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KOMPENDIUM Elements Tigermoth Records 2013 UK

Quando un progetto ti prende così tanto, ti ruba il tempo e persino il respiro, lo segui da vicino quasi tenendolo per mano, come si fa con un bimbo perché acquisti sicurezza nel muovere i suoi primi passi, è ovvio che fai fatica ad archiviarlo e desideri in qualche modo prolungarne il più possibile il piacere e la persistenza nell’animo. Ed è così credo che Rob Reed (noto ai più per il suo gruppo principale, i Magenta), spinto anche dall’ottimo riscontro ottenuto con lo struggente e romantico concept "Beneath the Waves", ha pensato di produrre questo doppio CD a tiratura limitata e a prezzo economico, complementare per la sua stessa natura all’opera già citata, di cui rappresenta una superba appendice.
Ad un album così accuratamente pensato e realizzato come "Beneath the Waves" (per saperne di più vi rimando alla relativa recensione) non si arriva dall’oggi al domani o con l’impeto del puro istinto, ma percorrendo strade lunghe, insidiate a volte da vicoli ciechi, tornando sui propri passi, studiando il cammino, rinunciando a ciò che poteva sembrarci in un primo momento la scelta ideale, rimodellando, cesellando per poi indietreggiare quel poco che ci permetta di ammirare il risultato finale da un’altra prospettiva. Come quelle vecchie bozze scritte a penna che con le loro cancellature e correzioni ci fanno intuire il processo creativo seguito dal poeta, questo album raccoglie versioni alternative, inediti e demo che hanno a che fare con la realizzazione, durata ben tre anni, di "Beneath the Waves". I pezzi sono stati piazzati nello stesso ordine della track list dell’album originale, includendo a volte più versioni dello stesso pezzo, ed è quindi come rifare la stessa strada più lentamente, con qualcuno accanto che ci fa notare particolari che prima ci erano sfuggiti. Notiamo ad esempio che il pezzo di apertura, “Exordium”, è stato scomposto in tre tracce, con una coda che era stata tagliata via dal prodotto finito ed una “part 2” per soli archi. Notiamo poi “Stars”, una traccia inutilizzata che precede una “Lost” per soli archi e così via fra sequenze strumentali e mixaggi alternativi e numerose altre varianti che coinvolgono le parti vocali, gli assoli o i cori. Da segnalare anche una nuova versione di “A Moment of Clarity” con la voce gospel di Tesni Jones e quella di Steve Balsamo.
Ma non è tutto, il secondo CD infatti contiene un mix strumentale di tutte e dodici le tracce dell’album originale che rappresenta secondo me l’input a procurarsi quest’opera anche se non si conosce "Beneath the Waves". Nella sua veste strumentale la musica, libera dalla trama narrativa, dal cantato, dalla tensione emotiva dei testi, rappresenta la sublimazione stessa dell’opera. Una lunga ed elegante coltre sonora dal sound elegante e screziato da bellissimi elementi folk di matrice irlandese che ci riporta agli Iona, ai Camel più moderni, ai Magenta o ai primi Mostly Autumn. Qualcosa di veramente delicato, suggestivo e potente al tempo stesso, che mi ha dato quasi l’impressione di ascoltare un’opera diversa rispetto al pur ottimo album originale. Sarebbe un peccato bollarlo come una semplice curiosità o un vezzo per fan fissati perché questa bellissima versione gode a tutti gli effetti di vita propria e non a caso mi sono trovata a riascoltarla più e più volte, con la sua bella tavolozza di colori sonori resi ancora più brillanti da una registrazione impeccabile, con le sue suggestioni fiabesche, le melodie incantevoli che, messe a nudo in questa maniera, risaltano ancora di più raggiungendo, se possibile, una sinfonicità più esaltata. Visto appunto che il prezzo è ridotto sarebbe da sciocchi non approfittarne, e mi rivolgo soprattutto a tutti gli appassionati di prog melodico e romantico che, ne sono certa, gradiranno. Bellissima infine anche la copertina di Geoff Taylor con un disegno a matita che ricorda lo schizzo preparatorio buttato lì su uno sketchbook in vista dell’opera definitiva. Metafora perfetta per incorniciare questo doppio CD.


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Jessica Attene

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