenze armoniche di “Arriva lo spazzacamino”, e contagiosa è l’ironia racchiusa nel sardonico valzer de “Il crocchiaossa”. Per contro, quando i toni si incattiviscono la struttura si aggroviglia su se stessa e accusa qualche passaggio a vuoto, a cominciare dalla poco sintetica opener “Angelica e il folletto del salice”, deboluccia in alcune iterate semplificazioni che, peraltro, sono forse volute, dato che si tratta della single-track prescelta per il videoclip; che i tempi lunghi poco si addicano ai Fiaba lo confermano gli 8 minuti de “Il luccio nella fontana”, minisuite accostabile a “Rime of the Ancient Mariner” degli Iron Maiden (pure la risacca del mare!), e come quella debordante. Certo non è il caso di puntare troppo l’indice su talune veniali imperfezioni, anche perché, quando le epiche cavalcate sono ben a fuoco (come in “La caccia”), il divertimento è assicurato; ciò non toglie che questo CD rimanga per me un po’ al di sotto dello standard del suo predecessore “Lo sgabello del rospo”, che è poi l’opera dei Fiaba che preferisco insieme a “XII - L’appiccato”. Il fatto è che, conoscendo Bruno Rubino e la sua esplosiva creatività, viene sempre logico chiedergli il massimo: è il destino dei primi della classe, ai quali lui - purtroppo o per fortuna - appartiene...
C’è infine una considerazione più generale. Dopo quattro dischi tutti piuttosto simili, negli intenti e nei suoni, per il futuro è auspicabile qualche novità: se non dal punto di vista compositivo, almeno da quello dell’arrangiamento strumentale. Reputo infatti che le sole twin guitars non siano sufficienti a esprimere l’ampio spettro di emozioni che gli agganci a folk e medioevo presupporrebbero. Vedrei bene, per esempio, l’utilizzo di violino, o ghironda, o flauto, o tin-whistle, o dei loro omologhi campionamenti su tastiera: fermo restando che i Fiaba sono i Fiaba e non la Nuova Compagnia di Canto Popolare o i Modena City Ramblers, la formula del progetto di cui Bruno Rubino è giustamente orgoglioso non ne uscirebbe snaturata, ma solo arricchita. Dibatterò tali (e altre) considerazioni col diretto interessato in una prossima intervista a cui fin d’ora vi rimando; per il momento auguro di cuore ogni fortuna al gruppo, perché davvero la merita.

 

Francesco Fabbri

Collegamenti ad altre recensioni

FIABA XII L'appiccato 1993 
FIABA Il cappello a tre punte 1996 
FIABA Lo sgabello del rospo 2000 

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