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ALPHATAURUS 2084: Viaggio nel nulla AMS Records 2024 ITA

Dopo la reunion che ha fruttato l’album “AttoSecondo” nel 2012, gli Alphataurus, forti di un nome importante per gli appassionati grazie al gioiello omonimo realizzato negli anni ’70, hanno proseguito questo nuovo corso che li ha portati ad un nuovo capitolo discografico, intitolato “2084: Viaggio nel nulla” e presentato in un pregevole artwork. Si tratta di un concept fantascientifico/distopico, con tematiche spirituali ed ecologiste legate ad un futuro in cui sulla Terra si sta per verificare un evento catastrofico. I testi sono molto semplici e diretti, forse anche troppo; esaminando i contenuti musicali, invece, non possiamo che esprimerci in termini positivi per la bontà delle composizioni e per la prova dei musicisti. La gestazione è stata lunga, problema derivante anche dalla dipartita del chitarrista e compositore Guido Wasserman, membro storico della band venuto purtroppo a mancare nel 2023, ma che è riuscito a dare il suo apporto anche in questa occasione. I sei nuovi brani presentati dalla band convincono e si lasciano ascoltare, grazie ad arrangiamenti ben curati che permettono di mantenere i legami col passato e di far vedere, al contempo, possibili nuovi sviluppi. Si perde forse qualcosina della vena più sinfonica degli Alphataurus, mettendo più in evidenza i lati hard e pop-rock. Non che si sia scesi a chissà quali compromessi o che si cerchi addirittura il facile ascolto. Le composizioni proposte restano infatti abilmente strutturate e spesso hanno una durata prolungata, cosa che favorisce dinamiche, temi e variazioni che fanno ben emergere l’estro dei musicisti. I brani che si prolungano maggiormente, come l’incipit “Pista 6” e “Wormhole” sono esplicativi in tal senso, con il loro andamento drammatico, i tempi variabili, gli intrecci tra chitarre, organo Hammond e sintetizzatore, abili spunti solistici, qualche tocco emersoniano (specie nel secondo), ricami acustici eleganti e melodie che non fanno perdere la giusta orecchiabilità. “Flashback (apocalisse)” ha una base “hardeggiante”, ma pure presenta variazioni stilistiche e di atmosfera, fino a includere anche una breve parte recitata. Un po’ più dirette risultano invece “Viaggio nel nulla” e “Meta e metà”, che sembrano quasi abbinare new-prog e sapori mediterranei, questi ultimi in evidenza soprattutto nelle melodie vocali. Bella la chiusura delicata affidata agli impasti elettroacustici della ballad malinconica “E=mc²”. Man mano che il disco viene assimilato si acuisce l’idea che tutto sia forse un po' troppo “calcolato”, realizzato mettendo a frutto l'esperienza dei musicisti, che suonano senza sbavature, trovano giuste melodie e usano tanto mestiere per arrivare ad un prodotto finale ben confezionato. E c’è la continua sensazione di una fiammata che è lì pronta a divampare con tutta la sua potenza ed anche se non arriva l’esplosione decisiva resta sempre un calore confortevole. Non riaffiorano in pieno, quindi, il fuoco del mitico esordio e la verve di “Attosecondo”, ma il giudizio finale resta comunque certamente buono, grazie ad una proposta che aggiorna, senza snaturare, il sound degli Alphataurus.

 

Peppe Di Spirito

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ALPHATAURUS Alphataurus 1973 (Vinyl Magic 1994) 
ALPHATAURUS Attosecondo 2012 
ALPHATAURUS Live in Bloom 2012 

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