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ALAN SIMON Chouans Babaika Productions 2019 FRA

Terminata (forse) la saga dedicata ai miti di Excalibur con una serie di album usciti in circa venti anni, Alan Simon, cantante, musicista e compositore transalpino che il pubblico italiano ha imparato a conoscere anche grazie alla sua apparizione al festival di Veruno del 2018, si dedica ora a nuovi progetti. Uno di questi culmina con questo nuovo album in cui viene data una interpretazione musicale alla Rivoluzione Francese nell’anno in cui si celebra il duecentotrentesimo anniversario. Come ci ha abituato, Simon fa le cose in grande, innanzitutto raccogliendo materiale per un doppio cd e poi coinvolgendo un numero enorme di ospiti, tra i quali spiccano nomi importanti della scena musicale francese. Ci preme ricordare, in particolare, la presenza di tre colossi del prog che hanno legato in maniera fortissima i loro nomi agli Ange: Christian, Francis e Tristan Decamps. Una “Ouverture” fa da introduzione sinfonica al lavoro, proiettandoci immediatamente in ambiti a noi congeniali. Ma attraverso le numerose canzoni presenti e in quasi un’ora e mezza di musica, Alan Simon si diverte ad esplorare stili diversi. Capace di creare continuamente piacevoli melodie, alterna come ha sempre fatto soluzioni pop-rock di classe a scelte più ricercate, spaziando tra folk-rock, prog, rock classico, pop raffinato e, inevitabilmente, sonorità da opera rock. Alternando canzoni dirette ed altre più articolate, lunghi spunti strumentali e parti vocali di una certa immediatezza, la pienezza orchestrale e l’elettricità del rock, Simon e i suoi compagni di avventura trovano equilibri che non sono facili da raggiungere in lavori di questo tipo. Le cose più interessanti per noi appassionati di progressive rock sono ovviamente quelle che vedono coinvolta la famiglia Decamps, da sempre molto teatrale e che quando interviene (in ben sei brani) fa venire in mente il gruppo madre con quel rock sinfonico ad alto tasso di drammaticità. Ma al di là dei generi l’intera opera si assesta su buoni livelli qualitativi, dimostrando nuovamente la grande abilità di Simon nel creare concept ad ampio respiro. Certo si tratta di un lavoro molto lungo e può essere difficile mantenere la concentrazione per tutta la durata dell’ascolto, ma al contempo è difficile trovare dei momenti poco convincenti.



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Peppe Di Spirito

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