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ARABS IN ASPIC |
Live at Avantgarden |
Apollon Records |
2018 |
NOR |
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Doverosa consacrazione “live” per una delle migliori band scandinave, i norvegesi Arabs in aspic “profeti” in patria al “Teaterhuset Avantgarden” di Trondheim, in compagnia dei connazionali Wobbler. Un live che privilegia l’ultimo lavoro pubblicato, “Syndenes Magi”, ma che non dimentica brani anche del passato remoto della band. Il sound del gruppo attinge a piene mani dagli anni ’70 con echi crimsoniani e floydiani, senza dimenticare l’hard rock di Purple, Heep e Sabbath in un connubio sicuramente riuscito e di buona fattura. I tre brani che aprono l’album appartengono a “Syndenes Magi”: la title track, “Mørket II” e “Mørket III”. Suoni ipnotici si alternano a momenti più aggressivi, squarci melodici ad altri più dissonanti ma sempre con pari appeal. Due (o meglio tre) i brani estratti da “Victim of your father’s agony”: la title track (preceduta dalla non accreditata “You can prove them wrong”, in una sorta di mini-suite) e “One” posta a chiusura concerto. Il medley “You can…/Victim of…” è un infuocato hard rock à la Deep Purple che sfocia poi in un etereo suono floydiano. “One” è un altro bel pezzo incandescente con Hammond e chitarra elettrica a duettare come nella migliore tradizione Uriah Heep… o Black Bonzo… Da “Pictures in a dream” del 2013 è tratta invece “Rejected wasteland/Pictures in a dream”, prima “ballad”, sano hard rock con bel refrain, poi. C’è spazio anche per gli esordi del gruppo con “Silver storm” uno hard psichedelico con un grande lavoro di Stig Kvam-Jørgensen allo Hammond. Riff sabbathiani e cori di scuola Heep (ancora…) per “Mørket” (in origine su”Strange frame of mind” del 2010), altro high-lights del concerto. Un live “sangue, sudore e lacrime”, un suono potente, massiccio, sanguigno… davvero bello!
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Valentino Butti
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