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Uscito sul finire del 2024, questo box di ben dieci CD è il primo volume di tre cofanetti complessivi. Esecuzioni dal vivo rimasterizzate da Andy Pearce e curate personalmente da Rick Nelson, amico del polistrumentista e cantante inglese, nonché archivista di fiducia del suo materiale discografico. Un’edizione lussuosa, molto ben curata, il cui artwork risulta opera di Michael Inns, altro amico di Wetton. Preceduto l’anno prima da “An extraordinary life”, che raccoglieva i suoi otto album in studio, questa nuova imponente uscita propone sette dischetti con materiale già edito e altri tre inediti. Esordiente con i potenti Mogul Thrash, il nostro sarebbe stato chiamato alla corte dei King Crimson per quella che viene ritenuta all’unanimità una delle formazioni migliori in assoluto del Re Cremisi. E lo stesso Robert Fripp lo avrebbe definito in seguito il miglior musicista della sua generazione. John Wetton sarebbe passato per altri nomi del calibro di Roxy Music, Uriah Heep, Family e Wishbone Ash, per poi tentare di unire il prog e la musica più commerciale dell’epoca con il supergruppo U.K. e quindi approdare agli Asia, un ulteriore passo verso la commercializzazione del genere. Si era ormai approdati ad un decennio totalmente diverso. Ed è proprio a questo stile che Wetton avrebbe guardato maggiormente nella sua carriera solista. Cominciamo dalla fine, cioè col materiale inedito. Il dischetto di chiusura, il numero dieci, porta il titolo “Akustischa & Progfest 1997”. La prima parte, come è facile intuire, vede la riproposizione dei pezzi in versione totalmente acustica in terra tedesca. Di supporto ai Saga, John Wetton sale sul palco con la sua chitarra, libera le composizioni da qualsiasi orpello e patinatura, facendo riaffiorare l’anima del folk britannico che sta alla base della propria formazione musicale. E le canzoni ne beneficiano enormemente. In queste dodici tracce eseguite nel tour del 1995, l’esecuzione arriva forte e limpida, con maggiore emozione, anche per chi non stravede per un genere che guarda più verso l’AOR che al prog (ma di tanto in tanto, i due generei in questione si sono chiaramente “contaminati” a vicenda). Ci sarebbe da chiarire chi suona il pianoforte e i sintetizzatori su due tracce, visto che nella versione acustica di “Starless” si sente anche la chitarra e nella confezione viene accreditato il solo Wetton alla voce e alle sei corde. A parte questo dettaglio, si arriva poi ai cinque pezzi eseguiti al Progfest di Los Angeles del 1997, in cui il quartetto elettrico ci dà veramente dentro. In particolare, oltre alla prova sia al basso che alla voce del titolare (non certo una novità), va segnalato un Billy Liesegang scatenato alle sei corde, con i suoi assoli su “In The Dead Of The Night” e la più aggressiva “Sole Survivor”. Ma anche su “Battle Lines”, impreziosita dal pianoforte di Martin Orford, il quale si fa sentire anche al synth su “Rendezvous 6:02”. Ottima poi la prova dietro le pelli di Thomas Lang, soprattutto sulla riproposizione integrale dei nove minuti di “Starless” posta in chiusura. L’ottavo e nono dischetto, anch’essi inediti, riportano invece l’evento denominato “Adama”, concerto registrato ad Amsterdam sempre nel 1997. La formazione è la medesima del Progfest, così come molto simile ne è l’approccio. Qui vi sono ovviamente molti più pezzi, il cui stile si rifà più che altro alla scena di gruppi tipo i Foreigner. Solo qualche breve cenno al prog vero e proprio, da rintracciare nelle riproposizioni di “Easy Money” e “Starless” del Re Cremisi. Questi, saranno i brani in cui ci si imbatterà lungo l’arco di quasi tutti i CD qui contenuti. Per il resto, quando il già nominato Liesegang ha mano libera si sente sempre qualcosa di interessante, tipo in “Heat Of The Moment” o in “Don’t Cry”. Da segnalare una interessantissima versione di “All Along The Watchtower” estrapolata dal soundcheck ed un’altra di “Starless” sempre dallo stesso momento, con una coda strumentale più simile a “21st Century Schizoid Man”. Nel complesso, un documento live maggiormente incisivo e meglio suonato rispetto al ben più noto “Chasing The Dragon” del ’94 (eseguito con un’altra formazione), posto come dischetto d’apertura. Oltre a quest’ultimo concerto citato, troviamo “Akustika: live in America” del 1996, “Hazy monet” del 1998, “Live In Osaka” e “Live In Argentina” del 2003, entrambi su doppio CD. Poco altro da dire; a parte gli inediti, i fans avranno già tutto. Occorre tenere presente che i brani sono praticamente sempre gli stessi e le concessioni al prog vero è proprio le si ritrova nei pezzi dei King Crimson già citati, a cui ogni tanto si aggiungono “Lament” e “Book of Saturday”, non certo picchi di grande allegria. Le note del libretto interno, davvero ben curato con le sue trentacinque pagine, sono ad opera di Jerry Ewing, editor di Prog Magazine (Londra). Detto che l’operazione ha ricevuto il pieno consenso da parte della famiglia Wetton, questo documento, che rappresenta un “tomo” vero e proprio, sarà sicuramente appannaggio dei collezionisti.
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