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MARTINI HENRY End of the beginning Airaid Records 2007 USA

Trio americano formato da Matt Graboski (chitarra e voce), Garrett Henritz (batteria) e Ken Moore (basso), i Martini Henry debuttano con “End of the beginning”, album datato 2007, ma contenente brani registrati a partire dal 2004. La loro proposta è una bella miscela di progressive e pop-rock, con timbri sia acustici che elettrici e che di tanto in tanto vira verso il folk e/o la psichedelia. Vista la strumentazione abbastanza scarna non bisogna aspettarsi composizioni multiformi e ricche di quelle complessità spesso tipiche del mondo del prog. La bravura di questi musicisti sta piuttosto in un’ottima capacità di songwriting, che permette loro di proporci canzoni tutt’altro che banali con mezzi abbastanza ridotti, ma con un approccio molto efficace e convincente. La maggior parte dei pezzi presenti nell’album ha una durata alquanto contenuta, con parti vocali spesso dirette, tempi agili, spediti e pronti a continue variazioni e chitarra che sa essere strumento solista, ma anche di accompagnamento ritmico. A volte emerge un folk-rock moderno, vibrante e dai tratti americani (quasi à la Piers Faccini o Ray Lamontagne, per intenderci, ma decisamente meno malinconico), a volte si punta su qualcosa di più ricercato, attraverso arrangiamenti particolari, che conferiscono un che di lunatico al tutto. Tra i brani più riusciti, sono da segnalare “Drag of the mask”, dai contrasti vivaci, “Stand under the water in the crest depth”, che può ricordare vagamente i Jethro Tull, “Legion of the moose”, dalle bizzarre melodie, ed ovviamente la lunga “Airaid”, oltre sedici minuti in cui emergono maggiormente le velleità progressive dei Martini Henry, qui alle prese con cambi di tempo e di atmosfera, lampi di aggressività, momenti strumentali ariosi e stravaganti con la chitarra protagonista principale e dinamiche fantasiose che mostrano la creatività della band. “End of the beginning”, in fin dei conti, risulta un album molto interessante, non certo sconvolgente, non certo adatto a chi vuole sempre e solo il prog più maestoso e spettacolare, ma sicuramente validissimo per chi è alla ricerca di un lavoro professionale, intenso e ricco di canzoni dalle quale traspare una certa personalità.



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Peppe Di Spirito

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