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CURVED AIR North star Cherry Red Records 2014 USA

Nel 2012, recensendo il live “Atmosphere”, finimmo con l’anticipare l’uscita di un album di inediti conseguente alla reunion di qualche tempo precedente. Detto fatto, il disco è uscito e siamo qui ad analizzarne i contenuti. Da una band storica, che ha lasciato un “buco temporale” così ampio tra i dischi in studio degli anni ’70 e questo, c’è – ovviamente – da aspettarsi di tutto. Poteva essere sfornato un capolavoro o una ciofeca, con tutte le possibili tonalità di grigio inframezzate. La band si presenta con la formazione identica al precedente tour, quindi, confermata la mancanza di Darryl Way per problemi di salute, l’onere e l’onore della fondamentale parte di violino è ancora dell’ottimo Paul Sax.
Il disco non è composto interamente di inediti: tre brani su quattordici derivano da rivisitazioni di brani della band, uno appartiene al primo album omonimo della cantante Sonja Kristina del 1980 e tre sono cover di altre band.
Piuttosto eterogenei nelle intenzioni e nella riuscita i sette brani nuovi con i picchi, per l’aspetto progressive, di “Images and Signs” e “Spider” due brani davvero riusciti, molto freschi che dimostrano una forte carica compositiva unendo parti sinfoniche, parti jazzate e momenti funk psichedelici piuttosto intriganti. Non male anche “Time games” ricca di fusion e con un ottimo lavoro vocale e melodico. Ancora notevole la soffusa “Interplay” con uno splendido solo di violino. Perde un po’ in lustro “Old Town News”, non brutta, certo, ma sicuramente con spunti minori dovuti allo stile tra folk americano e rhythm and blues. Per i tre brani tratti dai vecchi album ne esce in maniera maestosa “Puppets”, scritta dalla sola Kristina per il “Second Album”. La sua nuova veste la presenta in maniera davvero convincente e il suo andamento intimistico mette in mostra grandi qualità espressive per nulla cancellate dal tempo. “Situations”, da “Airconditioning” resta quel grande brano senza tempo che è sempre stato come d’altronde “Young Mother”, sempre del “Second Album”, travolgente nella sua seconda parte. Non sono, invece, troppo convinto dalle tre cover: “Spirit in the material world” del Police si salva un poco solo per l’inserimento di una buona parte di violino, ma credo sarebbe stato difficile cavare oro da un brano già piuttosto debole in partenza. Non conoscevo “Chasing Cars” degli Snow Patrol, brano d’atmosfera che punta sull’interpretazione sempre personale e azzeccata della Kristina, ma che, a mio giudizio, non fa centro anche qui per una debolezza compositiva di partenza. Discorso ben diverso per la terza cover e brano che va a chiudere il disco. Siamo al cospetto della coppia Lennon-McCartney con la bellissima “Across the Universe” qui in una versione eterea sospesa su organo e su un arrangiamento ridotto al minimo. Versione particolare e interessante, ma, anche questa, un po’ discutibile.
Credo che, tirando le somme, i brani inediti vincano alla stragrande, l’idea dei brani ri-arrangiati ci sta, ma la vedo più funzionale ad un disco live, le cover, sinceramente, le avrei evitate. Ne esce un disco sbilanciato, presumo per la mancanza di materiale a sufficienza, riempito in maniera un po’ arbitraria. Messo tutto in conto, il lavoro è certamente promosso e per certi versi rappresenta una vera e piacevole sorpresa, quindi – visto che il mio giudizio è il primo a dover essere messo in discussione – andate a prendervi questo lavoro e ne sarete soddisfatti.


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Roberto Vanali

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