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MASTERMIND Excelsior! Inside Out 1999 USA

L'ultimo album dei Mastermind ("Mastermind IV") fu una mezza delusione e forse i fratelli Berends si sono accorti che era ora di cambiare qualcosa, terminare l'era del Prog bombastico, a metà strada tra gli EL&P e il metal, in favore di qualcosa di diverso. Questo qualcosa è stato raggiunto con l'incontro tra i due e Jens Johansson, che molti conosceranno per i trascorsi con Malmsteen e gli Stratovarius, tra gli altri. Le sue tastiere hanno contribuito ad aggiungere una forte componente jazz-rock alla musica dei Mastermind, contribuendo a raffinarla non poco. Il primo ascolto può anche risultare deludente per i vecchi fans, ma un'attenta analisi confermerà che la musica dei Mastermind risulta ancora più fresca di prima, pur essendo ancora bella potente. Sono sparite le parti cantate, e questa è l'altra novità di questo disco. Immaginatevi quindi qualcosa di simile ai Liquid Tension Experiment, con una maggiore produzione e molte meno improvvisazioni, ma con tutti i suoi nervosismi, e il gioco è fatto. In sostanza un album strumentale perfettamente eseguito: jazz-rock, metal... ma anche pieno di variazioni e di melodia, con grandi soli di chitarra ed intermezzi più rilassati (pochi, a dir la verità!), grande ritmica e l'aggiunta del feeling che un grande tastierista può dare, anche senza farsi sentire eccessivamente e rimanendo apparentemente un po' in disparte.

 

Alberto Nucci

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