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THE UNIVERSE BY EAR Sail round the sun - Tour live Timezone Records 2023 SVI

Dopo tre album in studio (anche se “III” è composto da cinque brani per quarantadue minuti di musica e forse qualcuno lo definirà un EP), il trio elvetico pubblica questo live estrapolando dodici brani dal tour 2022/2023, suonato tra Svizzera, Germania ed Italia. Il batterista Beni Bürgin, il bassista Pascal Grünenfelder ed il chitarrista Stef Strittmatter si dividono le parti dietro al microfono, per uno stile musicale che col prog non c’entra poi molto, se non in alcuni frangenti. Si può sicuramente parlare di stoner, magari maggiormente sbilanciato sul versante psichedelico, ma il nome di riferimento potrebbe essere più che altro quello degli statunitensi Nebula, che – pur facendo molto bene la propria musica – di certo non erano prog-rock. E nemmeno prog-metal, se proprio volessimo ampliare il discorso. Forse, i The Universe… potrebbero in alcuni tratti sfiorare qualcosa di hard-prog contemporaneo, nello stile degli Arabs In Aspic, all’interno delle esecuzioni più dilatate. Quindi, occorre saltare direttamente alla fine ed ascoltare le due lunghe composizioni che chiudono il live. Innanzi tutto la title-track del secondo lavoro (che ha dato nome al tour), di ben tredici minuti; davvero buono l’asse ritmico di origine sabbathiana, che poi cambia completamente approccio e conferisce un incedere molto più movimentato, per finire in maniera onirica. Poi ci sono gli undici minuti e mezzo di “Something In The Water”, dove all’inizio vengono in mente persino i Rush; anche qui l’andamento cambia, per passare dalle dissonanze alternative ad un’esecuzione cupa e profonda.
Per quanto riguarda le altre composizioni, “Lie Alone” è piuttosto interessante, soprattutto per una parte strumentale che ricorda le digressioni dei primi Spiritual Beggars, qui rese comunque abbastanza intricate. Analizzando il resto – tra distorsioni, dissonanze sia strumentali che vocali, vaghi echi crimsoniani/floydiani primo periodo –, “Make It Look Like An Accident” suona divertente e guarda al Bevis Frond più heavy. In questo senso, potrebbe anche destare interesse la seconda parte di “Loudest Gorilla In The Cage”. Bella la confezione e suggestive le cartoline interne al promo, nello stile cinematografico-fantascientifico di un tempo. Per il resto, il contenuto musicale è senza dubbio rivolto ad un altro tipo di pubblico. Non si esclude, però, che ci possa essere qualche ascoltatore dalle vedute più ampie.



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Michele Merenda

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