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PATRIZIO FARISELLI 100 ghosts Curved Light 2018 ITA

La voglia di esplorare non è mai venuta meno da parte di Patrizio Fariselli, storico membro degli Area che non ha certo bisogno di presentazioni. Nel suo album "1000 ghosts" il tastierista mostra uno spirito di ricerca che parte da musica antichissima, visto che la metà dei brani provengono da tempi molto remoti. Nel suo approccio, Fariselli non veste i panni di chi vuole proporre queste composizioni esattamente com'erano in origine, ma, dopo averle ricostruite e studiate, esegue un vero e proprio processo di rielaborazione, con indole da artista e con interpretazione personale. Musica proveniente dall'antichissima Tracia, o dalla tradizione giapponese, o, ancora dalla Creta arcaica rivive ai nostri giorni grazie al talento e alla visionarietà di questo straordinario pianista/tastierista. Tantissimi gli spunti di interesse in questo disco che, lo diciamo subito, risulta felicemente ispirato. Fin dal primo pezzo "Der Golem" siamo catapultati in un universo musicale policromatico, ricchissimo di sfumature, siano esse da ricercare nelle linee melodiche, negli intrecci strumentali o nei ritmi sempre particolari. L'incipit è un vero e proprio assalto di incroci strumentali e ritmi serrati e dopo questa apertura bella tosta si passa subito a quello spirito che rievoca gli Area grazie alla stupenda "Danza del labirinto", che con i suoi tempi composti sembra unire culture e tradizioni diverse in una world music originale e trascinante. La splendida voce di Claudia Tellini (cantante dalle grandi doti, capace di esibirsi in più lingue e che accompagna Fariselli in concerto nelle sue esibizioni con l'Area Open Project) fa il resto con un'interpretazione magistrale. È solo l'inizio di un disco che non ha cedimenti, che ci fa incontrare una "Iqbal" che unisce sapori etnici gabrieliani e jazz, il misterioso andamento di "Lamento di Tecmessa", cantato da Grazia Di Michele e condito da affascinanti soluzioni pianistiche, le invenzioni più tipicamente (ma nemmeno così tipicamente) prog della title-track, una "Song from Ugarit" che sa di avanguardia. "Aria" e "Paidushka" sono i due esempi migliori di come Fariselli riesca a trasportare con classe millenni di musica verso i giorni nostri, la prima attraverso melodie particolari dal sapore folk e classico, la seconda con una vera e propria danza sciamanica. Ci sono persino due riletture davvero personalissime di due colossi del jazz, visto che il tastierista si cimenta con "Giant steps" di John Coltrane e con "Young & fine" di Joe Zawinul con risultati sorprendenti. Fariselli è capace di regalare emozioni continue con passaggi che sembrano sussurrati, con sprazzi di elevato tecnicismo che non è mai fine a sé stesso e con invenzioni sonore non banali. "100 ghosts" è un disco atipico nel panorama odierno, discende dagli Area e al contempo se ne discosta, si mostra omogeneo e intrigante nell'unire più indirizzi stilistici, avvicina più che mai mente e cuore ed è capace di far coesistere splendidamente sonorità elettriche ed acustiche, antiche e moderne. Una piccola gemma che si incastona alla perfezione nel curriculum straordinario di un grandissimo musicista.



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Peppe Di Spirito

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