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MASTERMIND III: Tragic symphony Cyclops 1996 USA

Col passare del tempo le persone acquistano spesso una maggiore tranquillità interiore, dovuta alla maturità ed alle esperienze vissute, che smussa gli spigoli del carattere e gli eccessi in esso presenti. Messo in musica, questo è ciò che è accaduto ai MASTERMIND. La loro proposta, rispetto all'aggressività degli esordi, si infatti è gradualmente trasformata in qualcosa di più pacato e meno bellicoso, conseguenza di una maturazione stilistica oltre che semplicemente umana. Gli estremi di quel suono cyber-tecnologico, che li aveva posti all'attenzione del pubblico progressivo come una delle proposte più originali dei primi anni '90, sono dunque rientrati nei più normali confini di un prog di stampo epico-sinfonico (che pure, sia detto per chiarezza, non rinnega assolutamente le premesse degli esordi), ma la qualità della musica è rimasta comunque la stessa. Con essa la sua fòrza d'impatto, che ha pochi uguali nell'odierno ambiente progressivo. Il merito principale della longevità e continuità artistica di questo gruppo va all'affiatamento dei componenti: i fratelli Berends, probabilmente proprio grazie al legame affettivo che li unisce, dimostrano una comunanza di intenti difficilmente riscontrabile in un gruppo musicale. Bill Berends, chitarrista quasi metal per estrazione ma preciso ed incisivo negli interventi, è colui che tira le fila della creatura: la sua chitarra midi, sebbene sia stata in parte soppiantata dai sintetizzatori, rimane infatti il marchio di riconoscimento del suono Mastermind. Accanto a lui il fratello Rich, drummer robusto e virtuoso, contribuisce a conferire alla musica l'ormai caratteristico incedere solenne e marziale, quasi militaresco in certi punti. Entrambi sono poi dotati di robuste basi classiche, che trasformano alcune delle loro composizioni in vere e proprie sinfonie epico-progressive (il riferimento, per l'album in questione è a "The tempest" e "Until eternity", ma potremmo parlare anche delle vecchi "Brainstorm", "Triumph of the will" o "Tragic symphony"). In definitiva i MASTERMIND sono un po' come il vino buono: invecchiano ma diventano sempre più gustosi, fino a divenire gruppo indispensabile per gli amanti della musica di EL&P o Atlantis Philarmonic. Auguriamo loro lunga vita.

 

Riccardo Maranghi

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