Fromuz è un nome in apparenza bizzarro ma che si rivela più banale di quanto non possa sembrare in apparenza, designando in pratica la provenienza geografica del gruppo: "from Uz"… dove Uz sta ovviamente per Uzbekistan! Vi potrà sembrare strano ma l'Uzbekistan, come molti degli "Stan" lì vicino (mi riferisco agli stati ex sovietici dell'Asia centrale), ha una propria tradizione musicale basata in buona parte sul jazz rock, ne sono esempio gruppi come Gunesh o Boomerang, e proprio a questa tradizione questo gruppo si lega in parte, proponendo la sua formula musicale non banale e di sicuro effetto. Non pensate a niente di esotico, di stravagante, o di fuori moda: qui ci troviamo di fronte ad un supergruppo dalle grandi capacità tecniche e dall'approccio moderno ed occidentalizzato. La band si forma nell'estate del 2004 grazie al virtuoso chitarrista Vitaly Popeloff, con la collaborazione del produttore e bassista Andrei Mara-Novik. Al duo si aggiungono presto il batterista Vladimir Badirov (che ha pubblicato l'album "Greetings from Nostradamus" per la Unicorn nel 2004), ed il tastierista Albert Khalmurzaye, noto nella sfera prog per il disco intitolato "Sodom and Gomorrah XXI", uscito a nome Al-Bird per la Musea, e per aver realizzato, assieme agli X-Religion, l'album "Dances of the Gobelins" per la nostrana Mellow.
I quattro si presentano per la prima volta al pubblico nell'Aprile 2005, proponendo quanto realizzato assieme nel loro primo concerto allo Youth Theater of Uzbekistan di Tashkent. La serata è stata ripresa con mezzi professionali (4 camere in movimento e 6 fisse) ed il filmato, messo in circolazione solo come promo, ha rappresentato, fino all'uscita di questo package, l'unica occasione per poter ascoltare la musica del gruppo. Questa special edition comprende un DVD con il filmato di cui abbiamo appena parlato, più il CD di debutto che comunque presenta una scaletta per lo più sovrapponibile a quella del concerto, addirittura anche nell'ordine di presentazione dei brani, con la piccola differenza di un paio di tracce in meno rispetto al DVD. Gli elementi che maggiormente colpiscono al primo impatto sono la grande tecnica dei musicisti ed il sound ultra-moderno e dal sapore quasi sintetico, con una batteria talmente precisa da sembrare non umana. L'approccio tecnologico viene sottolineato sin dall'apertura in cui vi è una concatenazione di effetti campionati che culminano in un riff hard fusion scandito da una chitarra movimentata, suonata in maniera aggressiva. Il sound di quest'ultima è tagliente, con impasti che possono ricordare tanto i Dixie Dregs che i Liquid Tension Experiment. L'effetto complessivo è a suo modo particolare, anche se, sia ben inteso, non si sta inventando nulla di nuovo: a colpire è la commistione di stili che si sbilancia ora in maniera più marcata verso il jazz, come avviene nella seconda traccia, "From Fromuz", ora verso impasti più elettrici spesso dominati da una chitarra potente, ora invece verso ritmiche quasi funky… ma non sarebbe finita qui, se proprio volessimo dirle tutte! Qua e là si apprezzano riferimenti a Brand X ma anche ai già citati Gunesh, soprattutto per l'introduzione di elementi che vagamente richiamano il folklore locale. A dire il vero, varie composizioni del gruppo (è bene precisarlo: tutte strumentali), a partire dalla già citata "From Fromuz", appaiono come una sorta di collage di pezzi apparentemente staccati fra loro, con effetti sonori e momenti quasi d'avanguardia che sfociano in aperture in cui gli strumenti si lanciano in velocità, con passaggi repentini tra una parte e l'altra che tuttavia non costituiscono mai forzature fuori luogo o eccessivamente artificiose. Si tratta di un album con pochissimi momenti di stanca, un CD (e un DVD) da gustare tutto d'un fiato che appassionerà senza dubbio chi apprezza un Prog moderno e potente, ma senza grosse concessioni alla banalità.