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ANIMA MUNDI Septentrion Mellow Records 2002 CUB

Il dischetto di plastica di cui parlerò tra poco, per me è un gioiello, uno di quei lavori che non ti aspetti, che metti nel lettore senza convinzione ma che poi non abbandoni più. Ho parecchi cd da sentire, ancora incartati, ma non riesco a staccarmi da questo "Septentrión".
Che cosa mi colpisce? La semplicità, la bellezza delle melodie, il gusto nella scelta di strumenti tradizionali, il matrimonio tra new prog, folk celtico, qualcosina di new age e l’uso delle voci nei cori preso a volte dalla musica tradizionale. Bastano queste cose semplici, a volte scontate, per fare di un disco un grande disco? Per me sì.
Magari abbiamo sentito maree di lavori che usano gli stessi schemi musicali, abbiamo giocato a far paragoni con esempi più importanti che hanno accompagnato il nostro percorso musicale perché cerchiamo sempre qualcosina in più.
Gli Anima mundi non inventano niente, diciamolo subito, ma sono poco scontati anche senza inventare, hanno ben presente le loro influenze musicali ma le elaborano in maniera originale. Sentendo certe atmosfere sembra, chiudendo gli occhi, di essere in cammino, come molti pellegrini, nel nord della Spagna per raggiungere Santiago de Compostela, ma la sorpresa è grande quando nel booklet leggi che quelli che usano cornamuse galiziane clarinetti e flauti tradizionali; non sono spagnoli ma cubani.
Le loro origini caraibiche emergono nei ritornelli e nei cori ma sono mascherate, o meglio dire integrate, su strutture musicali magari usate milioni di volte ma in maniera meno scontata. E ci sono molti elementi che possiamo ricondurre alla scena progressive sudamericana, mi vengono in mente i Cast e Pablo el Enterrador ma secondo me anche chi ha amato il lato più folk dei Ritual, chi ama Marillion, IQ e compagnia bella potrebbe rimanere soddisfatto da questo lavoro.
Dobbiamo trovare dei limiti a questo cd? Forse nella registrazione non esaltante, un limite comune purtroppo alla maggior parte delle produzioni progressive e che comunque secondo me penalizza poco questo lavoro.
“La montagna del Vigia” a qualcuno potrebbe suonare come una canzoncina di accompagnamento a qualche puntata di linea blu… ma a me non dispiace per niente, anzi gli 8 minuti di "El umbral" sono spettacolari; buoni anche gli 11 minuti di "Peregrino del tempo" e "Septentrión".
Concludendo… sì, gli Anima Mundi son cubani ma la loro provenienza non deve essere né un pregio né un difetto. Sì, "Septentrión" è un disco che consiglierei sia a mia sorella che non ascolta niente di travolgente sia al purista del prog duro e crudo. Se dovessi fare una metafora con la televisione, "Septentrión" è un disco da bollino verde e non ha bisogno di persone esperte per ascoltarlo, per capirlo, per assimilarlo e per amarlo.
Entrate nel mondo dei poveri in spirito e dategli una possibilità.

 

Antonio Piacentini

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