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CIOLKOWSKA Tsiolkovskaya pokazala svoe litso (Vechnaya 16 08 16) No Name / Addicted Label 2016 RUS

Nel movimentato ed inquieto calderone psichedelico russo troviamo i Ciolkowska, quartetto di San Pietroburgo guidato dal chitarrista/cantante Yegor Svysokikhgor inseme alla simpatica Alesya Izlesa suonatrice di ukulele elettrificato ed opportunamente dilatato, almeno così presumo dall'alto tasso lisergico del loro secondo cd "Tsiolkovskaya Pokazala Svoe Litso (Vechnaya 16 08 16 / Ciolkowska Showed Her Face (Aeonian 16 08 16)". Lo spirito musicale dei Ciolkowsa, ed immagino anche degli altri loro colleghi psichedelici russi, trae ispirazione dal cosmismo russo, particolare corrente filosofica sviluppata sul finire del diciannovesimo secolo che racchiudeva in maniera peculiare forme di positivismo e misticismo tanto da precorrere tempi e tematiche nell'intuire ed immaginare i primi viaggi spaziali, la conquista dei pianeti esterni e l'inizio di una nuova era cosmica per l'umanità... Un pensiero filosofico piuttosto radicato tra la popolazione durante il periodo sovietico fino ad oggi e che vede buoni rappresentanti artistici molti dei gruppi psichedelici russi degli ultimi anni...
La musica di "Tsiolkovskaya Pokazala Svoe Litso" è una strana ed impalpabile forma di space rock poco incline alle più semplici categorizzazioni di genere... Lo stile dei Ciolkowska, minimale, senza troppi orpelli ed efficace nell'evocare suoni e situazioni dilatanti la sfera della percezione, si orienta su più spunti stilistici e risulta piuttosto dinamico nel suo insieme.
Il disco inizia con "Aeonian", il brano forse più tradizionale del cd in cui arpeggi liquidi e sognanti di chitarra elettrica delineano atmosfere astratte e misteriose senza perdere troppo di vista una struttura musicale più o meno ortodossa che flirta con l'alternative rock quanto con lo stoner, almeno in certi tensioni hard comunque sporadiche, mantenendo saldamente l'ascoltatore in una dimensione onirica grazie specialmente alle soffuse e persistenti dissonanze; questo inoltre è l'unico pezzo in cui Yegor Svysokikhgor si dedica anche al cantato vero e proprio, in russo, ovviamente, anche con una discreta efficacia. Dalla seconda traccia "Pistol Of the Future" in avanti inizia il tour de force strumentale: certe tendenze kraut-post rock si evidenziano in maniera più decisa, specialmente per l'abbondante ricorso a feedback, riverberi ipnotici, ed un approccio più rumoristico, sempre ovviamente nell'ottica di espansione lisergica. In tal senso la terza lunga traccia di oltre sedici minuti, "Yunym Letatelyam (K.E. Tsiolkovskiy v Kosmose)" inclusa come bonus track, è significativa nel suo evolversi come esperienza singolare di suoni e rumori rarefatti, insieme a reminescenze folkloristiche ed un feeling cosmico non troppo distante dalle jam acide degli Ash Ra Tempel; l'utilizzo dell'elettronica e dei synths ora è moderato all'essenziale funzione di portarci fuori dall'orbita terrestre, l'attenzione dei Ciolkowska è più rivolta all'espensione acida delle chitarre... e dell'ukulele. La strumentazione rimane alquanto semplice ed essenziale se non addirittura scarna nella ricerca di un naturalismo psichedelico che ci guida nell'immersione in una dimensione mistica della natura e di conseguenza al di fuori della nostra dimensione terrena; l'improvvisazione strumentale si mantiene quindi su frequenze sognanti da viaggio visionario, talvolta un po’ aspro ma comunque gentile e positivo, senza mai sfociare nei più traumatici bad trip sonori. Nell'ultimo pezzo "Kirya Pistolzzz In The Future" le caratteristiche precedenti dei Ciolkowska prendono una piega più elettronica come remix di "Pistol Of The Future", ad opera di Primary Substance (Alexey Semenov), artista moscovita che riserva un trattamento più tecnologico da IDM tanto da renderlo un pezzo quasi completamente diverso mostrandoci un altro piacevole aspetto della musica dei Ciolkowska.
Unico appunto, talvolta l'eccessiva compressione del cd manda forse un po’ troppo in distorsione i suoni in uscita proprio in quei passaggi dove un minimo di delicatezza andrebbe preservata, difetto da cui possiamo tranquillamente sorvolare vista la natura puramente underground ed indipendente del progetto, ma con un po’ di attenzione in più certe cose si potrebbero sempre evitare...



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Giovanni Carta

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