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UPHILL WORK Missing opportunities autoprod. 2014 RUS

Il terzo album della band moscovita segna anche il suo (temporaneo?) scioglimento, dovuto principalmente alla partenza del chitarrista Konstantin Benyumov per un contratto di lavoro all’estero, ma anche ad una pausa che si sono voluti prendere gli altri tre musicisti che hanno iniziato anni prima l’avventura di questo piccola band e che, con formazione immutata, sono arrivati a questa release. Formazione immutata, dicevo, ed immutata attitudine musicale; “Missing Opportunities” parla il linguaggio musicale dei due lavori precedenti ma, rispetto a questi, c’è la volontà di andare leggermente più in là, pur senza stravolgere le cose. Le tastiere di Lev Gankine sono più varie che in passato ed è sicuramente da registrare la presenza di una composizione che supera i 18 minuti, posta in chiusura dell’album, che rappresenta una sorta di omaggio alle influenze più Prog del gruppo.
Andando con ordine, la prima parte di questo CD è occupato da 6 canzoni di breve durata (più un ancor più breve “Intro”) che sembrano proseguire quasi senza soluzione di continuità quanto fattoci già ascoltare nei primi due album. Il Prog è senz’altro molto tenue a tratti in quanto ascoltiamo, e le composizioni sono pervase da una vena giocosa e ironica tutta russa che talvolta può ricordarci i connazionali Auktyon e Zvuki Mu o anche i Samla Mammas Manna. C’è una maggior varietà nelle tastiere, come dicevo, ma il piano martellante, assieme alla graffiante chitarra ed al cantato ben poco melodico dello stesso Lev rimangono i marchi di fabbrica ancora ben presenti e riconoscibili. L’approccio è molto diretto, mediamente più che in passato, senza molti fronzoli, come se la band si fosse riservata di sparare tutte le sue cartucce di complessità per l’ultima traccia. “Snowing Down South” infatti, pur non risultando certo avulsa dallo stile degli Uphill Work, ci offre atmosfere più cupe e drammatiche, lunghe parti di clavicembalo ed organo, pause ritmiche cui la band non ci aveva certo abituati e, in definitiva, un brano in cui riconosciamo le diverse influenze più Prog quali Caravan e Gentle Giant.
Per chi già conosce la band ed ha avuto modo di apprezzarne la proposta in passato, questo pezzo può da solo valer l’acquisto di questo CD. Gli altri brani presenti, quale più e quale meno, sono divertenti ma non riesco a vederli in altro modo se non come un antipasto in attesa del piatto forte finale.


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Alberto Nucci

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