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MAGNETIC SOUND MACHINE Chromatic tunes Lizard 2008 ITA

Il 2008 del jazz-rock progressivo italiano sarà ricordato soprattutto per il ritorno discografico di due colossi quali D.F.A. e Deus Ex Machina. Ma sarebbe davvero un peccato ridurre il tutto a questi due nomi, soprattutto quando si affaccia sulle scene una nuova fulgida speranza come quella che risponde al nome di Magnetic Sound Machine. Il quintetto trevigiano formato da Stefano Volpato (basso), Alessandro Caldato (tastiere), Giacomo Girotto (chitarra elettrica), Andrea Massarotto (sax e flauto) e Riccardo Pestrin (batteria), tutti giovanissimi, nati tra il 1988 e il 1989, dopo un’autoproduzione realizzata nel 2006, si fa pienamente apprezzare con un album intrigante che mette in risalto la tradizione del jazz-rock della nostra penisola. Quella tradizione che negli anni ’70 vedeva gruppi come Perigeo, Agorà, Kaleidon (giusto per citarne alcuni) provare ad unire il linguaggio del jazz con quello del prog e della melodia mediterranea. In “Chromatic tunes”, lavoro interamente strumentale di un’ora, troviamo esattamente questo spirito, una spinta propulsiva jazzistica, che mostra voglia di libertà, imprevedibilità e agilità ritmica, un sax che funge spesso da strumento guida, ma anche un dinamismo ed un energia più tipici del progressive, tra slanci elettrici con chitarra in evidenza e cambi di tempo e di atmosfera continui. La minisuite “Bubble trouble” identifica al meglio l’indirizzo della band, pronta a spaziare da un jazz arioso alle cavalcate vibranti di cui sono maestri assoluti i D.F.A., tra temi di grande impatto, stacchi improvvisi, accelerazioni frenetiche, passaggi quieti e invenzioni continue. Solo a tratti si strizza l’occhio a certi grandi maestri britannici che facevano scuola oltre trent’anni fa (Soft Machine e Nucleus in primis). E tutto risulta incredibilmente scorrevole! Le note scivolano via facilmente, elegantemente, senza forzature, con i brani che suonano così incredibilmente “colorati”, vivaci, raffinati e fruibili (forse persino a chi non è proprio avvezzo al genere) allo stesso tempo. Se amate il jazz-rock italiano dei seventies e se, oltre a D.F.A. e Deus Ex Machina, negli anni recenti avete seguito ed apprezzato i lavori di Zaq, Assolo di Bongo, Jet Lag, Modal Sound Trio, Accordo dei Contrari, fate vostro anche “Chromatic tunes”! Non ve ne pentirete!

 

Peppe Di Spirito

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