É davvero difficile riuscire a decidere la provenienza di questo supergruppo dalle caratteristiche fortemente internazionali. Certo Milen Vrabevski, produttore e compositore leader dell’iniziativa per questo quarto volume del progetto, è bulgaro, ma lo stuolo di ospiti di grande livello e caratura ha provenienza inglese e americana e il disco è stato interamente registrato negli States, a Ojai, California.
Passiamo velocemente ad elencare questi monumentali musicisti a partire dal batterista Simon Phillips che è anche co-produttore, a Carl Sentans dei Nazareth, Richard Grisman dei River Hounds, John Payne già negli Asia, Joseph Williams dei Toto più uno stuolo di musicisti bulgari.
L’idea musicale alla base di questo progetto ha poco o nulla da spartire con il progressive, si tratta in effetti di brani rock, talvolta AOR, talvolta rock melodico, comunque rock, asciutto rock.
Sulla qualità nulla da ridire, grandi e capaci strumentisti, vocalizzi sopraffini che ricalcano gli schemi dell’AOR degli anni ’70 e, maggiormente, degli anni ’80. Quello che davvero sconta il disco in maniera piuttosto pesante, ma qui si va sull’ovvietà, è una forte ripetitività delle forme e dei risultati. Certo, talvolta le battute al minuto rallentano un pochettino, tanto da avvicinarsi a mid-tempo, se non proprio al lento melodico rock, ma sono sottigliezze.
Phillips è di una professionalità unica e dona alla ritmica quel senso di perfezione e di “tutto a posto”, Williams sposta gli accenti, inevitabilmente verso il più recente periodo dei Toto, tanto da doversi chiedere, talvolta, quale band si stia ascoltando.
Inutile e pleonastico citare uno o più dei dodici brani del lavoro, essendo il risultato davvero omogeneo. Nulla di più è utile per indirizzare l’ascolto ai tanti appassionati del sound AOR citato che a vari livelli ricorda Boston, Toto, Foreigner, Styx e che consente un ascolto disimpegnato e un filo nostalgico.