Home
 
NUOVA ERA 20.000 leghe sotto i mari AMS Records 2025 ITA

Si potrebbe dire che questo album segna il definitivo ritorno alle origini per i Nuova Era. Il precedente lavoro “Return to the castle”, pur valido e interessante, appariva forse un po’ interlocutorio nel suo voler mettere troppa carne al fuoco. Con “20.000 leghe sotto i mari” il salto indietro nel tempo per la band toscana appare ora definitivo, grazie alla riproposizione di suoni, strutture e atmosfere dei dischi che tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del decennio successivo avevano fatto gioire parecchi appassionati che auspicavano un recupero di quel prog sinfonico che da troppo era terribilmente bistrattato. Ma torniamo al nuovo parto dei Nuova Era e diciamo subito che i risultati sono ampiamente soddisfacenti e degni delle migliori opere del gruppo. Confermato il quartetto formato dal leader Walter Pini (tastiere), Alex Camaiti (voce e chitarre), Rudy Greco (basso) e Maurizio Marra (batteria e percussioni), il concept è stavolta basato sul capolavoro letterario di Jules Verne che dà il titolo all’album. La suite eponima, suddivisa in otto sezioni, si protrae per oltre trentasei minuti e nel cd è presente anche una bonus track strettamente legata alle tematiche esposte già dal titolo “Nautilus”, composta da Pini in gioventù, ma rimasta inedita prima di questa pubblicazione. Il ritorno al cantato in italiano dà una spinta in più per nuovi accostamenti stilistici ai grandi del prog tricolore dei seventies, così i riferimenti sono ancora una volta quelli del Banco, delle Orme, del Museo Rosenbach. Eppure chi ha vissuto in prima persona quel rinascimento, almeno nell’underground, del prog alla fine degli anni ’80, non faticherà a riconoscere in pieno il marchio dei Nuova Era. I tripudi tastieristici di Pini danno quel carattere maestoso che è sempre stata una delle peculiarità della band. Poi, al solito, enfasi strumentale, cambi di tempo, di atmosfera, echi classicheggianti, teatralità, melodie mediterranee, una chitarra incisiva che si ritaglia abilmente i suoi spazi, l’effetto sempre seducente del mellotron e chi più ne ha più ne metta. Strutture di rock sinfonico ampiamente consolidate, ma che Pini e compagni dimostrano ancora una volta di saper padroneggiare al meglio. Il sound in generale è comunque moderno e pulito, cosa che smorza un po’ l’indole vintage della musica e giusto in qualche frangente più aggressivo si sposta il tiro verso un hard rock quasi purpliano. I Nuova Era sono tornati in splendida forma e hanno sfornato un disco che merita di essere annoverato tra i loro migliori. Come sta dicendo qualcuno? Non è molto originale? È vero, ma in un’epoca in cui è davvero difficile inventare qualcosa di nuovo in quasi tutti gli ambiti musicali, ci si può “accontentare” (le virgolette sono d’obbligo…) di album che, anche se passatisti, all’ascolto risultano molto belli, ispirati e suonati egregiamente, no?

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

NUOVA ERA L'ultimo viaggio 1988 (Pick Up 1996) 
NUOVA ERA Io e il tempo 1992 
NUOVA ERA Il passo del soldato 1995 
NUOVA ERA Nuova era 2011 
NUOVA ERA Return to the castle 2016 

Italian
English