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RED JASPER 777 Angel Air 2016 UK

Breve introduzione a questa band: a cavallo del 1990 i Red Jasper, guidati dall’istrionico vocalist Davey Dodds, dettero alle stampe due album e due EP di folk rock, ridefinito dalla critica rustic rock piuttosto coinvolgenti ma che, personalmente, trovai ben poco attraenti. A seguito dell’ingresso nel gruppo del tastierista Lloyd George, proveniente dalla band psych-rock dei Just (un solo album al loro attivo), i Red Jasper effettuarono una drastica, ma efficace, mutazione di stile musicale, trovandosi a sfornare tre ottimi album che coniugavano un ispirato new Prog di stampo marillioniano con residui elementi folk che, pur attenuati rispetto agli esordi, contribuivano a creare un sound abbastanza personale e di buona resa. Il primo di questi album (“A Midsummer Nights Dream”) è ancora uno dei miei preferiti di quel periodo. La band si sciolse nel ’98, dopo la pubblicazione del pur buono “Anagramary”.
Nel 2010 il gruppo decide di riunirsi; manca all’appello Davey Dodds ma, come è avvenuto altre volte nel nostro piccolo mondo Prog, Dave Clifford, il batterista della band (e figlio di una ex compagna di Ian Gillan e di uno dei fondatori dei Jerusalem, peraltro), che già si era occupato di alcune parti vocali in passato, prende in mano il ruolo di voce principale. I Red Jasper pubblicano nel 2015 “The Great and Secret Show” e la loro nuova etichetta decide anche di ristamparne il vecchio materiale. Un anno dopo viene poi pubblicato anche questo “777”, ispirato anch’esso dalle inquietanti opere di Clive Barker, e le aspettative sono molte, dato il (sempre relativo, ovviamente) successo dell’album della reunion.
Registrato l’ingresso dietro alle pelli di Florin Werner dopo che, nell’album precedente, il ruolo era stato ricoperto da Nick Harredance (ex Shadowland), diciamo che, di primo acchito, la componente folk/rustic, che progressivamente era andata ad affievolirsi, fino praticamente a scomparire, torna a far capolino, pur praticamente in assenza di strumentazione folk. Si tratta solo di alcune contaminazioni all’interno di alcune tracce, tuttavia; in special modo due (“Nothing to Believe” e “She Waits”) sembrano voler fungere da ponte con il materiale degli esordi (di cui sopravvivono solo due membri).
La musica che l’album ci presenta ha connotati ancora risiedenti nell’ambito del new Prog, con ritmiche spesso sostenute ed addirittura pesanti, come nell’ossessiva “The Gathering”, caratterizzata da un’incessante riff che si ripete ossessivo per tutta la durata del brano e che, alla lunga (ma anche prima) risulta stucchevole ed asfissiante. In effetti la produzione del disco è molto carica e spesso gli strumenti sembrano strangolarsi l’un l’altro, a discapito magari del cantato. Le canzoni meno tirate sono senz’altro più gradevoli all’ascolto, come la piacevole e quasi psichedelica, “Dragonfly” o la ballad folk “Paradise Folly” che chiude l’album, prima della bonus track conclusiva, costituita dalla cover acustica di un brano dei The Rasmus. Evocativo di ben altre fortune Prog, ma solo nel titolo, il brano “Forth of Fife”, comunque portatore di alcune soluzioni musicali gradevoli.
I Red Jasper, dopo un album musicalmente quasi ordinario, anche se ben riuscito, hanno voluto tentare di sperimentare nuove soluzioni, di proporre qualcosa di un po’ diverso per il settimo capitolo della propria discografia. Anche se “777” non è certo tutto da buttare, mi spiace dover dire che il risultato finale non è conforme alle aspettative. Oltre alla produzione, la band sembra aver fatto un deciso passo indietro e le canzoni suscitano talvolta addirittura un senso di fastidio… che va al di là di quanto probabilmente voluto dalla band, vista la fonte di ispirazione. Un mezzo passo falso… peccato.



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Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

RED JASPER Action replay 1992 
RED JASPER A midsummer's night dream 1993 
RED JASPER The winter's tale 1994 
RED JASPER Anagramary 1997 

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