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ARPIA Liberazione Pick Up 1995 ITA

Si sostiene, a ragione, che l'inglese sia più adatto dell'idioma italico per i testi della musica rock. Tranne rari incoraggianti esempi, l'italiano non riusciva a trovare posto in composizioni che andassero oltre i vari ti amo, t'appartengo, vaffanculo e similaria; non veniva utilizzato per dare forma a testi di senso compiuto se non nell'ambito di quell'atroce non-musica prodotto delle posse (qualcuno disse a proposito della capacità di dare forma a buona musica che "c'è chi può e chi posse"). Il numero dei gruppi italiani che hanno preferito la lingua madre sta negli ultimi tempi crescendo sensibilmente ma difficilmente ci si trova di fronte a testi di un certo spessore... sicuramente mai è stata affrontata una materia così seria e complessa che va dalla Liberazione alla strage di Bologna, dal rapimento Moro a Piazza Loggia e via dicendo, legando il tutto ad una musica penetrante e dalla corposa consistenza. E' in effetti arduo comprendere se in "Liberazione" la musica sia stata creata in funzione dei testi o viceversa... diciamo che il lavoro è l'incontro, la commistione di due differenti entità che tendono a rappresentare la stessa realtà muovendo da due punti differenti così che la voce descrive gli ambienti che l'altra sta allestendo e viene a sua volta sottolineata ed enfatizzata dalla musica. Presumibilmente registrato in privato su di un 16 piste, il CD riesce a esplodere tutta la ruvidità di chitarre distorte, tutta la grinta della sezione ritmica mantenendo un alone fumoso e cupo alimentato dal synth teso ad allargare la base su cui poggia quest'opera rock dall'imponente mole. Un'opera in bianco e nero, un lavoro dalla forza d'impatto di un ariete che sfonda porte per gettare un briciolo di luce su alcune delle ombre che hanno accompagnato 50 anni di res publica. Così come alcuni dischi riducono la distanza fra prog e metal, altri avvicinano l'ambient, l'elettronica e via dicendo. "Liberazione" propone un rock talmente intelligente da meritarsi sul campo il fregio di progressivo.

 

Luca Rodella

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