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CHRISTADORO Christadoro AMS Records 2017 ITA

Massimiliano Mox Cristadoro è un nome di tutto riguardo nel panorama musicale indie e punk italiano, con trascorsi coi Carnival Of Fools, La Crus, Monumentum, Santa Sangre e tanti altri gruppi, oltre a collaborazioni varie, ed altresì un’attività di giornalista e conduttore radiofonico. Pochi sanno (anche se è comunque scritto nella pagina di Wikipedia a lui dedicata) che l’esordio discografico del batterista avvenne però con gli Out, band di new Prog milanese, con all’attivo solo un singolo pubblicato nel 1985… ovviamente in mio possesso.
Il nome scelto per questo progetto potrebbe far pensare che si tratta di un suo album solista, mentre Christadoro è, come minimo, una creatura bicefala, dove l’altra testa è rappresentata da Fabio Zuffanti. Significativi anche gli altri nomi coinvolti, ovvero Paolo Botta (Yogen, Not A Good Sign…) alle tastiere, Pier Panzeri (nell’attuale formazione del Biglietto Per l’Inferno) alle chitarre e Andrea Del Santo (Noize Machine) alla voce, oltre a qualche ospite illustre che vedremo dopo. La produzione del tutto è affidata a Livio Magnini dei Bluvertigo.
La collaborazione tra questi nomi eccellenti non si concretizza tuttavia con un album di inediti ma con una raccolta di cover che però, già dalla loro scelta, hanno un carattere un po’ particolare. Si sono voluti omaggiare infatti alcuni nomi storici eccellenti della scena cantautoriale italiana, scegliendo di riproporre, in alcuni casi, brani comunque non lontani dalla sensibilità Prog, dando loro un aspetto che si trova in un efficace equilibrio tra Prog e indie rock. E’ il caso ad esempio dello splendido brano di Antonello Venditti “Lo Stambecco Ferito”, risalente al 1975, in cui i quasi 10 minuti di delicate ma angoscianti atmosfere del brano vengono rinforzate e agitate da una chitarra pesante e da atmosfere che donano un aspetto doom, accrescendo la drammaticità del testo ispirato dalla violenza politica. Anche “L’Ultimo Spettacolo” di Roberto Vecchioni (1977) è un lungo brano che in parte mantiene le belle atmosfere originali, pur virate su sonorità floydiane, salvo accelerare su suoni hard rock sul finale, con la chitarra che prende sempre maggiormente il sopravvento sul cantato che pur s’innalza drammaticamente di tono.
Giorgio Gaber viene omaggiato con la bellissima “Il Sosia” (1981), cantata qui da Garbo (“A Berlino va bene”… chi se lo ricorda?) e in cui chitarra e Hammond danno connotati Deep Purple ad un brano che potrebbe sorprendere piacevolmente molti ignari ascoltatori e le cui atmosfere cupe vengono riprese e riviste da questa riproposizione, non riuscendo peraltro, a mio parere, ad eguagliare la versione originale.
A “L’Operaio Gerolamo” di Lucio Dalla (1973), caratterizzato dai testi di Roberto Roversi, è affidato l’avvio del CD. Le sonorità sperimentali e quasi psichedeliche di questa canzone vengono qui esaltate dai suoni più pesanti e graffianti… cosa vera anche per un’altra riproposizione come “Solo” di Claudio Baglioni (1977) che diventa un brano strumentalmente quasi tutto nuovo, prima con l’introduzione del violoncellista svizzero Zeno Gabaglio e una parte iniziale quasi jazzata, con un bell’organo Hammond, ed infine il crescendo metal che ci fa ascoltare il buon Claudione nazionale sotto un’altra ottica.
Ci sono anche i Decibel di Enrico Ruggeri, dei quali viene coverizzata “Figli di…” (1978), originariamente dai connotati decisamente punk; qui il brano viene ammorbidito, anche se non diventa certo soft rock, ed inserito in un contesto heavy anni ’70 (un po’ alla Blue Oyster Cult).
L’album si conclude una coppia di brani legati fra loro, la breve “Ricercare nel mare dell'inquietudine e della paura”, l’unico brano originale presente, affidato alla chitarra di Mussida, qui alla sua prima incisione dopo lìuscita dalla PFM, che si lega a “L'Ombra della Luce” di Battiato (1991) la quale, da essere un brano solo per archi e voce, diventa adesso un vero brano rock, pur non perdendo la sua delicatezza e poesia musicale.
Pur non essendo mai particolarmente entusiasta degli album di cover, devo ammettere che quest’album dei Christadoro, a partire dalla scelta dei brani fino alla loro interpretazione, mi ha piacevolmente sorpreso e tenuto incollato all’ascolto dal primo all’ultimo minuto. Chissà se questo progetto avrà un seguito…



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Alberto Nucci

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