Home
 
MAGNETIC SOUND MACHINE Plays the snow goose Lizard 2013 ITA

Devo confessarlo, non ho mai avuto la più pallida idea di quale fosse la storia alla base di "The snow goose". È un disco che ho sempre adorato, apprezzandone la morbidezza strumentale, la finezza delle melodie, la capacità di descrivere la natura tramite la musica (ho sempre pensato fosse questo il suo principale intento), il suo essere un album di rock in modo quasi umile e mai fracassone. Sapevo che la storia aveva a che fare con un'oca e una bambina, e ovviamente conoscevo le vicissitudini alla base della realizzazione dell'album, con la presunta opposizione di Paul Gallico riguardante la sua (sempre presunta) avversione al fumo. Trattandosi di un album interamente strumentale, la cosa non mi ha mai creato problemi, ma devo dire che l'ascolto di questa versione dei Magnetic Sound Machine ha avuto l'indubbio merito di colmare una lacuna.
L'album, semplicemente, abbina la narrazione alla musica. Non ci sono quindi sezioni cantate, ma due attori (un narratore e una voce femminile che interpreta Fritha, limitata a poche parti) recitano un sunto dell'opera di Paul Gallico. Devo dire che l'operazione, per quanto mi riguarda, seppur lodevole ed interessante, non è riuscita in pieno. Lo scopo viene raggiunto ma il punto debole è rappresentato proprio dalle voci, che hanno la tendenza ad essere sempre sopra le righe, soffrendo in pratica di un eccesso di interpretazione.
La musica è invece ben eseguita, senza che siano stravolte le composizioni originali. Ci sono tutte le parti che hanno reso indimenticabile "The snow goose", mantenute giustamente nel loro spirito nativo. Mi è sempre piaciuto, ad esempio, il contrasto tra l'energia di "Rhyader goes to town" e le tracce più rilassate e meditative, qui mantenuto alla perfezione, e ovviamente il gusto incredibile nel suonare la chitarra di Andy Latimer, efficacemente riproposto da Giacomo Girotto. Ottima anche la sezione ritmica, con il basso che emerge nel mix conferendo un sapore particolare agli arrangiamenti. I tempi sono dilatati, poiché le parti narrate si inseriscono sovente come collegamento tra una traccia e l'altra, e più raramente si sovrappongono alla musica, che quindi perde la continuità presente nell'opera originale. L'effetto però non è eccessivamente fastidioso, a patto di prestare attenzione alla trama.
Purtroppo, a mio avviso, quello che doveva essere il punto forte dell'album, si rivela anche il suo tallone d'Achille. Come già detto, la voce del narratore è troppo carica di enfasi, e suona spesso forzata, quasi spinta dal desiderio di mostrarsi a tutti i costi coinvolta emotivamente con la vicenda. Credo che un tono più rilassato e naturale avrebbe ottenuto un effetto decisamente migliore, sia dal punto di vista della racconto che nell'integrazione con la musica. La voce femminile di Fritha è invece stentorea e impersonale, essendo stata affidata probabilmente ad una interprete non professionista. Si tratta in definitiva di un esperimento che ha come merito principale quello di essere stato coraggioso, perché l'obbiettivo di raccontare la storia è stato raggiunto ma in un modo non del tutto soddisfacente.


Bookmark and Share

 

Nicola Sulas

Collegamenti ad altre recensioni

MAGNETIC SOUND MACHINE Chromatic tunes 2008 
MAGNETIC SOUND MACHINE Chances & accidents 2010 

Italian
English