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CANTURBE Sociedad secreta de melancólicos Viajero Inmovil 2008 ARG

Questo album sancisce il ritorno dei Canturbe, rimessi in piedi dal leader storico Jorge Garacotche, cantante, chitarrista ed unico compositore, che ha reclutato attorno a sé una nuova cerchia di musicisti, sulla scia dell'entusiasmo generato nella comunità progressiva internazionale dalla riscoperta dello storico album "El vuelo de los olvidados", ristampato dalla Viajero Inmovil nel 2003. In effetti questo album era davvero emozionante, soprattutto per i suoi testi forti che comportarono la sua censura, da parte della Polygram, per le spinose tematiche sociali affrontate. A parte il bellissimo debutto, la band realizzò altri quattro album, l'ultimo dei quali, "En Venta", che vide anche la partecipazione di due grandi come Litto Nebbia e María José Cantilo, fu pubblicato nel 1991. Per quello che riguarda questo nuovo lavoro, vengono recuperate alcune caratteristiche peculiari di questo gruppo: l'aspetto cantautoriale, l'uso di testi poetici, l'importante ruolo della chitarra acustica negli arrangiamenti e l'impatto semplice delle canzoni. A differenza comunque dell'esordio, in cui le atmosfere prevalenti erano cupe e rassegnate, questo album si presenta più rilassato e ricco di atmosfere a volte malinconiche ma sostanzialmente rasserenanti. Sono stati fatti molti sforzi inoltre per donare a questo disco una dimensione sinfonica, che vada oltre l'aspetto puramente cantautoriale, con l'inserimento di tanti temi melodici che vengono sviluppati con grazia e semplicità. A parte quindi i riferimenti locali troviamo anche arricchimenti dati dalle più convenzionali, almeno per noi, contaminazioni con il prog sinfonico di stampo europeo. Aspettatevi quindi la classica melanconia argentina, una voce piacevole in grado di far vivere liriche descrittive e suggestive, i caldi arpeggi della chitarra, qua e là richiami a Genesis e Camel, ed un grazioso uso degli archi e del piano. Le canzoni danno comunque un'idea costante di fragilità e non sono mai infarcite, cosicché tutti questi ingredienti addolciscono la musica dei Canturbe come può fare una leggera spolverata di zucchero a velo. Non troverete mai soluzioni sofisticate e complesse ma una serie di canzoni piuttosto elementari nella loro struttura, con tastiere spesso fin troppo essenziali nei loro interventi, ma l'impressione generale è quella di un disco piacevole e sincero che non dispiacerà agli estimatori del prog romantico e melanconico di stampo cantautoriale che trova la sua dimensione ideale in Argentina.

 

Jessica Attene

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