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KNIGHT AREA Under a new sign The Laser's Edge 2007 NL

L'esordio del gruppo dei fratelli Klazinga, datato 2004, ci aveva offerto un Prog sinfonico raffinato e di buon gusto, senz'altro influenzato e legato alla tradizione britannica ma certamente piacevole e ben realizzato. Questo secondo album, giunto dopo un forte rimaneggiamento dell'organico della band, conferma quanto di buono già ascoltato e forse va anche oltre i positivi giudizi di allora. Certo… le sonorità si fanno un po' più new Prog, tanto che i paragoni che vengono da fare virano maggiormente in direzione di IQ o Arena, tuttavia il gusto e l'attitudine positiva della band non viene certo sminuita per questo. L'avvio del CD ("A different man") pare tuttavia strizzare l'occhio decisamente alla tradizione, con riferimenti neanche troppo tenui ai Genesis di "Watcher of the skies", ed anche il secondo brano non si sposta da un new Prog in cui le tastiere stile primi Marillion ci provocano diversi déjà vu. Con "Mastermind", il terzo brano, ci spostiamo in territori più moderni, non che voglia dare a quest'aggettivo connotazioni necessariamente positive; le ritmiche si fanno più pesanti e la chitarra si incattivisce: Ayreon, Arena… ma anche il gruppo omonimo di questo brano vengono alla mente, per un brano che comunque è sicuramente gradevole, pur con queste premesse. La strumentale title-track ci riporta in territori più rilassati, che continuano con le successive "Courteous love" e "Dreamweaver", due brani distesi che mostrano la facciata standard degli Knight Area, con una musica elegante, con sporadici e gradevoli spunti strumentali, molto piacevole in definitiva per chi ama sonorità di questo genere, sicuramente meglio costruita rispetto a molte altre proposte similari. Il finale è affidato ai 13 minuti di "A different man part 2" che musicalmente si discosta decisamente dalla sua prima parte, posizionata in apertura per un taglio diverso e meno genesisiano (oddio… il pezzo di chitarra centrale non è che non ci ricordi Hackett, a dire il vero). Siamo giunti alla fine di un album in sostanza gradevole, leggermente migliore del pur apprezzabile esordio, per nulla innovativo e la cui personalità si muove in ambiti già tracciati in precedenza da miriadi di gruppi di tutto il mondo; compri Knight Area e sai quello che prendi, oserei dire, e se si cercano certe sonorità, possiamo andare sul sicuro.

 

Alberto Nucci

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